Tina Arbues: «Dietro la violenza c’è soprattutto un fattore culturale»

Si diffonde sui social l’iniziativa #SignalForHelp, ne parliamo con l’Osservatorio “Giulia e Rossella” di Barletta

martedì 23 marzo 2021 10.26
A cura di Ida Vinella
È diventato virale negli ultimi giorni su tutti i social network, da Twitter a TikTok, un messaggio rivolto alle vittime di abusi domestici e violenza, fisica e psicologica: si chiama #SignalForHelp, si tratta di un semplice gesto per comunicare in maniera discreta e silenziosa una richiesta di aiuto.

È un dato di fatto che nell'ultimo anno, complice l'inasprimento delle misure anti Covid e della "reclusione" forzata in casa, gli episodi di violenza domestica sono aumentati, con esiti drammatici e brutali che troppo spesso balzano agli onori della cronaca. Sono davvero recenti i dati emersi da una nuova indagine ISTAT che ha coinvolto anche il centro antiviolenza di Barletta e tutti i centri del territorio, Margherita di Savoia, Trinitapoli, San Ferdinando, Manfredonia.

Osservatorio "Giulia e Rossella", un presidio sul territorio

«Il lockdown ha avuto risvolti devastanti per la salute delle donne» ci racconta Tina Arbues, responsabile dell'Osservatorio "Giulia e Rossella".


Tina Arbues
Nato nel 1995, primo centro antiviolenza in Puglia e tra i primi nel Sud Italia, l'Osservatorio "Giulia e Rossella" rappresenta per Barletta e per il territorio circostante un presidio di sicurezza e prevenzione.

Da anni la onlus è impegnata in una costante attività di sensibilizzazione indirizzata ai più giovani, attraverso incontri e conferenze nelle scuole: anche in questo periodo particolare, le attività continuano a distanza tramite GSuite.

«La nostra priorità – ci spiega Tina Arbues – è fare prevenzione. Ecco perché ci teniamo in particolar modo a sensibilizzare i più giovani, andando persino nelle scuole elementari».


Pandemia e femminicidi, i dati ISTAT

«Solo nel 2020, a livello nazionale, è stato registrato un aumento del 10.2% dei femminicidi. 54 donne hanno perso la vita per mano del marito, ex marito, compagno, ex compagno. Nel corso dell'anno 2020 sono state accolte 140 donne, i contatti telefonici sono stati più di 2000. Affianco a loro, inermi spettatori delle violenze, ci sono i figli: il 52.7% delle donne ha figli minorenni e 47.3% ha figli maggiorenni.

Le donne si sono rivolte al Centro Antiviolenza spontaneamente, o su indicazione da parte dei familiari, per il 67.6% e per il 32.4% su invio dai Servizi dei territori (Servizi Sociali, Forze dell'Ordine, Consultori Familiari, Asl)».

Circola sui social da giorni il cosiddetto #SignalForHelp, cosa ne pensate?
«Qualsiasi segnale di aiuto è importante e prezioso, ma occorre capire che molto spesso chi è vittima di violenza non riesce neppure a parlare o a esprimersi. Uno dei problemi reali è che le donne spesso non vengono nemmeno credute: le si addita di chissà quali strategie, e magari proprio chi è più vicino a loro non riesce a dare un aiuto».

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In merito al #SignalForHelp la rete D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) – di cui anche l'Osservatorio "Giulia e Rossella fa parte - è intervenuta dichiarando che "il problema non è chiedere aiuto, ma riceverlo".

..."Insomma un codice che potrebbe essere un punto di partenza, ma che deve poi essere seguito in maniera "sicura": la raccomandazione, quindi, è quella, per chi raccoglie questo messaggio, di rivolgersi senza indugio ai centri antiviolenza, evitando improvvisazione e gesti non ragionati".

La pandemia e il lockdown stanno rappresentando un enorme ostacolo per le vittime di violenze domestiche. Quali sono le principali difficoltà?
«Nel mese di marzo il Centro Antiviolenza ha dovuto fare i conti con il silenzio assordante della reperibilità h24, punto di riferimento per tante donne – continua Arbues - È importante dire che la violenza di genere è un reato che si consuma all'interno delle mura domestiche, è un dato evidente se si considera che solo nel 2020 le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza hanno dichiarato di subire violenza dal proprio coniuge per il 41.7% dei casi, mentre solo l'1.6% dei casi da parte di uno sconosciuto.

Per il 100% dei casi la violenza psicologica ha accomunato tutte le altre forme di violenza: 69.8% violenza fisica, 95.1 violenza economica, 14.8% violenza sessuale, 3.3% violenza di gruppo, 10.9% stalking».

Che età hanno le donne che subiscono violenza, fisica e psicologica?
«Secondo quanto emerso da questa recente indagine, la fascia di età più rappresentativa è quella che va dai 40-49 anni (31.5%), seguita dalla fascia 50-59 (28.3%), la fascia 30-39 anni (22%), la fascia di età 18-19 anni (13.4%) e infine la fascia di età 60-69 anni (4.8%)».

Conoscere la violenza per prevenirla

Non solo botte. La violenza si manifesta anche sotto forma di insulti e vessazioni, anche a livello economico. Cosa accade precisamente?
«Durante l'anno pandemico, molte donne hanno perso l'unica fonte di guadagno che consisteva per la maggior parte dei casi in lavori precari, ed è così che nel 2020 si è registrato che il 34.1% delle donne è rimasto senza lavoro e solo il 12,7% ha avuto successivamente la possibilità di trovare una nuova occupazione precaria. Fondamentale è stato il supporto e il costante lavoro in rete con i Servizi Sociali per sostenere le donne e i loro figli anche attraverso "buoni spesa". Ed è proprio l'autonomia economica delle donne un obiettivo fondamentale che il Cav e i Servizi Sociali stanno perseguendo anche attraverso il finanziamento di borse lavoro e altre forme di sostegno al reddito, rese possibili attraverso i Programmi Antiviolenza finanziati dalla Regione Puglia ai quali il Comune di Barletta- Settore del Welfare Sociale, ha avuto accesso grazie ad un'attenzione sempre crescente a questo fenomeno».

Come è possibile mettersi in contatto con voi?
«Esiste il numero 1522, è una iniziativa nazionale del Ministero delle Pari Opportunità: funziona come un call center, basta chiamare e la telefonata verrà convogliata verso le realtà territoriali in base alle esigenze. Ci sono anche i nostri numeri di reperibilità 3803473375 - 3887504780.

Infine, un aspetto a cui teniamo tantissimo è la fitta rete di collaborazioni, con le istituzioni, le forze dell'ordine e le associazioni che si dimostrano sensibili al tema. Fra queste vi è la Barletta Sportiva, che grazie a una recente iniziativa per l'otto marzo, alla quale ha partecipato anche la senatrice Assuntela Messina da sempre al fianco delle donne, è riuscita a raccogliere ben 710 euro che ha destinato alla nostra associazione. A loro e a tutti coloro che hanno contribuito, va il nostro ringraziamento sincero».