Via Ferdinando d’Aragona: l’incoronamento del sovrano a Barletta

La statua di Eraclio fu ristrutturata per sua disposizione. Agevolazioni fiscali, doni e riconoscimenti per l’allora seconda città del Mezzogiorno

lunedì 16 settembre 2013 14.08
A cura di Viviana Damore
Passaggio necessario per la via dello shopping con un conglomerato di negozi degni delle migliori fashion victim, miniatura barlettana della Fifth Avenue newyorkese, Via d'Aragona ha da sempre vissuto incontrastata il suo splendore barlettano. In passato sede indiscussa della vita giovanile, attorno a essa a alla sua parallela Via Renato Coletta, ruota il centro delle attività commerciali della città. La strada conserva in se un richiamo storico alquanto illustre, deve infatti il suo nome a Ferdinando d'Aragona, noto come Re Ferrante I o Don Ferrante, figlio illegittimo di Alfonso V re di Napoli. Per poter usufruire dell'eredità paterna, Ferdinando divenne cavaliere e subito dopo luogotenente del regno. Alfonso meditava il progetto di consegnare il regno a suo figlio Ferdinando, di cui potette subitamente apprezzare l'acutezza d'ingegno e il coraggio, dichiarandolo erede al trono nel 1440.

Via Ferdinando D'Aragona © Tommaso Francavilla
Ferdinando succedette al padre sul trono del Regno di Napoli nel 1458, non riconosciuto erede legittimo da Papa Callisto, dovette aspettare l'anno successivo per essere investito come re. Fu così solennemente incoronato nella sontuosa Cattedrale di Barletta il 4 febbraio del 1459, la cerimonia fu officiata dal cardinale di Bari, Ferdinando fu così benedetto nel triplice titolo di re di Sicilia, di Ungheria e Gerusalemme. Barletta dovette godere all'epoca di grande rilievo, essendo considerata la seconda città del Mezzogiorno e pertanto degna di ospitare una cerimonia di così alto livello, attualmente sono presenti delle incisioni nelle colonne della cattedrale che rappresentano la cerimonia d'investitura del sovrano.

Nel 1461 il sovrano inoltre si rifugiò a Barletta durante la congiura dei baroni, fu così sempre riconoscente verso la città, elargendo agevolazioni fiscali, concesse come ringraziamento alla città, cento carri di sale provenienti dalle saline, il cui ricavato dispose che fosse investito per scuole di teologia, lettere e musica. Nel 1473 fu aggiunta allo stemma civico l'incisione F. B. (Fedelissima Barletta), ma il riconoscimento maggiore lo dobbiamo al d'Aragona per aver disposto la ristrutturazione della statua di Eraclio, all'epoca fortemente danneggiata, attualmente simbolo e stendardo della nostra città nel mondo, della quale i barlettani si gloriano tramandando l'antica leggenda secondo cui Eraclio salvò la città dal nemico, mettendolo così in fuga, sostenendo di essere il più piccolo tra tutti gli abitanti.