Tra “Disfide” a perdere e finto turismo

Basta logiche campanilistiche e spreco di danaro pubblico. Puglia Imperiale è ancora una risorsa?

martedì 4 settembre 2012
A cura di Franco Caputo
Sono ricorrenti in ogni estate osservazioni, critiche e inevitabili polemiche che ruotano attorno all'agognato tema del turismo, quale opportunità di sviluppo economico. Una discussione spesso inconcludente. Uno sfogo confuso e privo di costrutto. Un vecchio ritornello, croce e delizia (poca) per Barletta e per l'intero territorio circostante, da sempre oggetto di finti proclami e promesse elettorali. Nei termini dati la discussione diventa inevitabilmente fine a se stessa, più che altro un mix di voci confuse di operatori economici, rappresentanti di associazioni culturali e semplici cittadini, da cui emerge più che altro un diffuso senso di impotenza, rabbia e disappunto spesso percepiti, da chi ha responsabilità politiche e amministrative, come fastidiosa polemica.

La triste vicenda della Rievocazione della Disfida (quasi una farsa), il vuoto determinatosi a causa della mancata programmazione dell'Estate Barlettana unitamente alla carenza di iniziative di rilevo anche sul territorio provinciale, fatta eccezione per alcuni eventi (es. Andria – Castel dei Mondi) rappresentano un forte segnale di allarme. Qualcosa che dovrebbe indurre le istituzioni pubbliche, le organizzazioni imprenditoriali, gli enti culturali e altre soggettività a ragionare seriamente sul tema del turismo, possibilmente su una scala completamente diversa, cercando di porre in essere piani e strategie di ben altro spessore.

La questione "turismo", di indubbia complessità per le interazioni che la caratterizzano, andrebbe affrontata con un approccio più serio e responsabile. Fissando soprattutto alcuni principi imprescindibili: una seria programmazione ed il costante raccordo tra la parte pubblica e quella privata. Persistono invece numerose criticità, tuttora irrisolte, intorno alle quali andrebbe aperto un tavolo di confronto pubblico-privato per avviare una seria riflessione che, a partire dalla sempre più esigua disponibilità di risorse economiche, aiuti a ragionare di: inadeguatezza delle azioni di promozione e comunicazione, incoerenza dei programmi e modesta qualità e sovrapposizione di eventi, complessità di talune procedure autorizzative, scarsa integrazione tra i sistemi di trasporto, carenza di segnaletica e sistemi di informazione, sicurezza, accoglienza, ecc. Di fatto manca la "governance" dell'intero processo. Occorrerebbe in altri termini uscire da una logica parcellizzante e spesso "estemporanea" di una politica miope e conservatrice, per cercare di agire in un'ottica "sistemica" con politiche e strategie fortemente condivise, meglio se su scala provinciale. Non più confusi, spiccioli e tardivi programmi di "campanile", bensì qualcosa che raccordi e valorizzi le potenzialità di un'area più vasta e articolata che nel suo insieme può rappresentare per il turista un'offerta certamente più varia e interessante. Un'esigenza di sinergia e coordinamento che si rende ancor più necessaria sia talune incongruenti ed intempestive scelte della Regione, sia per la palese inconsistenza di specifiche politiche da parte della Provincia BAT.

In tanti lo avranno dimenticato, forse alcuni potrebbero addirittura non saperlo. Ma è tuttora attiva "Puglia Imperiale", una delle agenzie del Patto Territoriale (forse quella più utile), la quale, pur con fondi esigui, continua ad essere di fatto l'unica "vetrina web" in grado di proporre sul mercato del turismo, per quanto possibile, una sintesi organica e coordinata dell'offerta turistica del territorio provinciale. Detto in gergo commerciale "Puglia Imperiale" rappresenta, peraltro, sul piano comunicativo un "brand" di gran lunga più efficace rispetto all'incomprensibile "acronimo-scioglilingua": Provincia BAT. Sindaci e Amministratori minimamente illuminati dovrebbero capire quanto è fondamentale poter fruire di un "marchio turistico" che rappresenti unitariamente le caratteristiche del territorio: il mare, la storia, il paesaggio, le cattedrali, i castelli, l'archeologia, l'enogastronomia, l'arte e perché no anche taluni eventi legati alla cultura e allo spettacolo, comprese le rievocazioni storiche, a condizione che vengano progettate seriamente.

I Sindaci lancino la sfida, costruiscano un "bilancio" comune per il turismo. Si mettano assieme le poche risorse economiche, forse si farà meno "ammuina" e meno clientelismo, ma certamente si farà più qualità. Poter pubblicizzare per tempo al "mondo intero" (non a compaesani e convicini) un programma che unisca gli eventi alla fruizione del territorio è fattore strategico fondamentale sia per attuare efficaci azioni di marketing territoriale, ma sopratutto per consentire agli operatori economici del settore di predisporre pacchetti turistici differenziati, tarati sulla base di specifici eventi collegabili a determinati periodi della stagione estiva (o dell'anno). I Sindaci e le dirigenze politiche dei vari territori, non di meno le organizzazioni di categoria, sono chiamati ora più che mai a fare delle scelte. Occorre decidere se rimanere ciascuno nel "comodo" pantano del proprio orticello o avviare un serio cambio di rotta per far sì che si possa parlare seriamente di "politiche per il turismo", nell'ottica di reti e sistemi complessi che vedano coinvolti i diversi attori pubblici e privati. Una sfida tanto impegnativa quanto urgente e necessaria.