Barletta Calcio, i saluti di mister Elio Di Toro

Il tecnico in seconda parla alla vigilia del match contro il Frosinone

sabato 9 marzo 2013 8.09
A cura di Enrico Gorgoglione
Da qualche giorno sulla panchina del Barletta siede Nevio Orlandi, terzo allenatore stagionale dopo Novelli (in due tranche) e Stringara. Raffaele Novelli ha salutato Barletta dopo 16 panchine complessive, che hanno portato in dote molti applausi per il gioco offerto ma appena 10 punti alla prova del campo, frutto di due vittorie, 4 pareggi e 10 ko, con ben 30 centri al passivo e appena 14 realizzati, con una media punti di 0-62/partita. Insieme al tecnico campano, hanno salutato Barletta nei giorni scorsi anche il vice-allenatore Elio Di Toro e il preparatore atletico Fabbiano. Resta invece in biancorosso mister Di Leo, "promosso" da preparatore dei portieri ad allenatore in secondo. A parlare alla vigilia del match contro il Frosinone è Elio Di Toro, ormai ex vice-allenatore di Novelli (e di Stringara nel suo breve periodo di permanenza) sulla panchina del Barletta:

Elio Di Toro è uno degli "epurati" della nuova gestione, insieme a mister Novelli e al preparatore atletico Fabbiano. Come vi siete sentiti dopo l'addio al Barletta?
Sicuramente non sono mai delle belle situazioni. Dal punto di vista professionale è sicuramente un aspetto negativo, dal punto di vista del morale comunque è un momento non gradevole. C'è però da dire che comunque il calcio è questo, è chiaro che le uniche cose certe che ci sono è che queste situazioni possono accadere. Credo che sia giusto accettarle nella maniera più serena.

Lei e Fabbiano siete rimasti anche al termine della prima gestione Novelli. Ora che anche voi siete tra gli "esonerati", questa scelta vi è sembrata un fulmine a ciel sereno?
Per quanto riguarda la prima situazione, c'era anche un discorso legato al fatto che c'era il direttore Pavone, che era la persona che ci aveva portato a Barletta. Era chiaro che, quantunque potesse dispiacere per mister Novelli con cui c'era un buonissimo rapporto, siamo andati avanti anche con mister Stringara con sana professionalità. Poi è tornato il mister, con il quale comunque c'è sempre stata una certa complicità. Credo che dal momento in cui la società ha fatto una valutazione a largo giro, abbia ritenuto opportuno che questo dovesse accadere anche per noi. Va accettato, anche se uno può rimanerci male. Tutto questo fa parte del gioco.

Le faccio tre nomi: Roberto Tatò, Gabriele Martino e Raffaele Novelli. Come vi siete lasciati con questi 3 protagonisti del suo recente passato?
Con il mister non c'è nessun tipo di problematica. Abbiamo lavorato insieme, c'è sempre stato un grandissimo rispetto professionale e umano. Ci siamo lasciati bene, non c'è mai stato problema. Con il Presidente non ho nessun tipo di problema. Sono sempre del parere che è la persona che più ha a cuore le sorti del Barletta. Credo che se ha ritenuto giusto fare questa scelta l'ha fatta in virtù di poter creare ancora un'ulteriore possibilità di salvezza. Presumo che questo rientri nelle sue possibilità. Con me ha comunque avuto sempre un rapporto educato e rispettoso, è una persona che non fa mancare niente alla squadra e per l'andamento ordinario della società. Credo comunque che questo basti e avanzi per dare un seguito alla società. Poi per quel che riguarda il direttore Martino, l'ho conosciuto solo a gennaio, quando è arrivato. Mi è stato sinceramente anche difficile creare un rapporto di complicità assoluta. Ci siamo comunque professionalmente rispettati. Poi del resto, si fanno delle scelte, io sicuramente non posso cambiarle.

Secondo lei, per il bene del Barletta, era così importante cambiare allenatore, considerando che a 8 giornate dalla fine chiunque si sieda sulla panchina biancorossa non è in possesso né delle chiavi né della bacchetta magica per cambiare le sorti di questa stagione che è nata male e sta proseguendo sugli stessi binari?
Sotto questo aspetto credo che l'ardua sentenza spetti ai posteri. Solamente con il senno di poi si potrà dire se questa decisione è stata giusta o sbagliata. Quello che penso è che, per quanto mi riguarda, ho sempre creduto che l'obiettivo di centrare la salvezza si potesse raggiungere anche attraverso i playout, sempre scongiurando la retrocessione diretta, perché il primo obiettivo deve essere questo. Poi, comunque con sacrificio per l'annata balorda che abbiamo avuto, la salvezza si poteva ottenere. Adesso dire che questo è stato giusto o sbagliato, lo diremo dopo. È chiaro che per quanto mi riguarda, preferivo continuare ad essere partecipe di questo raggiungimento, perché comunque ho un grandissimo senso di appartenenza all'ambiente, ho legato tantissimo con tanti. Mi sarebbe piaciuto continuare a contribuire al raggiungimento di questo importante obiettivo.

Per quel che riguarda la vostra gestione, si è fatto tutto il possibile per far rendere al massimo questa squadra? Si sono fatti tutti gli sforzi per dare a voi la possibilità di lavorare nel miglior modo possibile? Vi aspettavate qualcosa in più?
Io sono abituato a guardare sempre le cose che ho. Secondo me puntare su questo tipo di discorso penso che sia inopportuno e inadeguato per i ragazzi che compongono la rosa. Io penso che i giocatori che ho sono sempre i migliori di tutti e per qualche sciocchezza, per qualche disattenzione, non hanno avuto i risultati che ci si attendeva. Se si limassero queste piccolezze, la squadra se l'è sempre giocata a viso aperto tranne in qualche partita. Con qualche episodio favorevole in più, staremmo qui a parlare di un altro andamento.

Come vuole salutare l'ambiente, la tifoseria e la squadra?
Mi auguro vivamente che i ragazzi possano raggiungere questo obiettivo. Spero che i ragazzi si convincano ancora di più che ce la possono fare. Per quanto riguarda l'ambiente, voglio salutare tutti, tenendo a precisare che il mio allontanamento non cambia l'affetto che mi lega a Barletta.