V-day in Puglia, ieri il richiamo per la barlettana Filomena Misuriello

L'intervista alla giovane dottoressa, tra i primi a vaccinarsi in Puglia

lunedì 18 gennaio 2021
A cura di Sonia Tondolo
Filomena Misuriello, giovane dottoressa barlettana, è stata una delle prime in Puglia a vaccinarsi contro il Covid-19 durante il V-day dello scorso 27 dicembre 2020. Ieri, dopo tre settimane esatte da quel giorno, la 27enne è stata sottoposta, così come previsto, alla dose di richiamo così da puntare all'immunizzazione. Attualmente impegnata nei presidi USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), la dottoressa ha spiegato il suo punto di vista sul vaccino e sul perché bisognerebbe farlo.

Come mai hai deciso di sottoporti al vaccino?
Ho deciso di sottopormi al vaccino perché non abbiamo ancora terapie a disposizione per l'infezione, ma solo farmaci che vengono utilizzati per il suo controllo. Va da sé che al momento il vaccino è l'unico strumento per contrastare la diffusione rapida e incontrollata del virus nella popolazione.

Quando hai saputo di essere tra i primi vaccinati in Puglia, quali sensazioni hai provato?
Ho saputo che sarei stata tra i primi medici a essere vaccinata in Puglia alla Vigilia di Natale. Per me è stata una grande emozione ricevere questa notizia, anche perché tra le 80 dosi del V-day solamente 5 in tutta la provincia BAT erano state destinate ai medici USCA motivo per il quale non credevo di riuscire ad essere sorteggiata proprio io. Dopo l'emozione iniziale mi sono sentita onorata e privilegiata di aver rappresentato la mia categoria e di essere stata tra i primi a sperimentare questo nuovo vaccino.

Cosa vorresti dire a chi si mostra scettico sulla vaccinazione?
Io non ho mai dubitato sulla sua efficacia, ho piena fiducia nella scienza e questo traguardo mi conferma che la scienza sia sempre capace di superare i suoi limiti. La sua efficacia supera alla lunga quelli che potrebbero essere gli effetti indesiderati. Consiglio a tutti i cittadini che hanno le condizioni fisiche per sottoporti a questo vaccino di farlo sia per protezione personale ma anche per senso civico nei confronti di tutto il resto della popolazione: è importante ricordare che alcuni non potranno sottoporsi al vaccino a causa di alcune patologie personali. Vaccinandoci noi al loro posto potremo salvaguardarli ugualmente.

Sei diventata medico durante uno degli anni più delicati della storia mondiale. Cosa ha significato per te?
Mi sono laureata nell'ottobre 2019 ma mi sono abilitata alla professione in piena pandemia, a marzo 2020. Proprio per l'emergenza sanitaria in corso ho subito iniziato a lavorare. Non è stato facile, non ero pronta a questo tipo di esperienza, mi sono trovata ad affrontare un virus che determinava una malattia che non era mai stata osservata prima. Pian piano, grazie all'esperienza sul campo e ai vari studi condotti nel mondo si è poi riusciti a capire come aiutare al meglio il paziente positivo e soprattutto su come curarlo a casa per evitarne l'ospedalizzazione.

Temi effetti collaterali?
Non ho paura degli effetti collaterali. È un vaccino studiato per diversi mesi e su un numero congruo di persone.

Perché consigli la vaccinazione?
La consiglio perché abbiamo bisogno di riabbracciare gli amici, rivedere i paranti e tornare alla normalità. L'unico strumento è rappresentato proprio dal vaccino.

Oggi ti sei sottoposta al primo richiamo, che ti porterà poi all'immunizzazione. Vuoi dirci di più al riguardo?
Ho atteso questo giorno forse con più trepidazione del primo perché dalla prossima settimana finalmente comincerà a svilupparsi un titolo anticorpale adeguato. Continuerò a vivere in simbiosi con la mia mascherina ma con la consapevolezza di affrontare la mia vita lavorativa e privata con più tranquillità. E se dovessi rientrare in quel 5% di mancata efficacia del vaccino, nessun problema... ritento con un nuovo ciclo vaccinale.