San Ruggiero: nell'omelia il richiamo dell'Arcivescovo alla comunione

Nel saluto ai presenti, il vicario episcopale mons. Flippo Salvo si è soffermato sul bene comune

martedì 31 dicembre 2019
Come sempre gremita di fedeli la chiesa del monastero di San Ruggero in Barletta in occasione della solenne concelebrazione delle 11.15, presieduta dall'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo. Presenti altresì le autorità civili e militari, assieme al Capitolo Cattedrale, ai sacerdoti, diaconi, seminaristi e la comunità delle monache benedettine con l'abbadessa Madre Anna Lucia Tonelli.

«San Ruggero, – così Mons. D'Ascenzo all'inizio della sua omelia - quando incominciò il suo ministero episcopale a Canne nell'XI, trova una città in grosse difficoltà, in una situazione drammatica a motivo di una rivolta che conobbe la distruzione da parte dei Normanni. L'opera di San Ruggero andò nella direzione di prendersi cura di tutte quelle forme di povertà morale e materiale della sua gente. Molto bello quello ci è stato tramandato della vita di San Ruggero, che andasse in giro a chiedere l'elemosina per i poveri, che l'episcopio fosse aperto notte e giorno. San Ruggero richiama la presenza in mezzo a noi del pastore. Egli è una bella testimonianza del pastore che è Gesù, colui del quale le letture stamattina ci hanno parlato». L'Arcivescovo prosegue nella sua riflessione soffermandosi ancora sulla figura del "Buon pastore": «E' colui che sta in mezzo a noi, che conosce ciascuno di noi, la nostra voce. Speriamo noi di riconoscere la voce del nostro pastore Gesù, il quale da la vita per noi. Gesù è colui che ci guida, non è certo un mercenario!»

Mons. D'Ascenzo passa in rassegna il salmo responsoriale proposto dalla liturgia: «Esso è la preghiera straordinaria dell'Antico Testamento che trova certamente il compimento nella persona di Gesù. Egli è colui che ci fa riposare, che ci conduce ad acque tranquille che ci rinfranca, ci guida nel suo vincastro. Questa è la certezza che deve accompagnare tutti noi in un giorno di festa come questo, motivo di fiducia, di speranza». Ma anche di una ritrovata maggiore comunione!

«Vorrei invitare tutti – ha proseguito l'Arcivescovo - a pregare in questo giorno di festa proprio su questo elemento così importante, quello della comunione. Affidiamo all'intercessione di San Ruggero la nostra capacità di Chiesa intanto di vivere in comunione, in sintonia, in collaborazione, con tutte le realtà presenti sul nostro territorio, insieme per metterci al servizio, di coloro che vivono le povertà morali o materiali. E prima ancora una preghiera perché come chiesa diocesana, come chiesa locale, possiamo maturare sempre più questa comunione. Ci aiuti San Ruggiero a vivere una sempre maggiore comunione far le diverse zone pastorali, tra le diverse parrocchie, tra tutti i soggetti pastorali (…). Potremo essere anche capaci di proporre le più belle strategie pastorali, progetti più intelligenti, dare sfoggio delle più grandi strutture e risorse, ma senza la comunione, non andremo da nessuna parte. Ogni mancanza di comunione è una zavorra, è un ostacolo, un impedimento per il nostro essere chiesa, del nostro metterci al servizio dei più poveri come chiesa al seguito di Gesù. Ecco perché in un giorno di festa come questo dobbiamo domandare questo dono e la grazia di saperci impegnare e costruire comunione. Senza la comunione al massimo noi potremmo dare l'impressione di una chiesa efficiente, se le cose andassero bene; ma non una chiesa efficace che sa permettere al Signore Gesù di condurci e darci la possibilità di andare incontro alle persone che vivono le povertà materiali o morali di oggi. Una Chiesa per essere efficace deve camminare dietro il pastore che è Gesù e ha bisogno di vivere questo nella comunione, insieme, superando le difficoltà, gli ostacoli, facendo magari grossi sacrifici per superare tutto questo, rinunciando anche con sofferenza a ciò che magari ci sembra un nostro diritto, una nostra giusta rivendicazione, perché siamo stati offesi, perché le cose non sono andate come avremmo desiderato, come sarebbero dovute andare. La comunione non va sacrificata a niente perché senza la comunione non saremo saremmo famiglia, non saremmo gregge, non saremmo chiesa»

Prima della benedizione di conclusione del solenne pontificale, mons. Filippo Salvo, vicario episcopale per Barletta, ha rivolto gli auguri a tutti i presenti e, rivolgendosi all'Arcivescovo, lo ha ringraziato per l'invito alla comunione ecclesiale. Essa, ha proferito il sacerdote, «diventa per noi chiesa il bene fondamentale da perseguire in tutti i momenti della vita ecclesiale, un bene che dobbiamo sempre alimentare e in cui crescere, in quanto solo e sempre insieme potremo offrire un autentico servizio di sostegno e aiuto al popolo che ci è affidato. Ma comunione ha anche valore per la società civile e per i responsabili di essa che devono trovarsi uniti nella difesa del bene comune, del bene di tutti. In questo senso si rimane perplessi quando accade che un provvedimento operato da essi vada a mortificare direttamente l'impegno di chi ogni è a contatto con la povera gente fornendo accoglienza, un tetto o un pasto caldo. Come va tenuto desto l'impegno da parte delle autorità preposte verso alcuni settori che richiamano il bene comune tenendo conto alcuni episodi che si sono verificati di recente a Barletta». Chiaro il riferimento al danno ambientale verificatosi con l'incendio in un'azienda per lo stoccaggio dei rifiuti ed alcuni episodi di violenza.