Barletta, a Matera una sconfitta che fa male
Tra veleni arbitrali e attese per il futuro, missione tre punti contro la Paganese
giovedì 12 marzo 2015
13.22
Una sconfitta di rigore. Come altro definire l'amaro ko che ieri ha condannato il Barletta a lasciare punti e nervi sul terreno di Matera, al cospetto di un avversario costruito per lidi superiori ma che fino al minuto 94 non era riuscito ad aver ragione dell'organizzata difesa biancorossa? Il lascito del turno infrasettimanale di Lega Pro, girone C, giunto al 29esimo atto, lascia in eredità un pugno di mosche e un fascio di tensione, giustificato da una serata condita da determinanti topiche arbitrali.
Di Ruberto, giornata da cancellare
Si dice che il miglior arbitro sia quello che non si nota: il signor Di Ruberto di Nocera Inferiore, direttore di gara di Matera-Barletta 2-1, ha invece conquistato le copertine e le prime pagine. Direzione ampiamente insufficiente e lacunosa la sua: i due calci di rigore generosamente (per usare un eufemismo) concessi al Matera, prima per un minimo contatto tra Radi e Carretta con annesso volo del numero 7 di casa, poi a un minuto dalla fine per una palla ciccata da Albadoro che scalcia Branzani, hanno originato i decisivi centri di Madonia e Coletti. Nel mezzo una gestione non uniforme dei cartellini, il "rosso" sfiorato da De Rose per un fallo da tergo su Carretta e la sensazione di inadeguatezza per condurre una sfida con punti pesanti in palio.
Tensione e tribune
A fine gara l'allenatore biancorosso Marco Sesia recava il volto della beffa, di chi sa che sconfitte così fanno più male di un eloquente 4-0 sancito dal campo. La tattica biancorossa, condizionata dalle assenze di Quadri, Cortellini e Regno, nonchè dall'uscita immediata dal campo di Danti (distorsione alla caviglia), stava pagando con un 3-5-1-1 che vedeva linee compatte e nove uomini costantemente al di sotto della linea della palla. Al silenzio del tecnico piemontese hanno fatto da contraltare le accuse amare del direttore sportivo Marco Rizzieri: dall'arbitraggio, definito "scandaloso", fino al comportamento del presidente materano Columella, che durante la partita ha vagato come un'anima inquieta alle spalle della panchina biancorossa e ha "impedito-ha spiegato Rizzieri-alla dirigenza e ai tesserati biancorossi di sedere in tribuna". Dichiarazioni che potrebbero avere un seguito o meno, ma certamente fotografano al meglio la cornice di una serata amara.
Rosa corta
Cercando di analizzare i contenuti tecnici di una sfida giocata sul filo dell'equilibrio e blindata nei momenti topici da uno strepitoso Liverani, protagonista di almeno quattro parate decisive, resta un asserto già visto nel corso della stagione: la rosa biancorossa, pur densa numericamente, presenta evidenti disparità tra i cosiddetti titolari e le alternative. Anche ieri Guarco ha fallito la chiamata, lasciando rimpiangere Cortellini, mentre Branzani aveva conquistato la sufficienza fino al contatto con Albadoro, ingenuo per quanto inconsistente. Nel complesso resta l'alone di una prestazione al limite tra l'accortezza e la rinuncia, sulla cui valutazione ovviamente influisce la spada di Damocle rappresentata dal punteggio finale.
Maledetto recupero
Come già avvenuto a Pagani, Caserta, Catanzaro e Benevento, è stato un gol nel finale a beffare i biancorossi. Affidarsi solo a una direzione di gara mediocre non può e non deve però essere un alibi: nei fatti e nei numeri, come avvenuto nello stesso filotto del girone di andata, il Barletta vive un momento di fisiologico calo, più nei risultati che nei contenuti. Ieri l'obiettivo della trasferta lucana era quello di muovere la classifica, occasione ghiotta alla luce della sconfitta interna del Messina, per poter allungare le distanze dalla zona-salvezza: per perseguirlo si è scelta una tattica attendista, con un piano saltato dopo il pari di Madonia. Un punto nelle ultime quattro partite non è ancora un campanello di crisi, stanti le situazioni extra-campo che circondano la squadra, ma deve essere un monito a voltare pagina.
