Angolo-amarcord: Giuseppe Geria, "Questo Barletta può salvarsi"

Intervista all'ex direttore sportivo biancorosso

domenica 21 aprile 2013 13.57
A cura di Luca Guerra
Giuseppe Geria (nella foto con Lello Sciannimanico e Francesco Sfrecola nel 2010), ex direttore sportivo del "Barletta dei miracoli" edizione 2009/2010, era presente domenica scorsa durante Barletta-Prato 3-0 sugli spalti della Tribuna Centrale del "Cosimo Puttilli". Oltre ai semplici convenevoli, la figura del dirigente calabrese, oggi responsabile del Settore Giovanile del Bari, rappresenta un nesso tra il sodalizio di via Vittorio Veneto di oggi e il suo recente passato: è lui il protagonista dell'odierna intervista di "Angolo-Amarcord":

Giuseppe Geria, domenica ha rivisto il Barletta in campo: che impressione le hanno fatto i biancorossi contro il Prato?
"Rispetto all'unico incontro che avevo visto in casa biancorossa, lo 0-1 contro il Catanzaro di gennaio, ho visto un Barletta più sicuro di sè, sebbene cambiato in qualche uomo dopo il mercato invernale. Di fronte hanno avuto un Prato che si è presto sfiduciato e ha subìto gli attacchi dei padroni di casa: credo che i toscani abbiano pagato il passaggio alla difesa a 3, di fronte al quale il Barletta ha affondato grazie alle verticalizzazioni di Dezi e Cicerelli, che prima hanno fruttato il vantaggio di La Mantia, poi sono risultati importanti nell'economia della manovra offensiva. Dopo l'1-0 la gara è scivolata con facilità verso la sponda biancorossa".

Chi l'ha impressionata in particolare della rosa biancorossa?
"In generale ho visto una squadra viva, che ha lottato su ogni pallone, molto quadrata e compatta anche in fase di non possesso: hanno rischiato davvero poco. Ora bisogna proseguire su questa strada, trovando la quadratura e continuando con questa voglia di far bene".

Lei ha lavorato spesso in carriera con i giovani: guardando da esterno la situazione del Barletta Calcio, cosa pensa non abbia funzionato nel progetto di quest'anno? Troppi ragazzi privi di riferimenti nello spogliatoio? O la piazza non era pronta a un ridimensionamento del genere?
"Credo che la piazza di Barletta sia innamorata della sua squadra e pronta a tutto: vuole semplicemente chiarezza. E' riduttivo secondo me parlare di squadra troppo giovane. In questi casi devono funzionare tutte le componenti, dall'allenatore ai dirigenti fino ai calciatori. Magari un atleta con buone qualità renderebbe in maniera diametralmente opposta da altre parti. Non serve solo il giovane bravo, serve anche il contesto adatto".

Anche domenica scorsa non sono mancate parole di contestazione nei confronti del ds Martino, che lei conosce bene. Ha avuto modo di confrontarsi con lui e raccogliere le sue sensazioni?
"Di questo non abbiamo parlato. Secondo me nella storia di una squadra calcistica sono due le cose che non cambiano mai: colori sociali e tifosi. Di generazione in generazione si rinnovano, ma sono loro l'anima della società. Oggi il Barletta ha la fortuna di avere un presidente che ama il Barletta, onora gli impegni e merita ancora fiducia: credo che Martino vada valutato alla fine. La gente oggi deve stare vicina a società e dirigenza: devono supportare chi fa qualcosa per la città, come Tatò, e andare avanti tutti insieme, così si possono raggiungere i risultati. L'importante per Barletta è che alla fine del prossimo anno sia nelle 60 squadre che dal 2014-2015 prenderanno parte alla Lega Pro. E' ovvio che sarebbe ottimo rimanere in Prima Divisione, consolidare e formare un patrimonio che oggi annovera pochi calciatori di proprietà".

Alla fine del campionato biancorosso mancano tre partite, contro Carrarese, Viareggio e Benevento. Crede che la rosa possa evitare l'ultimo posto e salvarsi nella coda playout? C'è un avversario alla portata del Barletta?
" Ho visto tre volte la Carrarese e non mi sembra una squadra che merita quella posizione: ha qualcosa in più del Prato, anche dello stesso Barletta, in particolare dalla cintola in su. Forse in difesa i biancorossi sono superiori. Auspicare un avversario nei playout di qui a un mese è complicato, ma per me il Barletta ce la può fare. Ho visto male il Sorrento, che per me ha la rosa più debole del girone, e con affetto spero che il Barletta eviti l'ultimo posto e a quel punto, con il traguardo leggermente più vicino, abbiano la meglio le forze nervose superiori che la sofferenza e la voglia accumulata dai biancorossi potranno mettere in campo".
(Twitter: @GuerraLuca88)