Strage ferroviaria, in arrivo 300 milioni per incrementare la sicurezza

«È stata una fatalità - afferma il Ministro Delio - un susseguirsi di gravi errori»

martedì 9 agosto 2016
A cura di Antonella Filannino
Il 12 luglio è una data che difficilmente dimenticheremo. Tra pochi giorni ricorrerà l'anniversario di una strage che ha colpito tutto il territorio. Lo scontro tra i due treni Andria-Corato ha provocato la morte di 23 persone. Il giorno dopo l'accaduto il Ministro delle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio ha promesso lo stanziamento di ulteriori 1.8 miliardi di investimenti per le reti regionali non di competenza nazionale.

A quasi un mese dall'accaduto e dalla sua dichiarazione, il ministro Delrio ha annunciato che la somma destinata all'adeguamento di tratti di linee interconnesse di linee ferroviarie regionali sarà di 300 milioni e sarà concessa dal prossimo Cipe. «I 1,8 miliardi di fondi europei per le reti regionali - ha dichiarato il ministro dei trasporti – sono stati confermati e hanno ricevuto il via libera dalla cabina di regia Fsc». Dunque, i 300 milioni di euro si aggiungono alla somma e saranno destinati alla sicurezza ferroviaria. In tale occasione, Graziano Delrio ha affermato che finalmente si è giunti a un accordo circa il trasferimento di una parte della rete ferroviaria in concessione, oggi controllata dall'Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif), sotto la vigilanza dell'agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf). Cerchiamo di fare un piccolo punto della situazione: in Italia ci sono treni che viaggiano sulla rete Rfi (ovvero quella su cui si muovono i convogli Trenitalia), altri su una rete di circa 3000 km gestita da ferroviarie private e pubbliche che lavorano in concessione. Sulla rete Rfi non vi sono blocchi telefonici e non si può viaggiare senza almeno un sistema elettronico di controllo della marcia treno. Differiscono anche, gli organi preposti al rispetto delle normative, in quanto i treni che viaggiano sulla rete Rfi rispettano i criteri dell'Ansf, mentre chi opera sulle linee in concessione viene gestito dall'Ustif. Quest'ultimo, essendo un ente periferico del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e essendo organizzato in sette divisioni interregionali ha una normativa meno risoluta. Rispettando per tanto i criteri dell'Ansf, probabilmente il tratto Andria Corato non sarebbe stato percorribile. Peccato che si è giunti a un accordo dopo un anno dal varo di uno schema di decreto in materia. Senza precisare i tempi in cui avverrà tale modifica, il ministro ha specificato che a dover rispettare le restrizioni dell'Ansf saranno circa 1.850 km dei 3.400 km di competenza regionale, tratti di linee interconnesse. Ma la tragedia è già avvenuta. 23 sono state le vittime.

«È stata una fatalità - afferma il Ministro Delio - un susseguirsi di gravi errori». Forte e immediata è la replica da parte dell'associazione di Andria "Io ci sono": «La fatalità non c'entra proprio nulla. Ci sono stati errori e omissioni che forse perdurano ancora oggi. Lei deve solo scoprire perché si sono causati quei ritardi e perché non è stato fatto il minimo indispensabile per mettere in sicurezza quella tratta ferroviaria. Nessuna sfortuna o fatalità».