Schiuma bianca sul mare di Barletta, «fondamentale intensificare i controlli»

Intervento dell'Arpa Puglia sul preoccupante fenomeno. «Arginare il pericolo attraverso la denuncia dei cittadini»

martedì 22 gennaio 2013
In seguito alla comparsa di schiuma bianca lungo la battigia della litoranea di ponente del Comune di Barletta e lungo il litorale del Comune di Margherita di Savoia, anche l'Arpa Puglia ha voluto diramare un proprio intervento, per dare risposta alle tante domande che ne sono scaturite. Come risulta dalle analisi dei campioni prelevati il 4 gennaio scorso dall'Agenzia Regionale per l'Ambiente, le schiume sono state causate dalla proliferazione della microalga dinoflagellata Noctiluca scintillano.

Secondo Legambiente a destare preoccupazione è la presenza nelle stesse schiume di un valore superiore ai limiti tabellari per gli Enterococchi intestinali che – come spiega l'Arpa – sono indice di un apporto di materiale organico derivante dai corsi d'acqua e dai territori limitrofi che lo raccolgono durante il deflusso verso il mare. In altre parole significa che lungo la litoranea vi sono scarichi non depurati.

L'Arpa sottolinea che "la schiuma bianca non rappresenta un pericolo per la salute umana" così come non dovrebbe rappresentarlo la presenza di Enterococchi intestinali poiché la balneazione è per norma consentita nel periodo compreso tra il 1 maggio ed il 30 settembre di ogni anno, rimanendo preclusa per i rimanenti mesi. «È evidente che il valore degli Enterococchi intestinali è strettamente legato al mancato funzionamento dei sistemi di depurazione – spiega Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – È fondamentale intensificare e potenziare i controlli su impianti di depurazione, scarichi abusivi, fogne a cielo aperto prima che arrivi la stagione estiva e punire con sanzioni esemplari quanti si ostinano a inquinare l'ambiente e il mare, fonte principale del nostro ecosistema. L'allerta – conclude Tarantini – deve restare sempre alta e solo attraverso la denuncia da parte dei cittadini e le verifiche costanti degli organi competenti, non limitate ai soli mesi estivi, è possibile arginare un pericolo che rischia di essere sempre dietro l'angolo, 365 giorni all'anno».