Settimana decisiva, dentro e fuori dal campo
Voltare pagina, si diceva, e farlo subito: domenica alle 18 arriverà al "Puttilli" la Paganese, lanciata sulle ali del poker inflitto all'Ischia. Gli azzurrostellati inseguono a tre lunghezze di distanza, per una sfida dai connotati di scontro diretto: vietato fallire, per ritrovare quella vittoria assente sulla ruota di Barletta da un mese e allontanare gli spauracchi della zona-playout. Parallelamente alla storia scritta sul rettangolo di gioco, si segue con grande attenzione quella riportata sui libri contabili, oggetto di attente valutazioni che partoriranno verdetti importanti per il futuro a giorni. Due mesi di passione si prospettano all'orizzonte: serve compattezza a tinte biancorosse per superarli.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Di Ruberto, giornata da cancellare
Si dice che il miglior arbitro sia quello che non si nota: il signor Di Ruberto di Nocera Inferiore, direttore di gara di Matera-Barletta 2-1, ha invece conquistato le copertine e le prime pagine. Direzione ampiamente insufficiente e lacunosa la sua: i due calci di rigore generosamente (per usare un eufemismo) concessi al Matera, prima per un minimo contatto tra Radi e Carretta con annesso volo del numero 7 di casa, poi a un minuto dalla fine per una palla ciccata da Albadoro che scalcia Branzani, hanno originato i decisivi centri di Madonia e Coletti. Nel mezzo una gestione non uniforme dei cartellini, il "rosso" sfiorato da De Rose per un fallo da tergo su Carretta e la sensazione di inadeguatezza per condurre una sfida con punti pesanti in palio.
Tensione e tribune
A fine gara l'allenatore biancorosso Marco Sesia recava il volto della beffa, di chi sa che sconfitte così fanno più male di un eloquente 4-0 sancito dal campo. La tattica biancorossa, condizionata dalle assenze di Quadri, Cortellini e Regno, nonchè dall'uscita immediata dal campo di Danti (distorsione alla caviglia), stava pagando con un 3-5-1-1 che vedeva linee compatte e nove uomini costantemente al di sotto della linea della palla. Al silenzio del tecnico piemontese hanno fatto da contraltare le accuse amare del direttore sportivo Marco Rizzieri: dall'arbitraggio, definito "scandaloso", fino al comportamento del presidente materano Columella, che durante la partita ha vagato come un'anima inquieta alle spalle della panchina biancorossa e ha "impedito-ha spiegato Rizzieri-alla dirigenza e ai tesserati biancorossi di sedere in tribuna". Dichiarazioni che potrebbero avere un seguito o meno, ma certamente fotografano al meglio la cornice di una serata amara.
Rosa corta
Cercando di analizzare i contenuti tecnici di una sfida giocata sul filo dell'equilibrio e blindata nei momenti topici da uno strepitoso Liverani, protagonista di almeno quattro parate decisive, resta un asserto già visto nel corso della stagione: la rosa biancorossa, pur densa numericamente, presenta evidenti disparità tra i cosiddetti titolari e le alternative. Anche ieri Guarco ha fallito la chiamata, lasciando rimpiangere Cortellini, mentre Branzani aveva conquistato la sufficienza fino al contatto con Albadoro, ingenuo per quanto inconsistente. Nel complesso resta l'alone di una prestazione al limite tra l'accortezza e la rinuncia, sulla cui valutazione ovviamente influisce la spada di Damocle rappresentata dal punteggio finale.
Maledetto recupero
Come già avvenuto a Pagani, Caserta, Catanzaro e Benevento, è stato un gol nel finale a beffare i biancorossi. Affidarsi solo a una direzione di gara mediocre non può e non deve però essere un alibi: nei fatti e nei numeri, come avvenuto nello stesso filotto del girone di andata, il Barletta vive un momento di fisiologico calo, più nei risultati che nei contenuti. Ieri l'obiettivo della trasferta lucana era quello di muovere la classifica, occasione ghiotta alla luce della sconfitta interna del Messina, per poter allungare le distanze dalla zona-salvezza: per perseguirlo si è scelta una tattica attendista, con un piano saltato dopo il pari di Madonia. Un punto nelle ultime quattro partite non è ancora un campanello di crisi, stanti le situazioni extra-campo che circondano la squadra, ma deve essere un monito a voltare pagina.
Settimana decisiva, dentro e fuori dal campo
Voltare pagina, si diceva, e farlo subito: domenica alle 18 arriverà al "Puttilli" la Paganese, lanciata sulle ali del poker inflitto all'Ischia. Gli azzurrostellati inseguono a tre lunghezze di distanza, per una sfida dai connotati di scontro diretto: vietato fallire, per ritrovare quella vittoria assente sulla ruota di Barletta da un mese e allontanare gli spauracchi della zona-playout. Parallelamente alla storia scritta sul rettangolo di gioco, si segue con grande attenzione quella riportata sui libri contabili, oggetto di attente valutazioni che partoriranno verdetti importanti per il futuro a giorni. Due mesi di passione si prospettano all'orizzonte: serve compattezza a tinte biancorosse per superarli.
(Twitter: @GuerraLuca88)