Se la Puglia piange, la Basilicata non ride

La probabile fuga del Comune di Spinazzola. La Basilicata come paradiso di eccellenze sanitarie

venerdì 14 gennaio 2011
A cura di Emanuele Porcelluzzi
Appartiene ad un recente passato, la fuga in avanti di regioni, città e quant'altro, sotto la prospettiva, al buio, di una recessione economica, abbastanza gravosa, tesa a cercare quella condizione felice, di cui si sono goduti gli effetti benefici sino a qualche giorno addietro. Sono quasi evasioni per trovare soluzioni ai problemi iniziatici ad assillare in maniera martellante e senza attimi di pausa. Un esempio è quello, proposto dalla Città di Spinazzola, i cui abitanti, tramite un comitato, di cui lo stivale trabocca, sono sul piede di guerra e disposti ad indire un referendum per traslocare in Basilicata, terra bellissima sotto l'aspetto naturale ma nota, eccetto per chi lo vuole ignorare, come una regione "amara" per chi ha avuto lì i natali, il cui vissuto è stato all'insegna di una povertà quasi assoluta e i Sassi di Matera, ne sono un eloquente testimonianza. Immaginare la Basilicata, terra di eccellenze sanitarie o dir si voglia ospedaliere è come immaginare il paradiso appena dietro l'angolo di casa, ed è il momento di menzionare il motivo, per cui gli spinazzolesi vorrebbero lasciare la Puglia, per trasferirsi nella vicinissima Lucania, così chiamata anticamente: la chiusura del suo ospedale, uno tra i lasciti dei governi passati della serie "quando Berta filava" e allorchè si poteva sistemare la "cassa" con procedure inflattive e ricominciare così daccapo. Tutto sommato, questa rinnovata voglia di "emigrare" appare piuttosto pretestuosa anzi che fondata su motivazioni, anche se sono più che legittime, che finiscono per fare a pugni con l'attuale politica governativa, protesa a tagliare tutto e di tutto e ovunque sul territorio nazionale, imponendolo agli Enti Locali, tra questi, le Regioni tutte. Comunque è una cosa vera e giusta che gli esodi sono caratterizzati dallo status delle popolazioni che soffrono condizioni di vita non definibili civili, ma resta il fatto che quello desiderato dagli abitanti di Spinazzola è nel solco di una tradizione di sofferenze, che non ha mai conosciuto la parola fine.