Sequestrate cinque tonnellate di pesce non tracciato e oltre 9.000 ricci

Operazione della Guardia Costiera tra pescherie e ristoranti

domenica 14 maggio 2017 0.15
Sono circa 150 gli uomini della Guardia Costiera impegnati in questi giorni per garantire il pieno rispetto di tutte le disposizioni in materia di tracciabilità, etichettatura e tutela degli stock ittici.

L'intensa operazione di polizia marittima è stata finalizzata al controllo sull'intera filiera della pesca, in attuazione del piano operativo regionale, ed è stata coordinata dal 6° Centro di Controllo Area Pesca di Bari per tutto l'ambito della giurisdizione della Direzione Marittima della Puglia e Basilicata. I controlli hanno riguardato pescherie, ristoranti, grossisti e punti di sbarco del pescato, comprendendo anche posti di blocco stradali e in ambito portuale. Una parte di questo pesce sequestrato è stato donato a ospizi, casa di riposo e per Andria alla Caritas di don Geremia Acri.

Nell'ambito di tale operazione, il personale dei Comandi territoriali della Guardia Costiera di tutta la Direzione Marittima - per la Bat la Capitaneria di Porto di Barletta - ha provveduto, in totale, a porre sotto sequestro oltre 5 tonnellate di prodotto ittico, per la maggior parte privo di tracciabilità, per un valore commerciale stimato di 54.000 euro e la conseguente irrogazione di sanzioni amministrative per un totale di 80.000 euro circa.

Di particolare rilevanza, inoltre, per la tutela e difesa dell'ecosistema marino, è il sequestro di oltre 9.000 ricci di mare, di cui è vietata la raccolta e cattura nei mesi di maggio e giugno di ogni anno, in aggiunta a 2,5 chilogrammi di datteri di mare con relativa denuncia penale a carico dei trasgressori responsabili della devastazione del fondale.

Il contrammiraglio Giuseppe Meli, nell'assicurare che le attività di controllo proseguiranno al fine di contrastare ogni forma di pesca illegale, richiama l'attenzione dei consumatori affinché non effettuino incautamente acquisti di prodotto ittico di dubbia provenienza o venduto in violazione delle più elementari norme igienico-sanitarie.