Santini si, santini no: rompicapo preelettorale

Ancora sui rapporti tra Politica e Chiesa. Una nota di Emanuele Porcelluzzi. «Narriamo di avvenimenti di portata nazionale»

lunedì 29 novembre 2010
Riceviamo e pubblichiamo l'articolo del giornalista Emanuele Porcelluzzi che ben si collega alla nostra recente su questo spinoso argomento.

Una polemica, ante litteram, nonostante che non si è entrati ancora nella bagarre elettorale, quella relativa al rinnovo del consiglio comunale e dell'elezione del primo cittadino della Città di Barletta, che è partita, purtroppo, subito e a gran carriera. Si è quasi trovati di fronte alla classica disputa sul sesso degli angeli oppure sull'amletico dubbio che tanta strada ha fatto nella letteratura e nel teatro. Il problematico riferimento è relativo all'opportunità, in campagna elettorale, da parte dei candidati di essere ospiti, ai fini elettorali, dei parroci e non dei curati di campagna, personaggi, quest'ultimi, che hanno campeggiato, a pieno merito, nelle pagine di autorevoli scrittori. Se ci si immerge nel mare della storia, non sempre limpido e cristallino a causa di quei tempi bui, che hanno caratterizzato il percorso dell´umanità, si nota la contiguità della Chiesa, e non solo di quella cristiana, con il potere temporale. Questi momenti di vicinanza non sono stati, sempre, deleteri per la società civile a motivo del fatto che la Chiesa, sul piano strettamente culturale, ha contribuito al fiorire delle belle arti, nell'accezione più completa. E´ indubbio che, nel corso dei secoli, la società civile ha dovuto dare alla Chiesa un simbolico pegno, dovuto a causa dell'analfabetismo molto diffuso nello stivale d´Italia.

Tornando ai giorni nostri, dopo un periodo, coincidente con il ventennio, in cui i rapporti non sono stati del tutto idilliaci, e lo sono divenuti tali nel dopoguerra, il che ha coinciso con la nascita del partito dei cattolici, che ha stimolato un processo di forte connubio della Chiesa non solo con la società civile ma, addirittura, con la classe politica, allevata all'ombra dello scudo crociato, evidenziato nel logo partitico. Tant'è che nelle cerimonie solenni e non, i notisti inserivano, nei loro resoconti, il seguente rigo: "erano presenti le autorità civili, religiose e militari" e dimenticarlo non era cosa buona e giusta. Avvenimenti di portata nazionale hanno sconvolto, in seguito, l´assetto politico, contribuendo alla scomparsa della Democrazia Cristiana ossia del partito dei cattolici. In virtù del filosofico e partenopeo "corsi e ricorsi storici", dopo un altro ventennio, trascorso all´insegna di una indistinta laicità, la Chiesa e la classe politica hanno inziato a tessere di nuovo rapporti di grande collaborazione, per cui il potere temporale si è rafforzato ed è entrato prepotentemente nei dibattiti non solo politici bensì in quelli civili. Meravigliarsi ora del fatto che i prossimi candidati possano entrare in contatto con i parroci per fini elettorali, vuol dire non ricordarsi, ciò non vale per i più giovani, che le sezioni dello scudo crociato, dagli anni `50 sino agli anni `70, sono stati il vivaio e il trampolino di lancio, dopo il placet clericale, dei politici a valenza cittadina e nazionale, e che solo ai più ingenui o anche a quelli in buona fede va rammentata la condizione di essere sul dorso dell'asino senza però essersene accorti.

Emanuele Porcelluzzi