Barletta, una sconfitta che non fa male: dal derby biancorossi più "squadra"

L'1-2 contro il Lecce non lascia segni ma solo tanta amarezza per il risultato

lunedì 10 febbraio 2014
A cura di Luca Guerra
Nel corso di sette giorni, il Barletta Calcio ha conosciuto i due sapori opposti della sconfitta. Dopo aver bevuto un amaro calice, povero di bollicine e ricco di carenze- ci sia perdonato l'ossimoro- tecniche e tattiche in quel di Salerno, ieri pomeriggio i biancorossi di Orlandi hanno ceduto la posta al Lecce dopo 90 e passa minuti di lotta alla pari sul rettangolo verde, in un match deciso dagli episodi, dai colpi individuali (vedi alla voce Doumbia) e dall'espulsione di Ferreira, che per l'ultima mezz'ora di gioco ha ridotto i biancorossi in 10 uomini, quando il risultato era stato appena riportato sui binari della parità dagli ospiti. In entrambi i casi la classifica non si è mossa, ma dal ko nel derby Camileri e compagni vengono fuori con tanta fiducia e consapevolezza dei propri mezzi in eredità.

Corsa, cuore e fantasia: primo tempo d'alta quota
Il 4-3-3 di partenza aveva affidato ai 1500 spettatori del "Puttilli" un Barletta aggressivo, deciso in fase di impostazione e rapido in fase di ribaltamento dell'inerzia del gioco. Smaltita la carica giallorossa manifestata da un paio di attacchi firmati Ferreira Pinto e Miccoli, Di Bella e compagni avevano preso metri, in un'avanzata certificata dalla realizzazione dalla distanza di Mantovani. Reparti vicini, poco spazio concesso al portatore di palla avversario, spada e fioretto in alternanza nel trio Innocenti-Legras-Mantovani. Una musica che aveva ricordato la corsa-salvezza sotto l'egida-Orlandi. Senza Cicerelli, si è visto un tridente spurio, quasi ad albero di Natale, nel quale un irrefrenabile D'Errico e un solido Ilari hanno dato fiato alle acerbe trombe di Ganz: il ragazzo- ieri visionato dal padre Maurizio in tribuna- si farà, magari al fianco di La Mantia come spalla. Prima frazione d'alta quota.

Ferreira e Pippa: esterni alterni
A cambiare l'inerzia del match è stato il periodo ruotante intorno al 15' della ripresa: un minuto prima Miccoli aveva approfittato della respinta di Liverani sulla conclusione da pochi passi di Ferreira Pinto per siglare la parità, un minuto dopo Augusto Ferreira, già ammonito e impiegato nei panni di terzino destro in luogo dell'infortunato Cane (ieri sera partito per Roma per controlli alla caviglia, distorsione per lui), ha trovato il secondo "giallo", lasciando i suoi in 10 uomini e dando adito alle avanzate salentine e al successivo 1-2 firmato da Amodio. Un dazio da pagare all'inesperienza e a un cambio che poteva essere realizzato prima. Discreto ma inesperto e-purtroppo-determinante Ferreira a destra, meglio Pippa a sinistra: il terzino cilentano è passato dalla tribuna di Salerno al campo di ieri e ha risposto "presente". Nel Barletta rivoltato da Orlandi (cinque volti nuovi tra l'"Arechi" e la sfida al Lecce) le conferme non sono mancate. Per Guglielmi e Cicerelli, assenti ieri per squalifica, ci sarà spazio costante nel futuro?

Niente obiettivi, si gioca a mente leggera
Di fatto, nonostante una classifica che non si scosta dal terz'ultimo posto (sarebbe quart'ultimo, ma la Nocerina è stata esclusa dal torneo) da un anno e mezzo, l'ambiente appare rinvigorito e con esso anche le forze in campo, per ammissione degli stessi giocatori (vedi Mantovani e D'Errico) nel post-gara. E alora viene lecito pensare che il Barletta stia cominciando a vivere questa Lega Pro secondo il suo profilo più "ludico": inutile affannarsi nell'inseguimento di playoff mai stati vicini e difficilmente avvicinabili, meglio concentrarsi sulla crescita corale e la semina di un prodotto per il quale si attende di capire chi porterà in dote il foraggio necessario. I giocatori hanno la mente maggiormente libera, fattore necessario per lo sviluppo di una squadra giovane come quella biancorossa al giorno d'oggi. Insomma, archiviato l'equivoco di fondo riguardante gli obiettivi, sul quale si è vissuta l'estate, attraversiamo un inverno di riconciliazione, con il campo e i colori biancorossi, in attesa di una primavera di speranze

Sosta: un bene o un male?
Ora è tempo di fermarsi, complice il calendario della Lega Pro a 17 squadre. Domenica il Barletta osserverà un turno di riposo: tempo di bilanci e programmi per un torneo giunto al 23esimo atto, nel quale i biancorossi hanno collezionato 18 punti, fiducia in sè ma poche gioie. C'è tempo per chiudere al meglio, e forse fermarsi in questo stato di forma non sarà un pit-stop benefico. Di certo non c'è da fermare le gambe, ma da rinfrescare la mente: il 23 febbraio si riparte da L'Aquila, dove alberga la quarta forza del campionato, prima tappa della decade finale del torneo. Si riparte dal ruggito della Nord alla rete di Mantovani, termometro di una passione che supera i risultati. Al Barletta Calcio ora si chiede solo di maturare, divertire e lottare sempre, anche in trasferta, laddove spesso la squadra è mancata di personalità. Solo questo. E gli applausi scroscianti del "Puttilli" ieri a fine gara ne sono testimonianza.
(Twitter: @GuerraLuca88)