Ventola resta in carica fino al 31 dicembre. In autunno sarà guerra tra i campanili della Bat?

L’elezione del nuovo consiglio provinciale sarà indetta entro il 30 settembre

venerdì 4 aprile 2014 00.20
A cura di Edoardo Centonze
Le province "riformate" sono da ieri una realtà e si manifesteranno nelle loro nuove sembianze già prima della fine di quest'anno. Il ddl Delrio, emendato dal Governo al Senato, con l'approvazione definitiva della Camera dei Deputati, è infatti diventato legge. Un provvedimento di non abolizione delle province, "in attesa della riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione", come recita un passaggio ridondante del testo di legge, ripetuto sia nella parte relativa alle prossime nascenti (a partire dal 1 gennaio 2015) Città Metropolitane, che in quella relativa alle province "riformate", per le quali dovremmo vedere già i primi effetti in autunno. In attesa appunto di una riforma del Titolo V che chissà quando si concretizzerà, e in quali forme sarà attuata, e che si spera, se mai verrà approvata, non sia peggio della discutibilissima riforma del 2001. Dubbi tutti legittimi alla luce di un'ostentata fretta da parte del governo Renzi nell'affrontare questioni costituzionali, per le quali, in quanto cardine del nostro ordinamento, servirebbe invece un corretto discernimento, che non porti al cambiare purché si cambi, ma al cambiare per migliorare.

L'art. 1 comma 14 dell'ormai legge Delrio recita: "Il presidente della provincia e la giunta provinciale (..) restano in carica, a titolo gratuito, fino al 31 dicembre 2014, per l'ordinaria amministrazione (..) e per gli atti urgenti e improrogabili; il presidente assume fino a tale data le funzioni del consiglio provinciale (..)". Questo vuol dire, nel caso della nostra provincia, che Francesco Ventola e la giunta provinciale prolungheranno il loro mandato di 6 mesi, fino al 31 dicembre, seppur per ordinaria amministrazione, e a titolo gratuito.

Questi saranno gli organi delle province "riformate": Art. 16 comma 1: "Gli incarichi di presidente della provincia, di consigliere provinciale e di componente dell'assemblea dei sindaci sono esercitati a titolo gratuito".

Entro il 30 settembre saranno indette le elezioni del Consiglio provinciale. Per queste prime elezioni saranno eleggibili anche i consiglieri provinciali uscenti, oltre, come previsto in generale dalla legge, ai sindaci e consiglieri comunali dei comuni della provincia. Elettori, in quanto le province sono riformate in ente di secondo livello, saranno gli stessi sindaci e consiglieri comunali, e non più tutti i cittadini del territorio provinciale. Il Consiglio resta in carica 2 anni. Quello della Bat sarà formato da 12 membri, in quanto la provincia rientra nella fascia dei 300-700mila abitanti. La cessazione dalle cariche comunali comporta la decadenza da consigliere provinciale.

Entro il 31 dicembre si procederà all'elezione del Presidente della provincia. Per queste prime elezioni, sono eleggibili anche i consiglieri provinciali uscenti, oltre, come previsto in generale dalla legge, ai sindaci il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni: nel caso della Bat, rimane al momento fuori dalla competizione il sindaco di Andria Giorgino, il cui mandato scade nel 2015. Elettori del presidente, in quanto siamo ormai in un ente di secondo livello, sono anche in questo caso i sindaci e i consiglieri comunali. Il presidente resta in carica per 4 anni, può nominare un vicepresidente, scelto tra i consiglieri provinciali, e decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco della sua città.

Entro il 31 dicembre dovranno essere anche apportate le modifiche statutarie conseguenti alla nuova legge in vigore, dall'Assemblea dei sindaci, su proposta del Consiglio provinciale. La legge prevede che l'Assemblea dei sindaci adotti o respinga la proposta del Consiglio, con i voti che rappresentino almeno 1/3 dei comuni e la maggioranza della popolazione residente nella provincia. Lo stesso quorum che la legge prevede per l'approvazione dei bilanci dell'ente, i cui schemi vengono approvati dal Consiglio su proposta del Presidente, per poi passare dall'Assemblea per ottenere il parere favorevole, e ritornare al Consiglio per l'approvazione deifinitiva. Tornando allo statuto, in caso di mancata approvazione delle modifiche statutarie entro il 30 giugno 2015, si applica la procedura per l'esercizio del potere sostitutivo.

Queste saranno le funzioni delle province "riformate":
La legge prevede che le funzioni non più ricomprese vengano ridistribuite da Stato e regioni, secondo le rispettive competenze, agli ambiti territoriali ritenuti più adatti per l'esercizio delle funzioni. Entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge, Stato e regioni dovranno individuare in modo puntuale le funzioni che devono essere oggetto di riordino e le relative competenze, con un accordo in sede di Conferenza Unificata. Sempre entro 3 mesi, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (su proposta dei ministri dell'Interno, degli Affari regionali, della Pubblica Amministrazione, dell'Economia) dovranno essere stabiliti i criteri per individuare beni e risorse finanziarie, umane, strumentali, organizzative, connessi alle funzioni che devono essere trasferite ad altri enti, garantendo i rapporti di lavoro in corso. Entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, le regioni dovranno dare attuazione al citato accordo sancito in sede di Conferenza Unificata.

Cosa succederà in autunno nella Bat? Si scatenerà una guerra tra campanili come avevamo già ipotizzato? Ventola resterà nel suo ruolo fino al 31 dicembre, riducendo un suo eventuale periodo di assenza da ruoli istituzionali, in quanto a fine anno sarà ormai prossimo l'appuntamento elettorale al quale ha dichiarato apertamente di puntare, come confermato anche nell'intervista a Barlettalife di gennaio. Stiamo parlando delle elezioni regionali del 2015. Ma resterebbe in gioco anche per rientrare a far parte del nuovo consiglio provinciale, in quanto è comunque membro dell'attuale Consiglio, oltre ad essere consigliere comunale a Canosa di Puglia. Per il resto, fatto salvo il sindaco Giorgino che sarà in scadenza di mandato, cosa c'è da aspettarsi per la corsa degli altri 9 sindaci alla nuova presidenza della provincia, e di tutti i vari eletti a livello comunale, assieme ai consiglieri provinciali uscenti, per entrare nel nuovo Consiglio provinciale? Il rischio di rivedere le diatribe, avvenute solo pochi anni fa con la nascita della provincia, è certamente reale, e sarebbe l'inevitabile frutto, nel territorio come in tutta Italia, di una riforma nata male e finita peggio.