Il Barletta, le paludi pontine e quei fatali 20' finali

La sconfitta del "Francioni" condizionata dai soliti errori dopo un'ora alla pari con la capolista

lunedì 18 febbraio 2013 8.40
A cura di Luca Guerra
Un vecchio copione
Una squadra gagliarda, capace di giocarsela alla pari, e anche qualcosina in più per larghi tratti di gara, con la prima della classe, il Latina di Fabio Pecchia, per oltre un'ora; poi il solito errore difensivo, questa volta materializzato nel fallo di Di Bella su Schetter, che un affrettato Mangialardi valuta con assegnazione del calcio di rigore (poi fallito da Barraco) ed espulsione dello stopper biancorosso, e tanto lavoro sprecato per nulla, come lo 0-2 finale firmato da Barraco e Jefferson, e il penultimo posto, sempre più "consolidato" e non peggiorato solo grazie al ko in extremis della Carrarese contro il Pisa, in eredità. A raccontare il Barletta di questi tempi si rischia di essere monotoni. Anche al "Francioni" di Latina è andato in scena ieri un film ben noto ai tifosi biancorossi.

Tra una grande personalità e i soliti "vizietti"
Eppure il Barletta era sceso in campo compatto, abile ad aggredire i pontini, che forse attendevano un avversario arrendevole, e dettare il gioco per diverse parti di gara, almeno nei primi 70': come successo già contro l'Avellino e in tante altre occasioni, per i tifosi biancorossi ormai vedere la propria squadra subire gol tra le 15.55 e le 16.10 (stando alla disputa delle gare nell'orario invernale) sta diventando una spiacevole abitudine. A poco conta aver fatto rimbrottare più volte gli spalti del "Francioni" per come il Barletta stava irretendo il Latina: è vero che non è in queste gare che i biancorossi devono trovare punti-salvezza, ma fare tanta fatica per niente alla lunga logora. L'errore difensivo che segue le 3-4 palle goal clamorosamente sfiorate, come successo ieri con Barbuti e Carretta, e cambia così l'inerzia del match, fa sì che a livello culinario il Barletta sia un'incompiuta, come un ottimo antipasto seguito da un primo e un vino scadenti.

Gli esordi: Camilleri top, Prutsch flop
L'illusione del "Francioni" era stata anche frutto di una "mini-rivoluzione" impostata da Novelli: in assenza di Allegretti e Burzigotti, leader di centrocampo e difesa, fiducia a uomini di esperienza dietro e a calciatori di qualità dietro Barbuti. Di qui l'inserimento di Camilleri, Di Bella e Pippa dietro, con le esclusioni anche di Calapai e De Leidi- fermato dalla febbre, il lancio di Prutsch in mediana e dell'asse Dezi-Barbuti in avanti: ben 6 cambiamenti rispetto al 2-3 contro l'Avellino: meglio dietro, eccezion fatta per Di Bella, con un Camilleri che ha messo in mostra doti da leader, che avanti, dove l'altro esordiente Prutsch è stato "costretto" a uscire dopo aver rimediato un giallo e rischiato due volte l'espulsione, e Dezi che ha sprecato un'ottima chance, nascondendosi spesso e volentieri. Barbuti? Tanto movimento, tanta voglia, ma scarsa lucidità sotto porta.

L'attacco latita: per Novelli non servono "santoni"
Barbuti, appunto: non trova il gol da 18 partite, dal 2-2 di Pisa. Nel mezzo un infortunio ma anche poca precisione davanti agli estremi avversari. Leggermente meglio di lui La Mantia, a secco di reti da 13 incontri (Frosinone-Barletta 3-1). Poco, troppo poco per le due "bocche da fuoco"- almeno sulla carta- dell'attacco biancorosso. Un tema che ha quasi assuefatto l'ambiente biancorosso, abituato malvolentieri a convivere con questi numeri. La soluzione potrebbe essere l'attaccante ceco Schulmeister, che ha terminato il periodo di prova e appare prossimo al tesseramento? Per Novelli "nì": ""Voi andate oltre, non pensiamo che possa arrivare un santone così a risolvere le cose. Io mi preoccupo di lavorare con quello che ho" ha glissato l'allenatore salernitano in Sala Stampa. Una risposta che implica una duplice lettura: da un lato un mister concentrato sul campo, dall'altro criticamente adeguato alla linea Tatò-Martino, con la divisione mercato-campo sull'asse società-allenatore. Comunque la si veda, basta davvero poco per capire che a questo Barletta qualcuno che la metta dentro serve come il pane: che venga dalla Repubblica Ceca o dall'altro emisfero poco conta.

C'è la sosta, ma guai a fermarsi
L'eventuale inserimento del 30enne ex-Agovv Apeldoorn (serie B olandese) potrebbe essere agevolato dalla sosta del campionato, la quarta di questa inconsueta stagione, che incombe. Il prossimo turno vedrà in campo il Barletta il prossimo 3 marzo, quando al "Puttilli" arriverà il Gubbio, inattesa diretta concorrente per la salvezza, in caduta libera da qualche giornata a questa parte. Ieri al fischio finale di Mangialardi dalla nostra postazione in Tribuna Stampa, dando un occhio al terreno del "Francioni" abbiamo visto tanti musi lunghi in campo, delusi da questo costante "vorrei ma non riesco", che vede il Barletta- più per ingenuità e limiti caratteriali che tecnici- soccombere spesso e volentieri nella seconda metà del secondo tempo, dopo aver sfoderato ottime prestazioni. Gubbio, Frosinone in casa, Andria al "Degli Ulivi" e Sorrento ancora in casa: marzo vedrà i biancorossi agevolati (quasi) totalmente dal fattore-campo. Riemergere dalle paludi pontine, dove ieri il Barletta si è impantanato per l'ennesima volta in questa maledetta stagione, è l'obbligo: ad allenatore, società e giocatori trovare i mezzi per farlo.
(Twitter: @GuerraLuca88)