Polivalente di Barletta senza aule, protestano gli studenti

Un vecchio disagio ancora senza soluzione

domenica 8 febbraio 2015
A cura di Ida Vinella
Scrivono di volersi opporre «all'immobilismo della provincia Bat in merito alla questione riguardante la carenza aule» gli studenti del gruppo Avanguardia Studentesca che diramano una nota in cui è allegata la fotografia del loro striscione di protesta: il gruppo si è mobilitato ieri con un simbolico gesto di dissenso, preparando uno striscione che recita "alunni presenti, aule assenti" che hanno poi provveduto ad affiggere nell'area del polivalente di Barletta. Motivo della protesta? Tanti studenti lasciati senza aule nelle scuole superiori "Nervi", "Cassandro" e "Fermi".

Lo striscione di protesta "Alunni presenti, aule assenti".
«Tali istituti sono in una situazione del tutto precaria – scrivono i responsabili del gruppo - avendo più volte fatto richiesta agli organi preposti per ottenere nuove aule, non ricevendo, però, risposta alcuna. Avanguardia Studentesca chiede a gran voce di trovare, nel più breve tempo possibile, ulteriori aule per questi istituti carenti, nello stesso tempo sollecitando la provincia Bat a risolvere la situazione, in modo tale da poter assicurare agli alunni dei rispettivi istituti sopra citati una situazione più agiata, già a partire dall'anno scolastico in corso». La polemica arriva qualche mese dopo lo stato di agitazione per la dislocazione di alcune aule tra il "Garrone" e le strutture del Polivalente, e a quasi un mese di distanza dalla lettera di disagio diffusa dagli stessi studenti del Polivalente per le basse temperature in aula a causa della mancanza di riscaldamento al rientro dalle vacanze natalizie.

«Bisogna trovare una soluzione contemporaneamente stabile e ragionevole – concludono gli studenti - per poter permettere ai frequentanti e a quanti si iscriveranno, di svolgere regolarmente le attività didattiche in aule sicure. Così come diritto allo studio vuole, bisogna rispondere alle esigenze degli istituti, soprattutto per quelli in condizioni di emergenza e precarietà».