Questione zone B5, Trimigno: «Si chiariscano metodo e sostanza della delibera»
La nota del capogruppo di Barletta al centro
martedì 9 settembre 2025
18.00
Quando ho accettato di candidarmi al consiglio comunale, ormai tre anni fa, ero convinto di poter apprendere parecchio sulla maniera in cui governare una città complicata come Barletta. La disillusione, però, ha preso poco alla volta il sopravvento. Non ultima a pesare in questo senso è la questione delle zone cosiddette B5 inserite nel nostro Piano regolatore". Michele Trimigno, capogruppo di Barletta al Centro, esordisce così su una delle più importanti questioni urbanistico-edilizie cittadine tuttora irrisolte.
"Faccio fatica a comprendere - prosegue - come si possa fare il bene della città, prevedendo la costruzione di nuovi edifici privati dove erano previsti verde pubblico e parcheggi. A me non sembra proprio un modo per migliorare la qualità dei luoghi in cui viviamo. Eppure così ci è stata presentata la delibera di giunta portata all'esame del consiglio comunale il 10 luglio scorso". "All'inizio - aggiunge Trimigno - hanno provato a far passare il provvedimento come una specie di atto dovuto. Poi ci hanno ripensato e hanno scelto di seguire una procedura più adeguata, ma nella sostanza con un obiettivo di dubbia pubblica utilità".
"Qui - conclude il consigliere - sono in gioco interessi pubblici e privati molto consistenti, quindi non è possibile procedere ulteriormente senza chiarire presto e bene metodo e sostanza della delibera. Rivolgo, perciò, un accorato appello al sindaco Cannito, sperando che non continui a tentennare e a guardare altrove".
"Faccio fatica a comprendere - prosegue - come si possa fare il bene della città, prevedendo la costruzione di nuovi edifici privati dove erano previsti verde pubblico e parcheggi. A me non sembra proprio un modo per migliorare la qualità dei luoghi in cui viviamo. Eppure così ci è stata presentata la delibera di giunta portata all'esame del consiglio comunale il 10 luglio scorso". "All'inizio - aggiunge Trimigno - hanno provato a far passare il provvedimento come una specie di atto dovuto. Poi ci hanno ripensato e hanno scelto di seguire una procedura più adeguata, ma nella sostanza con un obiettivo di dubbia pubblica utilità".
"Qui - conclude il consigliere - sono in gioco interessi pubblici e privati molto consistenti, quindi non è possibile procedere ulteriormente senza chiarire presto e bene metodo e sostanza della delibera. Rivolgo, perciò, un accorato appello al sindaco Cannito, sperando che non continui a tentennare e a guardare altrove".