San Procopio, Barletta Cinque Stelle denuncia il "business" dei rifiuti

«La ricaduta economica sulla città di Barletta è assolutamente improduttiva»

lunedì 26 settembre 2016 13.05
«"Salus populi suprema lex esto - la salute del popolo sia la suprema delle leggi", sentenziava Cicerone. Ma per i cittadini che risiedono nei pressi dell'ospedale Dimiccoli fino all'inizio di via vecchia Minervino l'aforisma di Cicerone ha il sapore amaro della beffa, infatti già da mesi rilevano e denunciano un consistente incremento del traffico di mezzi pesanti che da controlli effettuati lo scorso Agosto risultano essere diretti alla discarica di San Procopio». A denunciare la situazione è Brigida Cervello del gruppo Barletta Cinque Stelle.

«Si tratta di mezzi che trasportano rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti pericolosi contenenti amianto in matrice compatta, che per effetto dell' AIA (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata già nel 2008 dalla Provincia di Bari, vengono sversati ormai dal 2014 nella discarica. Al riscontro di un nostro sopralluogo lungo il perimetro risulta che sul fondo della discarica sono stati sversati materiali di colore blu proprio in prossimità della recinzione che separa il sito da fondi agricoli coltivati, vale a dire che il monito di Cicerone è rimasto lettera morta. A tal proposito, pertanto, sollecitiamo gli organi competenti ad effettuare le opportune verifiche del caso.

Non tralasciando l'impatto ambientale della discarica di San Procopio ubicata a pochi chilometri da Parco degli Ulivi, attigua a Montaltino e alla strada dell'Olio Extravergine (percorso eno-gastronomico per la promozione del territorio) l'interrogativo che i nostri amministratori a qualsiasi livello dovrebbero porsi, pur se tardivamente, è se ritengono strategico dal punto di vista economico, che Barletta ospiti sul proprio territorio il business dei rifiuti su così larga scala. La discarica, infatti, presenta un'estensione complessiva di ben 32538 mq.

Da verifiche ci risulta che la discarica di San Procopio in termini di ricaduta economica sulla città di Barletta è assolutamente improduttiva, ovvero non crea posti di lavoro, nè genera valore per l'indotto, senza considerare che la proprietà così come anche la gestione fanno riferimento a capitali e sedi legali extra cittadine. In sintesi: ai barlettani i rifiuti, ai grandi investitori il business… e la politica sta a guardare».