Agenore Maurizi gioca in anteprima Barletta-Viareggio
L’ex tecnico dei bianconeri si confessa in esclusiva ai microfoni di Barlettalife
sabato 4 maggio 2013
7.03
Un passato importante a Viareggio, un legame e una certa "simpatia" per Barletta. Questi sono in estrema sintesi i motivi che legano Agenore Maurizi al prossimo scontro di campionato tra biancorossi e bianconeri. Il tecnico di Colleferro, che ha alle spalle un importante passato da giocatore e allenatore di calcio a 5, ha incrociato il Barletta nella sua esperienza alla Scafatese. Il suo passato calcistico è anche legato all'ex direttore sportivo Peppino Pavone, proprio nell'anno in cui il ds barlettano cominciava la sua nuova esperienza alla Cavese. Attualmente libero da impegni calcistici dopo la sfortunata esperienza di Treviso, mister Maurizi gioca in anteprima e in esclusiva per i lettori di Barlettalife la penultima sfida di campionato tra Barletta e Viareggio, match comunque importante nonostante i biancorossi abbiano già evitato matematicamente la retrocessione diretta:
Mister Maurizi, per lei Barletta-Viareggio è una sfida dal sapore particolare.
«Ho allenato diversi anni nei professionisti, alcuni anni anche a Viareggio, ma ci sono state anche delle incomprensioni. Barletta è una piazza importante, ci ho anche giocato contro. Credo che non meriti la posizione che ha, che è dovuta ad un pizzico si superficialità nella costruzione della squadra. Il Viareggio è una società che ormai da anni riesce a fare dei giovani il proprio fiore all'occhiello. Hanno dei giocatori importanti, giovani, che possono mettersi in evidenza con una chioccia come Gazzoli».
Entrambe le squadre provengono da un momento positivo, considerando che il Viareggio domenica ha battuto in casa il Perugia, mentre il Barletta ha raccolto 9 punti nelle ultime 6 partite.
«Intanto auguro al Barletta di rimanere in Prima Divisione, anche perché garantirebbe la permanenza nella nuova C dopo la riforma. È una società che lo merita, ha fatto grandi sforzi. A mio avviso il Presidente ha fatto degli sforzi oltre quello che ha ricevuto. A parte questo, il Barletta viene da un risultato positivo e credo possa fare ancora risultato per mantenere comunque la posizione di classifica, magari puntando a salire per disputare la seconda dei playout in casa. Comunque è possibile che l'Andria, in base alle notizie che si raccolgono sui giornali, possa avere dei punti di penalizzazione per la fine del campionato. Se il Barletta fa due vittorie, potrebbe superare anche l'Andria. Tentare fino all'ultimo non nuoce. Se fossi nel Barletta, darei il massimo in queste due partite, sperando di fare i playout partendo dalla miglior posizione possibile».
Mister, lei è un attento osservatore della Prima Divisione. Come le è sembrato questo girone B? Come le è sembrata questa stagione?
«Ormai conosco quasi tutte le squadre a memoria. Il Perugia e il Benevento hanno fatto delle squadre importanti. Soprattutto il Benevento, è una squadra che fallisce l'obiettivo serie B – a meno di clamorosi risultati nelle ultime partite i playoff sono irraggiungibili -. Questa società spende tanto, ma sembra che ci sia una sorta di "maledizione" della serie B. Credevo che la Nocerina potesse agguantare il Latina a metà stagione, ma in realtà è stato l'Avellino a prendere il volo. Il Latina ha avuto una flessione, ha cambiato anche il tecnico. Credo che l'Avellino a lungo andare abbia meritato, anche se non mi sembrava la squadra più forte del girone. Quello che ho notato andando a vedere le partite, poche squadre giocano a calcio. Si gioca molto sulle seconde palle, su palle lunghe, e questo va a discapito dello spettacolo, anche perché sappiamo tutti che così non si ha la possibilità di vedere contropiedi e di sviluppare partite aperte. Chi prova a giocare, può prendere anche mazzate incredibili. In Italia purtroppo c'è la moda di esonerare subito gli allenatori. Io sono uno di questi, negli ultimi anni sono riuscito anche a far bene, ma non avevo una società alle spalle che mi permettesse di lavorare con obiettivi a lunga scadenza».
Mister, lei ora lavora con i giovani. In Lega Pro, secondo lei, quali ragazzi sono pronti per il "grande salto"?
«Credo che nel girone B, secondo il mio personale parere, ci sono diversi giocatori importanti che possono far bene. Parlo di Chiosa della Nocerina, Dezi del Barletta, Zappacosta e Izzo dell'Avellino, Maltese, Magnani e Martella del Viareggio. Adesso magari mi sfugge qualcuno, però in linea di massima questi sono i giovani più interessanti».
Tornando invece a dare uno sguardo d'insieme al campionato, cosa ne pensa della prossima riforma della Lega Pro?
«Dipende tanto dalle modalità. Bisogna vedere i criteri per i prossimi campionati. Si parla addirittura di gironi senza retrocessioni, e questo può portare a campionati mediocri, puntando sui giovani fatti in casa. Anche l'anno scorso abbiamo assistito ad una "tarantella" in estate per stabilire i criteri. Io credo che le società debbano essere tutelate, magari cercando di stabilire certi criteri in anticipo. Così le dirigenze sanno a cosa vanno incontro. Non è facile in questo momento difficile per l'Italia e per il mondo intero fare calcio, e di questo ne devono tenere conto tutti, giocatori, allenatori, dirigenti e istituzioni. Bisogna far fronte ad una grave crisi economica che da ormai 5-6 anni attanaglia il Paese colpendo a cascata anche il calcio. Quindi più c'è programmazione, più si riesce a venir fuori in maniera lineare».
