Cosa c'è dietro la violenza urbana di Barletta?

C'è bisogno di una risposta dopo tutti gli episodi di violenza che si sono susseguiti negli ultimi mesi

giovedì 11 novembre 2021
A cura di Gaia Paolillo
La perdita di Claudio Lasala è stata l'apice di un fenomeno a lungo denunciato, ma che non ha mai trovato una risposta come soluzione. Ne è la prova l'accoltellamento di un giovane in una discoteca proprio durante la notte dello stesso giorno in cui si sono tenuti i funerali del giovane Claudio. Poi la dolce e impaurita lettera scritta da una giovanissima di nome Laura, giunta in redazione poco tempo fa. La perdita di Claudio è stata l'escalation di una violenza che si nascondeva, comunque in maniera abbastanza evidente, tra le vie e nella comunità di Barletta.

Di seguito gli avvenimenti più recenti consumati negli ultimi mesi: Spesso la violenza urbana nasce da un sentimento di insicurezza che aleggia per la città. C'è necessità di politiche più sicure, che non siano volte a istaurare un clima di terrore in città, influendo negativamente sul turismo cittadino. Non devono prevedere la punizione verso tutti i locali notturni come se il problema fosse la movida barlettana. Perché si incolpa sempre il divertimento, l'intrattenimento? Perché la movida è sempre "la cosa sbagliata"?

L'assassinio di Claudio non ha nulla a che vedere con la movida. La violenza non c'è solo qui e per dimostrarlo abbiamo riportato episodi di violenza avvenuti nel bravissimo tempo che non si sono consumati nei locali notturni. Abbiamo preso in considerazione un tempo brevissimo, risalendo fino al 30 luglio. Gli avvenimenti di cronaca sono degli esempi di una situazione che stava pian piano degenerando perchè era davvero da molto tempo che la violenza era diventata protagonista. Per moltissimo tempo abbiamo raccolto, denunciato e dato voce ai testimoni e alle persone che hanno vissuto la violenza sulla loro pelle: prima verbale, poi fisica, fino ad arrivare a quella più sottile e silenziosa, cioè quella psicologica.

Servirebbero gruppi di ascolto, non solo per i giovani, servirebbe affrontare la questione in termini di educazione e di problematica sociale. Nel frattempo, non ci resta che riflettere.