Patruno (PD) non ci sta: «Delirante comunicato di Mennea»

Il segretario provinciale risponde al compagno di partito. Botta e risposta fra il consigliere e il segretario

martedì 19 luglio 2011
«Ho letto un delirante comunicato del consigliere regionale del mio partito, Ruggiero Mennea. Non credo sia utile alimentare polemiche, perché la città attende un governo coerente con il voto democratico che ha assegnato a Nicola Maffei la guida della città». Così la risposta puntuale e asciutta del segretario provinciale del PD al consigliere regionale, subito indicandone la matrice politica più che amministrative. Punto sul vivo Patruno continua così: «Non sono aduso ai patti, perché amo troppo la mia autonomia, la mia libertà di pensiero e di azione. Effettivamente ho una pesante responsabilità: ostacolare l'idea del nichilismo politico in cui si pretende di precipitare il PD. Togliere il "disturbo" per non intralciare le manovre di altri nostromi che hanno progettato le sconfitte a tavolino, le partite truccate, la resa incondizionata di città e territori, come quello di Andria, della Provincia di Barletta Andria Trani, o di Trinitapoli».

«Sempre con lo stesso metodo: patti ed esclusioni, Chi pensa ad un congresso permanente non ha nessuna idea della democrazia, pratica la mortificazione di ogni pensiero divergente, progetta l'esclusione preconcetta di chi non soggiace al clan, il potere su base feudale non deve trovare ostacoli, la pratica consociativa non può permettersi dibattiti e liberi confronti, può solo pretendere obbedienza e assenza del merito. Ho avuto più di un torto: difendere l'amministrazione Maffei sempre e in ogni circostanza, perché credo sia persona perbene ed onesta, perché esponente del mio partito e non della mia componente».

«Ho lavorato affinché la selezione delle candidature in tutte le città chiamate al voto avvenisse con il metodo delle primarie piuttosto che con quello dei patti privati, non ho mai ostacolato candidature alternative cui chiedevo solo il coraggio di manifestarsi apertamente. Ho favorito l'accesso al Partito di tanti ragazzi e ragazze, aperto le porte a chi aveva voglia di militare, senza chiedere loro patti o sudditanze di qualsiasi genere; ho provato ad organizzare un "partito visibile e presente" sul territorio. Ho avuto una lunga militanza politica, ma anche una lunga pausa non mi spaventano le battaglie politiche, in particolare quelle per la democrazia, la legalità, la trasparenza. La storia di ciascuno di noi depone e parla per noi, malgrado noi».