Stallo nella politica barlettana, consiglio comunale cercasi

I capigruppo dell'opposizione contro l'inerzia e l'attesa del rimpasto

lunedì 2 novembre 2015 18.49
«Cercasi Consiglio comunale, chi ne avesse notizia è pregato di contattarci. Proprio così: scomparso dal mese di luglio dall'agenda amministrativa della nostra città, ci chiediamo quando tornerà a essere convocato per la discussione delle tante questioni che attendono una soluzione». La provocazione arriva dai capigruppo del centrodestra barlettano, Flavio Basile, Dario Damiani e Gennaro Cefola. «Intanto il centrosinistra al governo della città sembra non accorgersi della necessità di tornare a confrontarsi democraticamente con le opposizioni, impegnato com'è nelle manovre di allargamento della maggioranza e di pseudo-rimpasto alla ricerca di un consenso precario e vacillante fin dall'inizio della legislatura. Ben cinque, inoltre, sono state per ora le defezioni in Giunta, l'ultima in un settore cruciale come quello della Cultura, che resta quindi privo dell'assessore di riferimento a dispetto dei proclami di rilancio di quella che dovrebbe essere una delle principali attrattive del nostro territorio. Il risultato? Una maggioranza ripiegata su se stessa, occupata in diatribe interne che nulla hanno a che vedere con i problemi concreti dei cittadini, incapace di portare sul tavolo della discussione politica argomenti e progetti di interesse pubblico. Quando si concluderà questa lunghissima "pausa estiva", che dura ormai da più di tre mesi?

E' intollerabile questa inerzia, segno di mancanza di progettualità, di incapacità di programmazione a medio e lungo termine, di scarsità di proposte. Che politica è quella che mette al primo posto i tentativi di sopravvivenza, trascurando la sua funzione di individuare, selezionare e risolvere i problemi della città e dei cittadini? Si torni ad affrontare in tempi rapidi le reali criticità con proposte serie in Consiglio comunale, se ve ne sono - si legge nella battute finali del comunicato - altrimenti si rinunci una volte per tutte al mandato, se l'unica azione politica di cui si è capaci è contemplare il proprio ombelico».