Scandalo calcioscommesse, l'intervento dell'assessore regionale allo sport Campese

"Non è più la malafede di un singolo, si tratta di un sistema". Un sistema da rifondare

giovedì 31 maggio 2012 9.08
L'allargamento a macchia d'olio dello scandalo-calcioscommesse, dilagato con i recenti arresti di altre persone tra calciatori e capi di organizzazioni illegali, sta sconvolgendo il mondo del calcio italiano. "Non è più la malafede di un singolo, che fa propri modelli di vita sbagliati per fare denaro facile; si tratta di un sistema dai risvolti di natura delinquenziale ben più ramificato, che va troncato in maniera definitiva". L'assessora allo Sport della Regione Puglia, Maria Campese, interviene sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta sul calcioscommesse culminata giorni fa con 19 ordinanze di custodia cautelare e 150 indagati.

"In questa vicenda Il fenomeno del malaffare sportivo ha superato ogni limite di tollerabilità", spiega la Campese sottolineando lo sconvolgente scenario che si apre sul mondo del calcio dopo la grave accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa che la Procura della Repubblica di Cremona contesta, tra gli altri, all'allenatore neo campione d'Italia, il pugliese Antonio Conte. Al di là della dovuta cautela legata all'attuale fase dell'inchiesta", commenta la Campese, "bisognerebbe avere il coraggio di riconoscere che, se lo scenario è quello tratteggiato nell'indagine della magistratura ordinaria, siamo di fronte a una vera e propria epidemia da cui sarà difficile salvarsi perché non basta prendere le distanze o auspicare pene esemplari: Coni e Federazione devono intervenire sul sistema, con riforme che siano in grado di segnare un effettivo cambiamento di rotta e restituire a tutto il mondo calcistico italiano dignità, credibilità e onorabilità".

Una stilettata a un sistema impuro: "Va indubbiamente riformato il sistema che consente, a discapito dello sport di base, il finanziamento nelle forme più varie delle attività di società che gestiscono bilanci milionari, grazie al grande business dei diritti televisivi e agli introiti pubblicitari controllati dalla Lega. Lega, Coni e Federcalcio – conclude l'assessora Campese - dovrebbero spiegare agli italiani quanto ci sia di veramente sportivo in questo calcio-spettacolo che ancora una volta è stato impietosamente sbattuto nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo infangando l'intero movimento sportivo e togliendo credibilità alle migliaia di società che, con impegno, onestà e scarsissimi fondi a disposizione, lavorano davvero in favore dello sport per tutti".