Angolo-amarcord: Lancini, «Quel 3-2 al Lecce è uno dei più bei ricordi in biancorosso»
L'ex difensore ricorda la vittoria del 1988 e i suoi anni a Barletta
venerdì 7 febbraio 2014
In tanti a Barletta ricordano come fosse ieri la stagione calcistica 1987-88, la prima del club in serie B, alla quale il club di via Vittorio Veneto si propose con un organico rinnovato, basato principalmente sul "lancio" di giovani talenti da poter vendere presto al miglior offerente. L'avvio fu disastroso, con tante sconfitte e l'addio di mister Rumignani, sostituito poi da Riccomini e il soprannome di "burletta", con 10 miseri punti alla fine del girone d'andata e una sola vittoria in 19 partite. Nel girone di ritorno capitan Solfrini, il redivivo Scarnecchia, i giovanissimi Fioretti, Ferazzoli e Mazzaferro, uniti ai vari Pileggi, Guerrini, Magnocavallo e Lancini suonarono la carica al ritorno di Rumignani, ponendo le basi verso un'impresa ai limiti dell'impossibile.
L'ultimo incrocio tra Barletta e Lecce risale a quella stagione, 21 febbraio 1988, ventesima giornata del torneo di serie B, che i giallorossi chiusero in seconda posizione, con 49 punti e la promozione in massima serie, e il Barletta finì al quartultimo posto, con 31 punti all'attivo e salvando la categoria. Pasculli su rigore portò in vantaggio i salentini, ma la pronta risposta biancorossa arrivò nella seconda parte del primo tempo con Scarnecchia prima e Cipriani poi. La ripresa vide il pareggio di Baroni al 66', ma a poco più di 10 minuti dalla fine l'indimenticato capitano Moreno Solfrini mise a segno il gol del definitivo sorpasso, per un successo indimenticabile, che riviviamo attraverso i ricordi di Sergio Lancini: nato a Rovato nel gennaio 1966, difensore centrale arcigno che con la maglia della città della Disfida collezionò 65 presenze e 2 reti a cavallo tra il 1987 e il 1990 in serie B, ci ha raccontato delle sue emozioni in maglia biancorossa .
Lancini, che ricordo ha di quel Barletta-Lecce 3-2 e dell'ambiente di quel giorno al "Puttilli"?
L'ambiente era meraviglioso, caldissimo, c'era un'atmosfera splendida e un legame particolare tra ragazzi, squadra e città che ti portava a dare sempre qualcosina in più. I derby contro Foggia, Taranto, Lecce e Bari esaltavano sempre: in quel periodo, poi il Lecce era una grande squadra e quella partita fu un bel regalo fatto ai tifosi e una grande iniezione di fiducia per noi in quella che fu poi una grande cavalcata-salvezza.
Appunto, 10 punti nel girone di andata e poi una grande seconda parte: quale fu la vostra forza allora?
Eravamo partiti con un gruppo molto giovane e fatto di tanti nuovi. I vecchi come Fusari, Savorani, Solfrini non avevano mai fatto la B, poi facemmo un gran girone di ritorno con Rumignani in panchina: i giovani si erano calati nella mentalità della cadetteria e ottenemmo una salvezza memorabile.
Quanti a Barletta le ricordano ancora del gol al Torino?
Tanti, quasi tutti i barlettani che incontro. Quando sono stato in città per incontrare la società, in tanti mi hanno fermato per ricordarmi quella rete. E' stata una vittoria che è entrata nella storia, è uno dei miei più bei ricordi. Eravamo un bel gruppo, io ero un ragazzo giovane che per la prima volta era molto lontano da casa e sono stato tanto bene: mi ricordo tante vittorie, tante rimonte, anche negli anni successivi. Sono stati davvero bei momenti.
Lei era un marcatore arcigno. Chi è secondo lei il difensore che oggi le assomiglia maggiormente?
Il calcio moderno è cambiato in maniera importante. Non c'è un giocatore che mi assomigli particolarmente. Ero un difensore che non aveva paura a "picchiare", a "menare". Mi assomiglia un po' Chiellini, che è uno che entra sempre
Oggi Barletta e Lecce sono in Lega Pro e vivono momenti diversi: a Barletta è tempo di assestamento. Lei è stato in città da procuratore di calciatori negli ultimi tempi: che clima ha respirato?
Vedo grande entusiasmo nella società attuale. Per me stanno ragionando nella maniera giusta, senza proclami e programmando qualcosa, un dato che mancava da un pò di tempo. Il presidente sta puntando sui giovani e questo mi ricorda l'annata dell'ultimo Barletta-Lecce. Stanno giustamente approfittando del fatto che il torneo e la sua formula permettono di sperimentare per preparare calciatori oggi giovani a un certo tipo di campionato nella prossima annata. Sono in crescita, hanno fatto belle partite come contro il Frosinone e un episodio negativo come quello di Salerno può capitare.
