Sassi contro le forze dell’ordine: non si arresta a Barletta l’allarme bullismo

Quello di lunedì sera è solo l’ultimo esempio di una sottocultura molto pericolosa

giovedì 7 ottobre 2021
A cura di Cosimo Campanella
"Sa criatour". Quante volte a Barletta abbiamo sentito pronunciare questa frase, magari quando qualche malcapitato ha perso le staffe di fronte alle angherie, a volte molto pesanti, subite da un gruppo di minorenni che nell'occasione avevano trovato la vittima con cui "divertirsi".

Sia chiaro, non siamo così ipocriti o bacchettoni da mettere all'indice il ragazzino che si trastulla suonando ai citofoni e scappando: siamo seri, chi non lo ha mai fatto? Il fatto è che negli ultimi anni stiamo quasi quotidianamente assistendo a episodi che vanno molto al di là della semplice "scampanellata". Non deve sorprendere quindi il lancio di pietre e bottiglie verso agenti delle forze dell'ordine di qualche sera fa perché non è che la punta di un iceberg fatto di episodi di bullismo e vandalismo sempre più frequenti e sempre più inquietanti.


Più e più volte da queste colonne virtuali abbiamo raccontato fino alla noia di danneggiamenti ed aggressioni in branco di minorenni da parte di altri minorenni. L'elenco è tanto lungo quanto allarmante, e va dai pestaggi nel centro storico ai gravi danneggiamenti di parchi giochi, dal danneggiamento di statuette votive agli atti di vandalismo ai danni del verde di Piazza Plebiscito. Fino alla già citata aggressione dell'altra sera ai danni dei poliziotti fatti oggetto di lanci di pietre così, per gioco. Non un inedito tra l'altro, se si considerano le segnalazioni di episodi simili da parte dei residenti delle strade del centro cittadino.

Naturalmente immediata è montata l'indignazione sui social network da parte dell'opinione pubblica. Un'indignazione che purtroppo, come da tempo sosteniamo, deve fare i conti con una realtà fatta in primis da una legislazione che oggettivamente pare fatta a posta per consentire a tutti questi "bad boys" alla rucola di farla sistematicamente franca. Vi è inoltre il fatto che, a partire purtroppo dalla scuola, spesso si deve fare i conti con genitori talvolta più zotici e maleducati dei figli, e non sono affatto rari gli episodi di gente che è finita dinanzi a un giudice per aver reagito (male) all'arroganza e al senso di impunità di qualche ragazzino un po' troppo esuberante, magari intimamente ben spalleggiato da madri e padri il cui livello di buona educazione e di vivere civile pare essere quanto meno discutibile.

Si aggiunga a tutto questo – a proposito dei fatti dell'altra sera - la pericolosa cultura dell'anti Stato (purtroppo sempre troppo presente da queste parti) che porta ragazzini anche di tenera età a pronunciare termini come "infame" o "sbirro". La stessa cultura, o meglio sottocultura, della quale è figlio anche il "sa criatour" con il quale abbiamo esordito. Un concetto molto pericoloso, anche se detto in buona fede.