Barletta Calcio, parola all’ex difensore Mattia Masiero

Il terzino del Trissino: «La squadra è competitiva, spero si salvi»

mercoledì 27 febbraio 2013 10.00
A cura di Enrico Gorgoglione
In tanti sono passati in questi anni da via Vittorio Veneto, molti hanno attraversato e vissuto gli spogliatoi del Barletta Calcio, lasciando più o meno il segno. Alcuni calciatori, sono rimasti a Barletta anche anni, diventando idoli della tifoseria. Altri, per una scelta o per un'altra, sono stati allontanati in virtù di altri progetti. Mattia Masiero è uno degli ex della scorsa stagione. Il terzino veneto è rimasto all'ombra di Eraclio per due stagioni, collezionando 30 presenze. Gli anni trascorsi a Barletta sono sempre stati contrassegnati dalla sua umiltà, dalla disponibilità assoluta e dalla professionalità dimostrate partita dopo partita. Ora Mattia ha salutato Barletta, gioca in serie D, nel Trissino Valdagno, ma è sempre interessante parlare con lui di tutto quel che gravita attorno ai colori biancorossi. Abbiamo intervistato Mattia in esclusiva per i lettori di Barlettalife, e l'ex terzino si è concesso molto volentieri ai nostri microfoni:

Mattia, stai seguendo le sorti del Barletta Calcio, che quest'anno sta attraversando un periodo non propriamente positivo?
Sto vedendo che non va tanto bene, seguendo le immagini che vanno online. Ho visto che soprattutto nell'ultima parte di campionato i ragazzi sono stati molto sfortunati.

Si può considerare solo questione di sfortuna oppure la classifica deficitaria può imputarsi all'addio di tanti anziani e alla creazione di un gruppo giovane?
Il discorso giovani non credo conti tantissimo, ma quando fai una squadra totalmente nuova, non è mai facile iniziare un campionato e partire subito bene, ci vuole un attimo di tempo per conoscersi, perché i ragazzi si amalgamino. Infatti ultimamente solo i risultati non stanno arrivando, ma la mole di gioco e le occasioni ci sono. La squadra è competitiva.

Tu sei un grande amico di Daniele Simoncelli, che a Barletta quest'anno non sta vivendo un momento felicissimo. Vi sentite spesso?
Mi sento spesso con Daniele, anche perché avendo vissuto insieme per due anni, abbiamo legato abbastanza. Quello che mi sento di dire è che secondo me nei suoi confronti non è stato fatto un buon lavoro da parte della società. Daniele è un ragazzo che ha sempre dimostrato massimo impegno, massimo attaccamento alla maglia. Secondo me si meritava un trattamento migliore: addirittura è andato fuori dai piani tecnici, poi è rientrato a far parte del gruppo ultimamente per cercare di dare una mano alla squadra.

La società non si è comportata benissimo anche nei tuoi confronti, se non erro…
Quando non continua una rapporto tra società e giocatore non è che non ci si comporta bene. Anzi, ti dirò la verità, nei due anni trascorsi a Barletta sono stato benissimo, non ho mai avuto alcun problema, sono stati sempre a disposizione anche l'anno scorso quando me ne sono andato. Sono scelte societarie. Quando cambi la dirigenza e cambiano gli uomini all'interno di una società non è mai facile che si continuino i progetti degli anni precedenti. Capita, fa parte del calcio tutto sommato. Sono però stato bene a Barletta, e sono contento di quello che è stato.

Oltre che con Daniele, ti senti anche con altri tuoi ex compagni?
Due giorni fa mi sono sentito con Guerri, spesso mi sento con Cerone perché ha avuto quel problema fisico. Sento spesso il dottore Massimo De Prezzo che è una gran persona. Con molti mi sento, anche se non così spesso.

Ad inizio stagione sembrava che tu dovessi rimanere, poi cosa è successo?
Con il cambio di direttore, non vengono mantenute molte situazioni del passato all'interno della società. Accade spesso che arrivino molti giocatori nuovi: quest'anno è successo questo a Barletta. Inizialmente c'è stato un approccio, sembrava dovessi rimanere, però la società ha virato sul discorso giovani, ha preferito fare queste scelte, che chiaramente sono discutibili e infatti i risultati hanno anche dimostrato ciò. Però, voglio dire, è comunque giusto puntare sui giovani.

