Soluzioni barriere architettoniche: presto detto!

Proposte di leggi, azioni intraprese, promesse per migliorare la vita ai disabili. Annunciato avvio dei lavori di abbattimento delle barriere architettoniche sulle litoranee

lunedì 16 luglio 2012
A cura di Paolo Doronzo
Tanti slogan e promesse di politici-don Chisciotte di turno, non fanno realmente comprendere le difficoltà dei cosiddetti diversamente abili. Bisogna innanzitutto imparare a riferirci a queste persone come a una pluralità vasta e diversificata (come sono in realtà) e non come ad un unicum omogeneo, senza considerare che ognuno ha delle diverse problematiche, quindi diverse necessità. Non si può pensare di risolvere i problemi, di cui la comunità pubblica deve farsi carico anche per obblighi legislativi, con qualche slogan o tramite compromessi, figli di un'interpretazione pietistica o soltanto assistenzialistica. Si è più volte parlato del problema delle barriere architettoniche (grazie al cielo!), e si riscontra un leggero aumento di attenzione delle Istituzioni locali alla questione. Per lo meno a parole. Si spera che i fatti seguano.

Per esempio a Barletta dal punto di vista del miglioramento della vivibilità cittadina, l'Assessore alla manutenzione Giuseppe Andriani - in collaborazione con l'assessorato al traffico – ha annunciato in un comunicato stampa, proprio qualche giorno fa, l'avvio dei lavori di abbattimento delle barriere architettoniche su entrambe le litoranee di Barletta. Ma le difficoltà ci sono anche nel privato, nei palazzi non recenti, di cui si compone la maggior parte dei nostri stabili abitativi. A questo riguardo, il consigliere regionale Franco Pastore ha inoltrato un documento in cui annuncia una proposta di legge, presentata dal suo collega-consigliere Bellomo. "Rendere un luogo di vita, una casa, abitabile e vivibile per una persona che abbia difficoltà, handicap, vuol dire renderla migliore per tutti, da un punto di vista sia qualitativo sia economico e lo dimostrano gli studi di settore più all'avanguardia. Questo è il principio che sottende la proposta di legge che era all'esame della V commissione di cui faccio parte" riferisce Pastore, aggiungendo che ora la proposta di legge è stata rinviata solo per motivi tecnici, ma che resterà uguale nella sostanza. Sostanzialmente riguarda la possibilità di realizzare un "Terrazzo-solarium" per elioterapia, facilmente richiudibile per creare uno spazio attrezzato per la fisioterapia nelle abitazioni private.

"Un passo avanti verso una società più civile- continua il consigliere- intenta a non lasciare dietro nessuno, a includere e a dare a tutti le possibilità migliori", in contrasto con le teorie affaristiche, tipiche anche della nostra città, che si preoccupano solo di costruire non pensando all'utilità ed anche al risparmio, senza dover ricorrere poi ad aggiustamenti legislativi come questo. Questa legge, inoltre, pensa non solo agli spazi interni e alla rimozione di tutto quanto possa essere un ostacolo alle "persone con ridotta o impedita capacità motoria, sensoriale e/o psichica di natura permanente", come stabilito dalla legge, ma anche di "integrare la residenza con attività necessarie per il recupero funzionale del portatore di handicap". In realtà Bellomo si fa promotore, insieme alla Regione Puglia, anche di una modifica alla legge 9 gennaio 1989, n.13, a livello Parlamentare, recante "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati" che vuole portare il contributo economico, fermo a 23 anni fa, a cifre adatte ai nuovi costi della vita e delle diverse necessità.

Bisogna anche ammettere che in più occasioni l'Amministrazione di Vendola si è mostrata sensibile a questi temi, spesso adducendo soluzioni importanti. Comunque questo è ancora un progetto. Speriamo che non siano solo parole che anticipano una fase elettorale, o che servono a distrarci dai problemi più 'piccoli', perché più facili da risolvere, ma sostanziali che contribuiscono solo a rendere più difficili le vite dei disabili, delle loro famiglie e dei loro amici, non dimenticando mai la 'normalità' nella diversità.