Siamo al tempo dei saluti: la potremmo rivedere a Barletta in panni dirigenziali?
No, non penso. Io vado avanti per la mia professione. A Barletta do volentieri una mano, c'è un presidente che si è caricato tante responsabilità ed è tifoso biancorosso da tanti anni, sin dai miei tempi. Io infatti lo ricordavo nei panni di tifoso. Bisogna stargli vicino, è questo l'appello che lancio a una piazza che porto sempre nel mio cuore.
(Twitter: @GuerraLuca88)
L'ultimo incrocio tra Barletta e Lecce risale a quella stagione, 21 febbraio 1988, ventesima giornata del torneo di serie B, che i giallorossi chiusero in seconda posizione, con 49 punti e la promozione in massima serie, e il Barletta finì al quartultimo posto, con 31 punti all'attivo e salvando la categoria. Pasculli su rigore portò in vantaggio i salentini, ma la pronta risposta biancorossa arrivò nella seconda parte del primo tempo con Scarnecchia prima e Cipriani poi. La ripresa vide il pareggio di Baroni al 66', ma a poco più di 10 minuti dalla fine l'indimenticato capitano Moreno Solfrini mise a segno il gol del definitivo sorpasso, per un successo indimenticabile, che riviviamo attraverso i ricordi di Sergio Lancini: nato a Rovato nel gennaio 1966, difensore centrale arcigno che con la maglia della città della Disfida collezionò 65 presenze e 2 reti a cavallo tra il 1987 e il 1990 in serie B, ci ha raccontato delle sue emozioni in maglia biancorossa .
Lancini, che ricordo ha di quel Barletta-Lecce 3-2 e dell'ambiente di quel giorno al "Puttilli"?
L'ambiente era meraviglioso, caldissimo, c'era un'atmosfera splendida e un legame particolare tra ragazzi, squadra e città che ti portava a dare sempre qualcosina in più. I derby contro Foggia, Taranto, Lecce e Bari esaltavano sempre: in quel periodo, poi il Lecce era una grande squadra e quella partita fu un bel regalo fatto ai tifosi e una grande iniezione di fiducia per noi in quella che fu poi una grande cavalcata-salvezza.
Appunto, 10 punti nel girone di andata e poi una grande seconda parte: quale fu la vostra forza allora?
Eravamo partiti con un gruppo molto giovane e fatto di tanti nuovi. I vecchi come Fusari, Savorani, Solfrini non avevano mai fatto la B, poi facemmo un gran girone di ritorno con Rumignani in panchina: i giovani si erano calati nella mentalità della cadetteria e ottenemmo una salvezza memorabile.
Quanti a Barletta le ricordano ancora del gol al Torino?
Tanti, quasi tutti i barlettani che incontro. Quando sono stato in città per incontrare la società, in tanti mi hanno fermato per ricordarmi quella rete. E' stata una vittoria che è entrata nella storia, è uno dei miei più bei ricordi. Eravamo un bel gruppo, io ero un ragazzo giovane che per la prima volta era molto lontano da casa e sono stato tanto bene: mi ricordo tante vittorie, tante rimonte, anche negli anni successivi. Sono stati davvero bei momenti.
Lei era un marcatore arcigno. Chi è secondo lei il difensore che oggi le assomiglia maggiormente?
Il calcio moderno è cambiato in maniera importante. Non c'è un giocatore che mi assomigli particolarmente. Ero un difensore che non aveva paura a "picchiare", a "menare". Mi assomiglia un po' Chiellini, che è uno che entra sempre
Oggi Barletta e Lecce sono in Lega Pro e vivono momenti diversi: a Barletta è tempo di assestamento. Lei è stato in città da procuratore di calciatori negli ultimi tempi: che clima ha respirato?
Vedo grande entusiasmo nella società attuale. Per me stanno ragionando nella maniera giusta, senza proclami e programmando qualcosa, un dato che mancava da un pò di tempo. Il presidente sta puntando sui giovani e questo mi ricorda l'annata dell'ultimo Barletta-Lecce. Stanno giustamente approfittando del fatto che il torneo e la sua formula permettono di sperimentare per preparare calciatori oggi giovani a un certo tipo di campionato nella prossima annata. Sono in crescita, hanno fatto belle partite come contro il Frosinone e un episodio negativo come quello di Salerno può capitare.
Siamo al tempo dei saluti: la potremmo rivedere a Barletta in panni dirigenziali?
No, non penso. Io vado avanti per la mia professione. A Barletta do volentieri una mano, c'è un presidente che si è caricato tante responsabilità ed è tifoso biancorosso da tanti anni, sin dai miei tempi. Io infatti lo ricordavo nei panni di tifoso. Bisogna stargli vicino, è questo l'appello che lancio a una piazza che porto sempre nel mio cuore.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fonte foto: tmw.com