Mister, chiudiamo con un pronostico in vista di Barletta-Viareggio. Lei è più attaccato al suo passato oppure ci stupisce pronosticando un risultato favorevole ai biancorossi?
«Il Barletta è una squadra simpaticissima. Ci tengo a salutare l'avvocato Russo, è un amico. Secondo i valori in campo, credo che il Barletta possa vincere questa partita, anche se il Viareggio è una squadra ben messa in campo, rispettabile. Per il Barletta questi 3 punti sono importanti per sperare nella migliore collocazione in zona playout».
Mister Maurizi, per lei Barletta-Viareggio è una sfida dal sapore particolare.
«Ho allenato diversi anni nei professionisti, alcuni anni anche a Viareggio, ma ci sono state anche delle incomprensioni. Barletta è una piazza importante, ci ho anche giocato contro. Credo che non meriti la posizione che ha, che è dovuta ad un pizzico si superficialità nella costruzione della squadra. Il Viareggio è una società che ormai da anni riesce a fare dei giovani il proprio fiore all'occhiello. Hanno dei giocatori importanti, giovani, che possono mettersi in evidenza con una chioccia come Gazzoli».
Entrambe le squadre provengono da un momento positivo, considerando che il Viareggio domenica ha battuto in casa il Perugia, mentre il Barletta ha raccolto 9 punti nelle ultime 6 partite.
«Intanto auguro al Barletta di rimanere in Prima Divisione, anche perché garantirebbe la permanenza nella nuova C dopo la riforma. È una società che lo merita, ha fatto grandi sforzi. A mio avviso il Presidente ha fatto degli sforzi oltre quello che ha ricevuto. A parte questo, il Barletta viene da un risultato positivo e credo possa fare ancora risultato per mantenere comunque la posizione di classifica, magari puntando a salire per disputare la seconda dei playout in casa. Comunque è possibile che l'Andria, in base alle notizie che si raccolgono sui giornali, possa avere dei punti di penalizzazione per la fine del campionato. Se il Barletta fa due vittorie, potrebbe superare anche l'Andria. Tentare fino all'ultimo non nuoce. Se fossi nel Barletta, darei il massimo in queste due partite, sperando di fare i playout partendo dalla miglior posizione possibile».
Mister, lei è un attento osservatore della Prima Divisione. Come le è sembrato questo girone B? Come le è sembrata questa stagione?
«Ormai conosco quasi tutte le squadre a memoria. Il Perugia e il Benevento hanno fatto delle squadre importanti. Soprattutto il Benevento, è una squadra che fallisce l'obiettivo serie B – a meno di clamorosi risultati nelle ultime partite i playoff sono irraggiungibili -. Questa società spende tanto, ma sembra che ci sia una sorta di "maledizione" della serie B. Credevo che la Nocerina potesse agguantare il Latina a metà stagione, ma in realtà è stato l'Avellino a prendere il volo. Il Latina ha avuto una flessione, ha cambiato anche il tecnico. Credo che l'Avellino a lungo andare abbia meritato, anche se non mi sembrava la squadra più forte del girone. Quello che ho notato andando a vedere le partite, poche squadre giocano a calcio. Si gioca molto sulle seconde palle, su palle lunghe, e questo va a discapito dello spettacolo, anche perché sappiamo tutti che così non si ha la possibilità di vedere contropiedi e di sviluppare partite aperte. Chi prova a giocare, può prendere anche mazzate incredibili. In Italia purtroppo c'è la moda di esonerare subito gli allenatori. Io sono uno di questi, negli ultimi anni sono riuscito anche a far bene, ma non avevo una società alle spalle che mi permettesse di lavorare con obiettivi a lunga scadenza».
Mister, lei ora lavora con i giovani. In Lega Pro, secondo lei, quali ragazzi sono pronti per il "grande salto"?
«Credo che nel girone B, secondo il mio personale parere, ci sono diversi giocatori importanti che possono far bene. Parlo di Chiosa della Nocerina, Dezi del Barletta, Zappacosta e Izzo dell'Avellino, Maltese, Magnani e Martella del Viareggio. Adesso magari mi sfugge qualcuno, però in linea di massima questi sono i giovani più interessanti».
Tornando invece a dare uno sguardo d'insieme al campionato, cosa ne pensa della prossima riforma della Lega Pro?
«Dipende tanto dalle modalità. Bisogna vedere i criteri per i prossimi campionati. Si parla addirittura di gironi senza retrocessioni, e questo può portare a campionati mediocri, puntando sui giovani fatti in casa. Anche l'anno scorso abbiamo assistito ad una "tarantella" in estate per stabilire i criteri. Io credo che le società debbano essere tutelate, magari cercando di stabilire certi criteri in anticipo. Così le dirigenze sanno a cosa vanno incontro. Non è facile in questo momento difficile per l'Italia e per il mondo intero fare calcio, e di questo ne devono tenere conto tutti, giocatori, allenatori, dirigenti e istituzioni. Bisogna far fronte ad una grave crisi economica che da ormai 5-6 anni attanaglia il Paese colpendo a cascata anche il calcio. Quindi più c'è programmazione, più si riesce a venir fuori in maniera lineare».
Mister, chiudiamo con un pronostico in vista di Barletta-Viareggio. Lei è più attaccato al suo passato oppure ci stupisce pronosticando un risultato favorevole ai biancorossi?
«Il Barletta è una squadra simpaticissima. Ci tengo a salutare l'avvocato Russo, è un amico. Secondo i valori in campo, credo che il Barletta possa vincere questa partita, anche se il Viareggio è una squadra ben messa in campo, rispettabile. Per il Barletta questi 3 punti sono importanti per sperare nella migliore collocazione in zona playout».