Guglielmi, Cicerelli e quella linea verde che rischia di sbiadire
I due giovani biancorossi ed i dubbi sulla gestione della loro crescita
lunedì 3 febbraio 2014
15.09
Daniele Guglielmi ed Emmanuele Pio Cicerelli. Volendo cercare due volti da mettere copertina per presentare la "linea verde" ultimamente perseguita dal Barletta calcio, i due da scegliere sarebbero senza dubbio quelli di Daniele ed Emanuele. La linea verde si sa, da soddisfazioni alle società, veder crescere all'interno delle proprie squadre giovanili dei ragazzi da poter lanciare in prima squadra e poi nel calcio che conta rappresenta il fiore all'occhiello di qualsiasi dirigenza in un calcio dove circola sempre meno denaro e in cui per sopravvivere bisogna avere idee e virtuosità. A volte però, ci si dimentica che i giovani calciatori in erba, i ragazzi della "linea verde", sono, appunto, ragazzi e come tali vanno gestiti per permettergli di spiccare il volo. Ed allora ci poniamo una domanda, come stanno gestendo questi ragazzi in via Vittorio Veneto? Si sta seguendo la strada giusta per farli crescere?
Gulgliemi, un patrimonio da custodire con cura
Passare in una settimana dal possibile approdo a Juve e Milan all'espulsione dell' "Arechi" (seppur molto probabilmente ingiusta) non deve esser facile per nessuno, figuriamoci per un ragazzo che ha appena computo 16 anni. "Daniele è un ragazzo con la testa a posto, ha la forza di reggere alla pressioni", così mister Orlandi si esprime quando gli viene chiesto su come Gugliemi stia vivendo l'improvvisa ribalta dovuta al fatto che, non è da tutti a 16 anni avere già 329 minuti giocati in Lega Pro. Non vogliamo assolutamente contraddire le parole del mister, che osservando il ragazzo quotidianamente esprime il suo legittimo giudizio, ma un dubbio ci viene ed è lecito: non sarebbe forse meglio gestire con maggiore cautela la crescita di un sedicenne? Il dubbio sulla gestione dei ragazzi nel mondo del calcio è atavico, soprattutto in Italia, dove ci sono due scuole di pensiero: da una parte troviamo chi ritiene che i giovani vadano lanciati nonappena mostrino delle qualità anche a rischio di bruciarli e deprimerli alla prime difficoltà e dall'altra troviamo chi invece ritiene che bisognerebbe usare con loro i guanti di velluto, centellinandone l'utilizzo e coltivandone il talento con calma, permettendogli di crescere dal punto di vista calcistico ed anche umano. Ovviamente non c'è una verità assoluta ma come sempre, probabilmente la ragione sta nel mezzo e il caso di Daniele Guglielmi è l'esempio lampante. Il ragazzo ha indubbiamente stoffa ma nelle ultime due gare i limiti dovuti alla giovane età stanno emergendo tutti: contro Frosinone e Salernitana (aldilà dell'espulsione) il ragazzo ha sofferto ed il pubblico ha già cominciato a mugugnare chiedendosi? "Ma questo ragazzo non doveva andare alla Juve ed al Milan? Ma è davvero così forte?" Domande legittime, perchè è vero che Guglielmi ha 16 anni ma quando si scende in campo per il tifoso la carta d'identità non conta. Ed allora, probabilmente una maggiore cautela nei confronti del ragazzo sarebbe auspicabile per non rischiare di ripetere degli errori, errori che stanno via via facendo smarrire un altro ragazzo, l'altro ragazzo scelto per la nostra copertina, Emmanuele Pio Cicerelli.
Cicerelli, da icona del nuovo Barletta a personaggio in cerca di autore
L'icona del nuovo Barletta, il ragazzo su cui costruire il nostro futuro. Era il giugno dello scorso anno, all'indomani della salvezza, conquistata anche grazie alle sue buone prestazoni, ed Emmanuele Pio Cicerelli veniva definito così dal direttore generale Martino. Attorno al 19enne di Manfredonia si era creato un alone di attesa, l'attesa per quella che sarebbe dovuta essere la stagione della sua definitiva consacrazione. Con il numero 10 biancorosso sulle spalle Cicerelli ha cominciato da titolare inamovibile e stella annunciata ma partita dopo partita e prestazione negativa dopo prestazione negativa, la sua stella si sta spegnendo, il pubblico ormai lo contesta, non lo aspetta più, ma del resto perchè dovrebbe? Come abbiamo detto per Guglielmi, quando si scende in campo per il tifoso la carta d'identità non conta. Quella di Cicerelli da stagione della consacrazione si sta trasformando in una vera e propria via Crucis, da icona del nuovo Barletta il ragazzo sta diventando sempre più un personaggio in cerca di autore, in cerca della propria identità, e tutto questo con il rischio di non riuscire più a trovarla. Anche ieri a Salerno la sua prestazione è stata da dimenticare, ora con l'arrivo di Campagna e Ganz la sua titolarità diventa sempre più in dubbio e questo insieme alle delusioni per l'andamento della stagione potrebbe rappresentare per il ragazzo un colpo durissimo. Ed allora riecco emergere il quesito: è giusto lanciare questi ragazzi in campo senza se e senza ma solo intravedendone qualche qualità? Non sarebbe meglio lasciarli maturare con calma? La risposta a questi interrogativi può darla solo il rettangolo di gioco e fino a questo momento, quale sia questa risposta, appare chiaro quasi a tutti.
