Michele Rizzi ci prova ancora

«Perchè mi candido a sindaco di Barletta». Per continuare delle 'battaglie'

domenica 7 aprile 2013
«Ho accettato di candidarmi a sindaco di Barletta - inizia così Michele Rizzi - per continuare un lavoro cominciato qualche anno fa sul campo delle lotte contro l'abusivismo edilizio, contro la chiusura di molte fabbriche della nostra città, contro la tassazione pesantissima nei confronti del piccolo commercio, contro la distruzione della sanità e della scuola pubblica, contro il malaffare della politica istituzionale.

Siamo l'unica organizzazione che fa politica e lotte con propri soldi, autofinanziandosi, senza soldi pubblici come le altre. Non ci facciamo fermare da minacce (come alle ultime elezioni) e non ci facciamo comprare da nessuno. Faremo una campagna elettorale tra la gente, senza spendere soldi, ma mettendoci la faccia. Non vi aspettate da noi la compravendita di voti, noi investiamo in lotte e diamo voce a chi non ha voce, non compriamo speranze che vengono disilluse dagli altri.

Se avremo consenso procederemo subito ad interventi netti e radicali. Municipalizzeremo la Bar.sa cancellando tutti gli appalti esterni e aumentando orari di lavoro e salari per i lavoratori, tagliando tutti i manager e consulenti Bar.sa, avvieremo una gestione dei lavoratori. Vareremo un nuovo Piano casa di edilizia pubblica per chi la casa non ce l'ha, a prezzi sociali, eliminando la speculazione che ruota attorno all'edilizia, intervenendo anche sul regime proprietario delle 5.000 case sfitte che ci sono. Creeremo un reddito sociale per disoccupati e precari da ottenere dalla Regione attingendo dai tagli ai finanziamenti pubblici alle multinazionali. Lotteremo per la nazionalizzazione della Cementeria senza indennizzo sotto la gestione dei lavoratori ed il suo spostamento in altra zona lontana dal centro abitato, evitando l'inquinamento del quartiere in cui abitano più di 20.000 abitanti. Stabilizzeremo tutti i lavoratori precari della pubblica amministrazione e non solo. Cancelleremo l'aumento della tassazione comunale ai danni dei piccoli commercianti, già strangolati dagli effetti della crisi capitalista. Taglieremo gli stipendi di consiglieri comunali, assessori e sindaci (al massimo un'indennità di pari al salario di un operaio per chi è disoccupato poichè l'attività politica la si deve fare senza soldi pubblici, come la facciamo noi da sempre).

Qualcuno dice che siamo pazzi a sfidare gli altri candidati - conclude - pieni di soldi e di clientele politiche e legati al potere economico padronale. Noi rispondiamo che la bisogna Rivoluzionare Barletta, portando al potere i lavoratori di questa città e cacciando chi questa città l'ha distrutta ed impoverita, ossia speculatori e parassiti borghesi! Se non ora, quando?».