Tanta poesia, poca politica in questo Consiglio comunale di aprile
Seduta illegittima per Centro-destra e Psi, bilancio da approvare per la maggioranza
lunedì 13 aprile 2015
16.42
Protesta davanti al Teatro "Curci" degli ormai ex occupanti dell'ex distilleria, due ore di ritardo, 11 assenti e due pregiudiziali dell'opposizione. Comincia così il Consiglio comunale della città di Barletta, che si sta tenendo oggi in unica convocazione. Apre la seduta il consigliere di Forza Italia Dario Damiani, ritenendo illegittima la seduta odierna, relativamente al 4°punto all'Odg: esame ed approvazione del bilancio annuale 2015 del Comune di Barletta, del bilancio pluriennale 2015-2017, della relazione previsionale e programmatica e dei relativi allegati. La pregiudiziale di Damiani, già diffusa a mezzo stampa questa mattina, ottiene la risoluzione del segretario del Consiglio, il quale ammette il difetto di comunicazione con la Presidenza del Consiglio, dicendo che: «Anche se gli allegati relativi al Bilancio di previsione non sono stati depositati 10 giorni prima all'Ufficio Segreteria, i consiglieri si sono potuti informare sui documenti, perché è stata inviata loro una PEC, con la quale si esponevano schema e documenti allegati. Pertanto, la seduta è legittima e può andare avanti».
A smuovere nuovamente l'equilibrio ritardatario è il consigliere del Psi Salvemini, il quale - dopo le comunicazioni del sindaco - rimette in discussione la legittimità del Consiglio, in quanto Pasquale Cascella è dimissionario. Altro dubbio dissipato dalla Presidente del Consiglio, affermando che le dimissioni diventano efficaci dopo venti giorni. Siamo agli sgoccioli dunque, la pellicola sta finendo e il cerchio nero sullo schermo rischia di comparire dilatato, al punto da oscurare la (messin)scena. Tutto questo al cospetto di un pubblico pagante e non. Presenti in aula, infatti, anche gli ex occupanti dell'ex distilleria (principalmente donne), che da dietro le transenne salgono per ascoltare da dietro le poltrone. Tentano l'esposizione di uno striscione, ma alle 13.15 abbandonano volontariamente l'aula. Così come abbandona l'aula il consigliere di "Nuova Generazione" Gennaro Cefola, reputando la seduta un teatrino. Anche Psi, nella persona di Salvemini, dice di voler abbandonare la seduta, ma l'intento rimane inattuato (Cannito è invece assente giustificato).
Non solo tante parole, ma anche belle, colte, citazioni di spessore con rischiosi scivoloni annessi: tra Leonardo Sciascia confuso con Totò, l'indifferenza di Antonio Gramsci e gli untori di manzoniana memoria, nel Consiglio di oggi a Barletta la letteratura storica e sociale è stata macchiata da un'ars oratoria particolarmente inconcludente. Che ci siano uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà è cosa assodata nella popolazione cosmica, ma la certezza dell'approvazione del Bilancio oggi (che sarà discusso da un tecnico) non è così nitida. Restano Tari, Tasi e Bilancio da stabilire. La seduta sta riprendendo in queste ore, sarà ruvida e lunga.
A smuovere nuovamente l'equilibrio ritardatario è il consigliere del Psi Salvemini, il quale - dopo le comunicazioni del sindaco - rimette in discussione la legittimità del Consiglio, in quanto Pasquale Cascella è dimissionario. Altro dubbio dissipato dalla Presidente del Consiglio, affermando che le dimissioni diventano efficaci dopo venti giorni. Siamo agli sgoccioli dunque, la pellicola sta finendo e il cerchio nero sullo schermo rischia di comparire dilatato, al punto da oscurare la (messin)scena. Tutto questo al cospetto di un pubblico pagante e non. Presenti in aula, infatti, anche gli ex occupanti dell'ex distilleria (principalmente donne), che da dietro le transenne salgono per ascoltare da dietro le poltrone. Tentano l'esposizione di uno striscione, ma alle 13.15 abbandonano volontariamente l'aula. Così come abbandona l'aula il consigliere di "Nuova Generazione" Gennaro Cefola, reputando la seduta un teatrino. Anche Psi, nella persona di Salvemini, dice di voler abbandonare la seduta, ma l'intento rimane inattuato (Cannito è invece assente giustificato).
Non solo tante parole, ma anche belle, colte, citazioni di spessore con rischiosi scivoloni annessi: tra Leonardo Sciascia confuso con Totò, l'indifferenza di Antonio Gramsci e gli untori di manzoniana memoria, nel Consiglio di oggi a Barletta la letteratura storica e sociale è stata macchiata da un'ars oratoria particolarmente inconcludente. Che ci siano uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà è cosa assodata nella popolazione cosmica, ma la certezza dell'approvazione del Bilancio oggi (che sarà discusso da un tecnico) non è così nitida. Restano Tari, Tasi e Bilancio da stabilire. La seduta sta riprendendo in queste ore, sarà ruvida e lunga.