Facciamo dei parallelismi guardando l'attuale classifica, il Barletta si trova coinvolto nei bassifondi ma a maggio lottava per un posto nei playoff, mentre il Latina, che ora è primo, solo qualche mese fa si salvava a fatica dalla retrocessione.
L'anno scorso sono stati fatti mille errori da parte di tutti: noi giocatori, la dirigenza, e lo stesso presidente quando ha dichiarato che non siamo andati ai playoff per non aver dichiarato agli organi competenti che il vice-presidente era presente in una società di poker online. Sono tutti errori che si fanno e poi si pagano. Noi l'abbiamo pagato con quel punto di penalizzazione, ma sicuramente durante l'anno noi non abbiamo fatto un campionato stupendo. Però c'è da dire con quel punto l'obiettivo sarebbe stato raggiunto. La colpa è un po' di tutti, nostra per la gestione del campionato, della società per altre cose. Guardando ad oggi, se non sbaglio il Latina ha fatto un mercato importante già dall'inizio del campionato. Il Barletta, dal canto suo, dopo una stagione in cui sono stati fatti molti sacrifici economici, ha voluto cambiare strada, cambiando molto anche in "giovinezza". Latina e Barletta stanno facendo due campionati radicalmente opposti, ma si sapeva che i laziali sarebbero venuti fuori ugualmente, perché ha in rosa dei giocatori di qualità e di una certa esperienza.

Parliamo adesso un po' di presente, visto che di passato abbiamo parlato abbastanza: dove stai giocando ora?
Ho aspettato di trovare squadra fino a fine settembre, poi sinceramente avevo voglia di giocare, di stare in un gruppo e rivivere lo spogliatoio. Ho deciso quindi di stare qui a casa e di fermarmi a giocare nel mio paese. Sono in Interreggionale, nel girone C. La squadra è il Trissino Valdagno. Stiamo navigando sulla metà classifica. La squadra l'anno scorso è salita, ma quest'anno ci stiamo comportando bene, in un campionato comunque abbastanza difficile, perché squadre come Pordenone, Virtus e altre hanno fatto un grande campionato per fare il salto di categoria. Stiamo venendo fuori bene.

Da ex Lega Pro, come vedi la riforma dei campionati?
È un discorso a lungo termine, ma più che la gestione delle squadre, in Lega Pro va rivista la gestione dei giovani. Sono convinto che un giovane se è bravo gioca. Invece ora gioca perché viene "imposto" dalla Lega. Se un giocatore è bravo e lo merita, gioca comunque. Per quel riguarda le squadre, in questo momento è giusto fare un po' di "pulizia", cercando di alzare gli standard e il livello puramente economico. La crisi ha colpito anche il mondo del calcio. È quindi giusto avere meno squadre, magari un girone in meno, ma tutte società che mantengano determinati standard. Ben venga se si fa una riforma di questo tipo per migliorare la vita degli "addetti ai lavori", ossia dirigenti, allenatori e giocatori che si confronterebbero con realtà più sane rispetto a quanto non accade ora.

Diamo ora uno sguardo al futuro. Dove speri che si possa trovare il Barletta a fine stagione?
La classifica ora vede anche il Sorrento sopra. Non è facile, però la squadra sta lottando per ottenere un piazzamento nei playout. È normale che tutti ci si augurino una salvezza diretta. Il campionato di C è davvero tosto: anche quando la prima va ad affrontare l'ultima non è mai facile. Altrettanto difficile è affrontare gli scontri diretti. Per il Barletta di quest'anno già ottenere un buon piazzamento ai playout sarebbe un buon traguardo. Spero davvero che si salvi.

Siamo ai saluti conclusivi. Ti chiedo di salutare la tifoseria biancorossa che negli scorsi anni è stata sempre a voi vicina.
Saluto innanzitutto i ragazzi che sono ancora a Barletta, Pasquale (Pane), Daniele, Pippo (Petterini), Mazza (Mazzarani), Angeletti. Non mi sembra di dimenticare qualcuno (sorride ndr). Saluto la banda del "Tiramisù", il magazziniere Dino a cui sono molto legato. Ci tengo a salutare anche dirigenti e società con cui in questi due anni biancorossi ho avuto buon rapporti. Infine, è doveroso rivolgere un pensiero anche alla tifoseria biancorossa per la passione che ci mette e per la vicinanza continua alla squadra.