Gulgliemi, un patrimonio da custodire con cura
Passare in una settimana dal possibile approdo a Juve e Milan all'espulsione dell' "Arechi" (seppur molto probabilmente ingiusta) non deve esser facile per nessuno, figuriamoci per un ragazzo che ha appena computo 16 anni. "Daniele è un ragazzo con la testa a posto, ha la forza di reggere alla pressioni", così mister Orlandi si esprime quando gli viene chiesto su come Gugliemi stia vivendo l'improvvisa ribalta dovuta al fatto che, non è da tutti a 16 anni avere già 329 minuti giocati in Lega Pro. Non vogliamo assolutamente contraddire le parole del mister, che osservando il ragazzo quotidianamente esprime il suo legittimo giudizio, ma un dubbio ci viene ed è lecito: non sarebbe forse meglio gestire con maggiore cautela la crescita di un sedicenne? Il dubbio sulla gestione dei ragazzi nel mondo del calcio è atavico, soprattutto in Italia, dove ci sono due scuole di pensiero: da una parte troviamo chi ritiene che i giovani vadano lanciati nonappena mostrino delle qualità anche a rischio di bruciarli e deprimerli alla prime difficoltà e dall'altra troviamo chi invece ritiene che bisognerebbe usare con loro i guanti di velluto, centellinandone l'utilizzo e coltivandone il talento con calma, permettendogli di crescere dal punto di vista calcistico ed anche umano. Ovviamente non c'è una verità assoluta ma come sempre, probabilmente la ragione sta nel mezzo e il caso di Daniele Guglielmi è l'esempio lampante. Il ragazzo ha indubbiamente stoffa ma nelle ultime due gare i limiti dovuti alla giovane età stanno emergendo tutti: contro Frosinone e Salernitana (aldilà dell'espulsione) il ragazzo ha sofferto ed il pubblico ha già cominciato a mugugnare chiedendosi? "Ma questo ragazzo non doveva andare alla Juve ed al Milan? Ma è davvero così forte?" Domande legittime, perchè è vero che Guglielmi ha 16 anni ma quando si scende in campo per il tifoso la carta d'identità non conta. Ed allora, probabilmente una maggiore cautela nei confronti del ragazzo sarebbe auspicabile per non rischiare di ripetere degli errori, errori che stanno via via facendo smarrire un altro ragazzo, l'altro ragazzo scelto per la nostra copertina, Emmanuele Pio Cicerelli.
Cicerelli, da icona del nuovo Barletta a personaggio in cerca di autore
L'icona del nuovo Barletta, il ragazzo su cui costruire il nostro futuro. Era il giugno dello scorso anno, all'indomani della salvezza, conquistata anche grazie alle sue buone prestazoni, ed Emmanuele Pio Cicerelli veniva definito così dal direttore generale Martino. Attorno al 19enne di Manfredonia si era creato un alone di attesa, l'attesa per quella che sarebbe dovuta essere la stagione della sua definitiva consacrazione. Con il numero 10 biancorosso sulle spalle Cicerelli ha cominciato da titolare inamovibile e stella annunciata ma partita dopo partita e prestazione negativa dopo prestazione negativa, la sua stella si sta spegnendo, il pubblico ormai lo contesta, non lo aspetta più, ma del resto perchè dovrebbe? Come abbiamo detto per Guglielmi, quando si scende in campo per il tifoso la carta d'identità non conta. Quella di Cicerelli da stagione della consacrazione si sta trasformando in una vera e propria via Crucis, da icona del nuovo Barletta il ragazzo sta diventando sempre più un personaggio in cerca di autore, in cerca della propria identità, e tutto questo con il rischio di non riuscire più a trovarla. Anche ieri a Salerno la sua prestazione è stata da dimenticare, ora con l'arrivo di Campagna e Ganz la sua titolarità diventa sempre più in dubbio e questo insieme alle delusioni per l'andamento della stagione potrebbe rappresentare per il ragazzo un colpo durissimo. Ed allora riecco emergere il quesito: è giusto lanciare questi ragazzi in campo senza se e senza ma solo intravedendone qualche qualità? Non sarebbe meglio lasciarli maturare con calma? La risposta a questi interrogativi può darla solo il rettangolo di gioco e fino a questo momento, quale sia questa risposta, appare chiaro quasi a tutti.