Barletta: il calvario continua, ma ci sarà la resurrezione?
A Perugia altra tappa di una stagione da dimenticare al più presto, con la speranza di poter risorgere
lunedì 10 marzo 2014
1.04
Dodicesima sconfitta su 25 gare disputate, 15 gol fatti (peggior attacco del campionato), 34 subiti, una sola vittoria in trasferta dove peraltro si è andati in gol solo 4 volte (l'ultima addirittura l' 8 dicembre scorso nell' 1-1 di Catanzaro). Sono numeri impietosi, sono numeri che fotografano al meglio una stagione che può definirsi un calvario piuttosto che un campionato, e se a questo si aggiunge l'incertezza per un futuro al momento avvolto da nubi grigie, c'è davvero poco da stare allegri.
Un match senza storia, condizionato da scelte forse sbagliate
Una autorete dopo pochi minuti, un'espulsione sciagurata dopo mezzora di gioco ed un gol subito a fine primo tempo, nel mezzo qualche timido tentativo di reagire, una grande occasione fallita e la solita inconcludenza di una squadra che ha messo a segno 15 reti in campionato e che come detto non segna in trasferta dall' 8 dicembre scorso. Se a questo poi si aggiunge qualche scelta discutibile di mister Orlandi, come quella di rilanciare dal 1' minuto l'ormai ex golden boy Cicerelli mandando addirittura in tribuna Ganz, si ottiene come risultato l'ennesima mortificante prestazione del Barletta calcio 2013-2014. È vero, difronte si aveva una delle candidate alla vittoria finale, ma si poteva e doveva fare di più, eppure ancora una volta ci si è arresi quasi senza combattere, consci della propria inferiorità.
Orlandi, gli obiettivi ed una crescita fine a se stessa
"Avevamo preparato la partita per giocarcela a viso aperto, ci abbiamo provato anche in 10 perchè i nostri obiettivi per questo finale di stagione sono questi". Sarà colpa dell'assurda formula di questo campionato, ma sentire un allenatore rispondere in questa maniera ad una richiesta di analisi di una partita è davvero mortificante. Può una squadra porsi come obiettivo quello di giocare in maniera aggressiva? Può una squadra avere come unico obiettivo quello di far crescere un nucleo di giocatori senza però avere la certezza di poter intraprendere un programma concreto per la stagione successiva? Ebbene si, perchè questo al momento è il Barletta calcio, una società che naviga a vista, senza un futuro certo, una società senza obiettivi di classifica, con buona pace dei suoi tifosi che tanto calorosamente e fiduciosamente avevano riposto speranze in questa annata 2013-2014, ma tant'è.
Tanti errori, tante mortificazioni ma (quasi) nessuna ammissione di colpa
Può sembrare stucchevole ritrovarsi a marzo ad affrontare un certo tipo di discorsi, ma è doveroso notare che dinanzi a tale situazione poche, davvero poche, siano state le ammissioni di colpa di coloro che possono ritenersi responsabili di questa mortificante situazione. Il direttore sportivo Gabriele Martino mantiene ormai da lungo tempo il silenzio e non si è mai premurato di riconoscere gli errori fatti ad inizio stagione, quando le prospettive annunciate erano state ben altre rispetto alla "crescita dei giovani". Crescita dei giovani di cui come detto continua a parlare mister Orlandi che appare ormai assuefatto da questa situazione, anche lui incapace di ammettere i propri errori. L'unico ad aver in qualche modo ammesso gli sbagli fatti è stato il presidente Tatò ma, non può bastare ed il tutto si aggrava se si tiene conto che il futuro ha tinte fosche.
Il tempo scorre, il calvario è ancora lungo ed il futuro è ancora incerto
Si naviga a vista dunque, mancano 6 partite da onorare nel migliore dei modi e questa triste stagione sarà archiviata, ma poi cosa accadrà? Tra una dichiarazione ed un incontro con i tifosi, i giorni trascorrono ma il risultato è sempre lo stesso: il presidente Tatò è intenzionato a lasciare e fino a quando non si presenterà una proposta seria la situazione non cambierà. A questo punto però il tempo comincia a stringere, mancano ormai 110 giorni alla dead line, al 30 giugno, data nella quale le società sono tenute a presentare domanda di iscrizione ai campionati, ed al momento la certezza che il Barletta possa essere presente ai nastri di partenza della Lega Pro unica 2014-2015 non c'è ancora, e questo probabilmente fa ancora più male ai tifosi biancorossi del calvario di questa stagione, perchè alla fine del calvario c'è la crocifissione ma poi c'è la resurrezione, ed al momento per il Barletta questo non è affatto sicuro che accada.
