Il "Mennea segreto": presentato il docu-film di Emanuela Audisio

A Roma la "prima" alla presenza di famigliari e del presidente del Coni Malagò

giovedì 30 ottobre 2014
A cura di Luca Guerra
Le virtù atletiche, le avventure politiche e le capacità saggistiche. Il tutto visto e letto dalla luce di chi l'ha conosciuto e vissuto. Questo è stato il "Mennea Segreto" il nuovo film-documentario della giornalista Emanuela Audisio sulla vita di Pietro Mennea e presentato domenica scorsa in chiusura del nono Festival Internazionale del Film di Roma. Campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, detentore del primato mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72 che resta attuale primato europeo post mortem, conosciuto come la "Freccia del Sud", l'orgoglio barlettano è stato l'unico duecentista della storia a qualificarsi per quattro finali olimpiche consecutive: numeri che gli sono valsi il titolo di membro della Hall of Fame della FIDAL.

Nell'occasione, a rappresentare la famiglia e la città di Barletta vi erano la signora Manuela Olivieri Mennea, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, il consigliere regionale Ruggiero Mennea e Angela Mennea, la sorella del campione. L'evento è stato animato dal tentativo della Audisio di raccontare il campione "oltre lo sport": la storia ci ha proposto un Mennea a 360 gradi, dagli esordi in viale Giannone, quando sfidava e batteva in velocità sui 50 metri una Porsche color aragosta, fino agli ultimi anni di vita, che hanno visto il nostro concittadino residente a Roma ove ha esercitato il ruolo di avvocato lavorando anche come docente di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti - Pescara. Il tutto è stato rivissuto e ricordato attraverso le dichiarazioni di chi ha trascorso con la "Freccia del Sud" le tappe cruciali delle sue esperienze, a partire dalla moglie Manuela e dai familiari più stretti, come la sorella Angela ed il cugino Ruggero, per poi passare all'emozionante ricordo di Tommie Smith, ai simpatici aneddoti raccontati dal professor Vittori, alla sublimazione, da parte del giornalista Gianni Minà e del giurista Ferdinando Imposimato.

Ne è venuto fuori un Mennea sublimato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, per il suo senso di giustizia perpetrato lungo l'esistenza fino alla dura lotta al doping, senza sconti, a testa bassa, senza dimenticare i suoi impegni nella beneficienza e nell'aiuto ai bambini. La sua sete di conoscenza lo portava a replicare negli studi i metodi delle ripetute in allenamento, alla ricerca anche lì della perfezione, del meglio di sè stesso. Ad ora, non resta che allacciare gli scarpini e correre verso un sogno, da inseguire con la sola cultura del duro allenamento, e magari da festeggiare con quel dito mirante verso l'alto, come Pietro Paolo Mennea ha insegnato ai suoi concittadini. Una cultura della vita fatta di "pane e sacrificio", un messaggio da cogliere in silenzio, come piaceva a Pietro Mennea, che continua a correre a fianco dei suoi concittadini, anche dopo quel maledetto 21 marzo 2013, e di quanti hanno seguito le sue imprese sportive.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Foto di Simone Proietti