Caos "calcio-scommesse", revocati gli arresti domiciliari per Signori, Sommese e Micolucci

Restano validi i capi di accusa

mercoledì 15 giugno 2011
A cura di Luca Guerra
«Habemus papam». Questo il commento, sarcastico e avvilito, di Alfonso De Amicis, legale di Beppe Signori, quando ieri ha saputo dalla notizia della revoca degli arresti domiciliari decisa dal Gip Matteo Salvini a carico del suo assistito. De Amicis ha rivendicato la totale estraneità di Signori al caso "calcio-scommesse" e ha poi avuto, all'uscita dal tribunale di Verona, parole di fuoco nei confronti della categoria giornalistica, colpevole di « essersi divertita con chi non aveva la possibilità di difendersi». Un pensiero parziale e "ottimista", considerando che per il Gip Salvini permangono valide le accuse di frode sportiva e reato d'associazione nei confronti dell'ex attaccante di Lazio e Bologna. Accuse basate sull'ammissione del ruolo di Signori nell'organizzazione fatte da Bruni e Giannone per il finanziamento di partite truccate nei campionati esteri e sul papello redatto da Signori e indirizzato a Pirani ed Erodiani, manoscritto del quale l'indagato non ha saputo fornire un preciso significato.

Ha termine così l'incubo-domiciliari per Beppe Signori, iniziato l'1 giugno quando di primissima mattina le forze dell'ordine avevano fatto irruzione nella sua casa di Bologna per notificargli il provvedimento cautelare e sequestrargli materiale giudicato utile alle indagini, tra cui il detto papello. Sempre con le stesse motivazioni il Gip ha revocato gli arresti domiciliari per Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci, calciatori dell'Ascoli, e per Gianluca Tuccella, portiere del Cus Chieti Calcio a 5. Nelle prossime ore sarà invece il turno dei giudizi a carico di Marco Paoloni, portiere del Benevento tuttora detenuto in carcere.