Un match senza storia, condizionato da scelte forse sbagliate
Una autorete dopo pochi minuti, un'espulsione sciagurata dopo mezzora di gioco ed un gol subito a fine primo tempo, nel mezzo qualche timido tentativo di reagire, una grande occasione fallita e la solita inconcludenza di una squadra che ha messo a segno 15 reti in campionato e che come detto non segna in trasferta dall' 8 dicembre scorso. Se a questo poi si aggiunge qualche scelta discutibile di mister Orlandi, come quella di rilanciare dal 1' minuto l'ormai ex golden boy Cicerelli mandando addirittura in tribuna Ganz, si ottiene come risultato l'ennesima mortificante prestazione del Barletta calcio 2013-2014. È vero, difronte si aveva una delle candidate alla vittoria finale, ma si poteva e doveva fare di più, eppure ancora una volta ci si è arresi quasi senza combattere, consci della propria inferiorità.
Orlandi, gli obiettivi ed una crescita fine a se stessa
"Avevamo preparato la partita per giocarcela a viso aperto, ci abbiamo provato anche in 10 perchè i nostri obiettivi per questo finale di stagione sono questi". Sarà colpa dell'assurda formula di questo campionato, ma sentire un allenatore rispondere in questa maniera ad una richiesta di analisi di una partita è davvero mortificante. Può una squadra porsi come obiettivo quello di giocare in maniera aggressiva? Può una squadra avere come unico obiettivo quello di far crescere un nucleo di giocatori senza però avere la certezza di poter intraprendere un programma concreto per la stagione successiva? Ebbene si, perchè questo al momento è il Barletta calcio, una società che naviga a vista, senza un futuro certo, una società senza obiettivi di classifica, con buona pace dei suoi tifosi che tanto calorosamente e fiduciosamente avevano riposto speranze in questa annata 2013-2014, ma tant'è.
Tanti errori, tante mortificazioni ma (quasi) nessuna ammissione di colpa
Può sembrare stucchevole ritrovarsi a marzo ad affrontare un certo tipo di discorsi, ma è doveroso notare che dinanzi a tale situazione poche, davvero poche, siano state le ammissioni di colpa di coloro che possono ritenersi responsabili di questa mortificante situazione. Il direttore sportivo Gabriele Martino mantiene ormai da lungo tempo il silenzio e non si è mai premurato di riconoscere gli errori fatti ad inizio stagione, quando le prospettive annunciate erano state ben altre rispetto alla "crescita dei giovani". Crescita dei giovani di cui come detto continua a parlare mister Orlandi che appare ormai assuefatto da questa situazione, anche lui incapace di ammettere i propri errori. L'unico ad aver in qualche modo ammesso gli sbagli fatti è stato il presidente Tatò ma, non può bastare ed il tutto si aggrava se si tiene conto che il futuro ha tinte fosche.
Il tempo scorre, il calvario è ancora lungo ed il futuro è ancora incerto
Si naviga a vista dunque, mancano 6 partite da onorare nel migliore dei modi e questa triste stagione sarà archiviata, ma poi cosa accadrà? Tra una dichiarazione ed un incontro con i tifosi, i giorni trascorrono ma il risultato è sempre lo stesso: il presidente Tatò è intenzionato a lasciare e fino a quando non si presenterà una proposta seria la situazione non cambierà. A questo punto però il tempo comincia a stringere, mancano ormai 110 giorni alla dead line, al 30 giugno, data nella quale le società sono tenute a presentare domanda di iscrizione ai campionati, ed al momento la certezza che il Barletta possa essere presente ai nastri di partenza della Lega Pro unica 2014-2015 non c'è ancora, e questo probabilmente fa ancora più male ai tifosi biancorossi del calvario di questa stagione, perchè alla fine del calvario c'è la crocifissione ma poi c'è la resurrezione, ed al momento per il Barletta questo non è affatto sicuro che accada.