Focus biancorosso: una difesa "azzerata" e il trio di giganti
Il bicchiere mezzo pieno racconta di Liverani imbattuto da 316'
lunedì 1 aprile 2013
13.31
La "cura" di Nevio Orlandi ha provveduto a migliorare le "alchimie" di squadra soprattutto in fase difensiva. Con il tecnico di Casalmaggiore seduto sulla panchina biancorossa sono migliorati in maniera importante tutti i meccanismi di difesa. I punti di partenza di questo cambiamento radicale vanno ricercati in 3 aspetti differenti tra loro:
Passaggio al 3-5-2
Il "credo" tattico di Novelli verteva essenzialmente sul 4-3-3, ma questo modulo, pur permettendo alla squadra di creare maggiori pericoli alle retroguardie avversarie, creava diverse situazioni di pericolo alla difesa biancorossa, non sempre in grado di attutire le folate offensive avversarie. Con Raffaele Novelli in panchina, la retroguardia biancorossa, spesso schierata a 4 con Romeo spesso "dirottato" sulla fascia e quasi bloccato in fase di spinta, il Barletta ha subito la bellezza di 28 gol in 16 giornate, una media non proprio esaltante per una squadra che non ha mai segnato tanto. Con la parentesi Stringara, poi, la musica non è cambiata di molto: le 6 partite disputate dai biancorossi con il tecnico toscano seduto in panchina hanno portato in dote "solo" 4 punti e ben 9 gol subiti. Nevio Orlandi ha portato con sé un nuovo modulo e un nuovo modo di difendere. La squadra, infatti, in fase di non possesso di schiera a 5, riducendo notevolmente la percentuale di occasioni concesse agli avversari. Non è un caso che con l'ex Reggina alla guida dei biancorossi, il Barletta non abbia subito gol. Anche se, come più volte rimarcato, la "coperta di Linus" si è allungata in difesa palesando ulteriormente i problemi dell'attacco.
Cambio di uomini
Con l'arrivo di mister Orlandi in panchina, in difesa si è preferito puntare su uomini più esperti. Sono finiti infatti quasi nel dimenticatoio uomini come Calapai e De Leidi che nella gestione Novelli spesso venivano buttati nella "mischia". Orlandi ha "privilegiato" l'esperienza dei vari Burzigotti, Di Bella e Camilleri, traendone maggiori riscontri in termini di esperienza e riducendo la percentuale di errori individuali. Le nuove gerarchie imposte da Orlandi hanno portato i loro frutti, e la difesa in queste ultime gare è apparsa più sicura, meno impaurita in alcune giocate. Resta ancora vivo il problema dell'impostazione del gioco dal basso, con Burzigotti e Di Bella che possono (e devono) migliorare in fase di costruzione.
Alto rendimento nei reparti chiave
Cambiano gli uomini, cambiano gli allenatori, ma cambia anche il rendimento di alcuni giocatori nei reparti chiave. In particolar modo, lievitano le buone prestazioni di Luca Liverani e di Vincenzo Camilleri. L'estremo difensore sta acquisendo, partita dopo partita, una certa consapevolezza nei propri mezzi, salvando con le sue prodezze diversi risultati. Non è quindi un caso che la porta biancorossa risulti imbattuta da ben 316 minuti, a testimonianza del buon lavoro svolto dall'estremo difensore ex Celano. Sicuro e preciso è apparso anche il centrale difensivo Vincenzo Camilleri, che nelle ultime gare ha diretto la difesa a 3 con il piglio da leader, senza sbavature e senza concessioni di sorta agli avversari. Il Barletta può (e deve) ripartire da questi 2 punti fermi, da quelle che ormai sono diventate delle (quasi) certezze per continuare a mettere fieno in cascina ed evitare con tutte le proprie forze la retrocessione in Seconda Divisione.
Passaggio al 3-5-2
Il "credo" tattico di Novelli verteva essenzialmente sul 4-3-3, ma questo modulo, pur permettendo alla squadra di creare maggiori pericoli alle retroguardie avversarie, creava diverse situazioni di pericolo alla difesa biancorossa, non sempre in grado di attutire le folate offensive avversarie. Con Raffaele Novelli in panchina, la retroguardia biancorossa, spesso schierata a 4 con Romeo spesso "dirottato" sulla fascia e quasi bloccato in fase di spinta, il Barletta ha subito la bellezza di 28 gol in 16 giornate, una media non proprio esaltante per una squadra che non ha mai segnato tanto. Con la parentesi Stringara, poi, la musica non è cambiata di molto: le 6 partite disputate dai biancorossi con il tecnico toscano seduto in panchina hanno portato in dote "solo" 4 punti e ben 9 gol subiti. Nevio Orlandi ha portato con sé un nuovo modulo e un nuovo modo di difendere. La squadra, infatti, in fase di non possesso di schiera a 5, riducendo notevolmente la percentuale di occasioni concesse agli avversari. Non è un caso che con l'ex Reggina alla guida dei biancorossi, il Barletta non abbia subito gol. Anche se, come più volte rimarcato, la "coperta di Linus" si è allungata in difesa palesando ulteriormente i problemi dell'attacco.
Cambio di uomini
Con l'arrivo di mister Orlandi in panchina, in difesa si è preferito puntare su uomini più esperti. Sono finiti infatti quasi nel dimenticatoio uomini come Calapai e De Leidi che nella gestione Novelli spesso venivano buttati nella "mischia". Orlandi ha "privilegiato" l'esperienza dei vari Burzigotti, Di Bella e Camilleri, traendone maggiori riscontri in termini di esperienza e riducendo la percentuale di errori individuali. Le nuove gerarchie imposte da Orlandi hanno portato i loro frutti, e la difesa in queste ultime gare è apparsa più sicura, meno impaurita in alcune giocate. Resta ancora vivo il problema dell'impostazione del gioco dal basso, con Burzigotti e Di Bella che possono (e devono) migliorare in fase di costruzione.
Alto rendimento nei reparti chiave
Cambiano gli uomini, cambiano gli allenatori, ma cambia anche il rendimento di alcuni giocatori nei reparti chiave. In particolar modo, lievitano le buone prestazioni di Luca Liverani e di Vincenzo Camilleri. L'estremo difensore sta acquisendo, partita dopo partita, una certa consapevolezza nei propri mezzi, salvando con le sue prodezze diversi risultati. Non è quindi un caso che la porta biancorossa risulti imbattuta da ben 316 minuti, a testimonianza del buon lavoro svolto dall'estremo difensore ex Celano. Sicuro e preciso è apparso anche il centrale difensivo Vincenzo Camilleri, che nelle ultime gare ha diretto la difesa a 3 con il piglio da leader, senza sbavature e senza concessioni di sorta agli avversari. Il Barletta può (e deve) ripartire da questi 2 punti fermi, da quelle che ormai sono diventate delle (quasi) certezze per continuare a mettere fieno in cascina ed evitare con tutte le proprie forze la retrocessione in Seconda Divisione.