Maxi frode bonus emergenza Covid, coinvolti due soggetti di Barletta

Vasta operazione a livello nazionale della Guardia di Finanza di Rimini

lunedì 31 gennaio 2022 15.56
Sono coinvolti anche un commercialista e un imprenditore di Barletta nella vasta operazione della Guardia di Finanza - Comando Provinciale di Rimini coordinati dalla Procura della Repubblica di Rimini, con il supporto di 44 Reparti territorialmente competenti, nonché della componente aerea del Corpo, del supporto tecnico dello S.C.I.C.O e del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche.

I due soggetti di Barletta sono tra i destinatari delle misure cautelari disposte per l'operazione "Free credit", che ha smascherato una maxi frode per 440 milioni di euro di falsi crediti locazioni, sismabonus e bonus facciate. Le attività hanno avuto avvio alle prime luci dell'alba, con ben 200 militari impegnati, in Emilia Romagna ed in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.

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In queste ore le Fiamme Gialle stanno eseguendo un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Rimini con cui sono state disposte 35 misure cautelari personali di cui 8 in carcere e 4 ai domiciliari nonché 23 interdittive di cui 20 all'esercizio di impresa nei confronti di altrettanti imprenditori e 3 all'esercizio della professione nei confronti di altrettanti commercialisti, in quanto ritenuti componenti di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini ma ramificato in tutto il territorio nazionale, responsabile di aver creato e commercializzato per 440 milioni di euro falsi crediti di imposta, introdotti tra le misure di sostegno emanate dal Governo con il decreto rilancio (D.L. 34/2020), durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà.


In atto 80 perquisizioni, anche a Barletta, ed il sequestro dei falsi crediti, di beni e assetti societari per il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Tra loro, in 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e 3 avevano precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'associazione a delinquere, che secondo l'ipotesi investigativa è composta da 56 soggetti che si sono avvalsi di 22 prestanomi, ha un nucleo centrale di 12 persone, oggi sottoposti a misure cautelari custodiali, tra imprenditori e commercialisti.

Durante l'esecuzione dei sequestri sono stati impiegati anche i cosiddetti "cash dog", unità cinofile addestrate a fiutare l'odore dei soldi.