Pasqua in tavola, i barlettani amano la "scarcella"

Oltre alle immancabili uova di cioccolato, rimane viva anche la tradizione del "benedetto"

domenica 1 aprile 2018
Le parole d'ordine per la tavole pugliesi nel giorno di Pasqua sono allegria e colore. Un binomio ben rappresentato da un antipasto e un dolce tipici della tradizione: il primo molto semplice e veloce da preparare, il secondo un po' più impegnativo, entrambi però di sicuro successo ed a base di uova, il simbolo per eccellenza del giorno della Resurrezione perché immagine stessa della vita nuova.

Che cos'è il "benedetto"

Il "benedetto", buono da mangiare e d'effetto coreografico sulla tavola, è un piatto che non deve mancare nel menù per il pranzo di Pasqua. Gli ingredienti per comporlo sono solo quattro: uova fresche di gallina, meglio se fatte benedire prima (in alcuni paesi la tradizione resiste al passare del tempo), soppressata (è consigliabile la classica di Mugnano), arancia e ricotta fresca, rigorosamente di pecora prevede la "regola". Non sono ammesse varianti al tema.

Non è solo un simbolo antico della Pasqua ma anche un piatto coreografico e colorato, dalle tinte primaverili: il bianco ed il giallo ricordano le margherite di campo, l'arancio fa tornare alla mente il sole caldo al tramonto. Si chiama "benedetto" perché il pranzo può avere inizio, oggi come allora, solo dopo che il capo famiglia abbia impartito una benedizione, utilizzando un ramoscello di ulivo e l'acqua benedetta, al piatto ed a tutti i commensali riuniti attorno al tavolo prima di consumare il pranzo. Prepararlo, come dicevamo, è davvero semplice, senza essere insomma cuochi provetti: bisogna innanzitutto disporre le arance affettate su un ampio piatto da portata, posizionarci sopra le fette di soppressata, la ricotta ed infine le uova sode tagliate a spicchi. Il piatto avrà così un effetto simpatico ed allegro. Provare per credere!

Che cos'è la "scarcella"

Belle e buone sono le "scarcelle": l'origine di questo dolce si perde nei primi secoli della diffusione del Cristianesimo. Si tratta di una sorta di biscotto che è nato a forma di ciambella poi ha cominciato ad assumere forme diverse: ora se ne trovano anche a mo' di colombine, campane, cuori e coniglietti. Tradizionalmente si mette anche un uovo sodo sulla base tenuto fermo da listelli di impasto a forma di croce ed il nome stesso "scarcella" deriverebbe proprio dal verbo scarcerare: l'uovo rappresenterebbe il Cristo che a Pasqua risorge dal sepolcro. Ormai si mettono ovetti di cioccolato sulla glassa oltre ai confettini colorati ed a qualche altro decoro per dolci come, per esempio fiori di zucchero. Ogni scarcella può essere personalizzata con i decori e tanta fantasia e può diventare un dolce augurio per la Pasqua oltre che un felice fine pasto.