Lidl, poi un teatro accanto al castello di Barletta: «Ma quale rigenerazione urbana»

L'intervento dell'associazione Italia Nostra

venerdì 11 giugno 2021 14.41
«L'Associazione Italia Nostra guarda con sorpresa e preoccupazione alle decisioni assunte dall'Amministrazione Comunale con la delibera di Giunta n°95 del 04\06\2021, per un progetto globale di rigenerazione urbana denominato "La Sfida del Borgo" che, fra l'altro, prevede la costruzione di un teatro accanto al Castello, nell'area a tutt'oggi di proprietà Lidl, che viene definita ex Dipaola». Ad intervenire è la presidente della sezione barlettana dell'associazione, Luisa Filannino.

«Sorpresa - prosegue - perché nel progetto stesso si dà per acquisita quell'area, come se fosse già stata fatta la perequazione richiesta da Lidl in seguito alla sospensione dei lavori di costruzione di un discount. Sappiamo che a tutt'oggi nulla, almeno ufficialmente, è stato fatto per operare la perequazione, decisione che il Sindaco ha demandato al Consiglio Comunale. Ebbene, dopo oltre un mese dall'annuncio e con due convocazioni del Consiglio Comunale il 22 e il 27 maggio, la discussione non è stata calendarizzata, salvo inserire – su richiesta dell'opposizione – almeno un confronto sul parere dell'Avvocatura Comunale nel Consiglio di oggi». Ma l'assise, su richiesta del sindaco Cannito, si riunirà nella prima seduta utile.
«L'area individuata per la eventuale perequazione - spiega Filannino - è soggetta a Contratto di Quartiere, per cui non sarà facile addivenire a una soluzione. Ci chiediamo dunque con quali certezze giuridiche possa essere stato concepito e approvato il progetto in delibera, a meno che con esso non si siano volute creare le basi legali per procedere d'imperio alla perequazione. Anche in tal caso, però, manca del tutto sia la pratica della partecipazione della città che la concezione della preservazione di un bene vincolato, quale è l'area del Castello.

La preoccupazione discende da queste considerazioni e dal fatto che, ancora una volta, si pensa a cementificare una zona di pregio della città, proprio laddove si sarebbe dovuto realizzare il Parco del Mare, che sarebbe relegato ai pochi mq di terreno con alberi di alto fusto già esistenti nell'area ex-Eni, praticamente un fazzoletto di terra. Rileviamo che un teatro esiste già a pochi metri, nei Giardini del Castello, che viene poco o per nulla utilizzato e che il Fossato stesso viene impiegato per gli eventi estivi con strutture mobili, che non creano impatto naturalistico ed ambientale.

In una città fortemente inquinata anche dalla presenza di industrie che insistono sull'abitato urbano e che non si pensa a delocalizzare, dove l'aria è spesso irrespirabile anche a causa di rifiuti – spesso materie plastiche – bruciati a cielo aperto, c'è bisogno di aree verdi che contrastino l'inquinamento e che siano attrezzate per farne luoghi di aggregazione e socializzazione.

Se il Comune ha pensato di utilizzare fondi destinati ai Comuni da un bando da investire in progetti d'interesse pubblico, potrebbe intanto progettare la creazione del Parco del Mare, la sistemazione della pineta di fronte a Ponente, la sistemazione dell'area di fronte al Castello, oggi dissestata e utilizzata a parcheggio.

Stigmatizziamo con forza l'uso del concetto di rigenerazione urbana per produrre ancora una volta opere cementizie che, lungi dal riqualificare veramente, servono soltanto a degradare l'ambiente, a peggiorare la qualità della vita e a rinviare i problemi urgenti della città».