L'altra emergenza, la fame ai tempi del Coronavirus
Aumentano i casi di famiglie per cui il lockdown impedisce di assicurarsi beni di sussistenza primaria
domenica 29 marzo 2020
L'emergenza sociale sta prendendo il posto di quella sanitaria. Anzi no, perché i numeri ancora non consentono di ritenere superato l'allarme. E allora l'emergenza sociale non fa che sommarsi a quella già in atto. Ai contagi, alle curve e ai decessi si aggiunge la fame, quella evocata da Papa Francesco per descrivere il rovescio della medaglia di questa pandemia.
Si accinge alla chiusura la terza settimana di quarantena che ha unito l'Italia nella lotta al Covid-19. Le misure restrittive vanno verso un rinvio annunciato, ma da definire, mentre il "soccorso alimentare" comunicato ieri dal Presidente del Consiglio Conte e messo in campo con l'erogazione di 4,3 miliardi di euro sul fondo di solidarietà comunale e 400 milioni per i buoni spesa, consentirà di aiutare le famiglie per le quali è diventato difficoltoso far quadrare i bilanci quotidiani.
I nuovi poveri e la solidarietà
Il Banco Alimentare, impegnato quotidianamente nell'assistenza degli indigenti, ha stimato un aumento del 20% delle richieste che in alcune zone del Paese, come in Campania, arriva a sfiorare un incremento fino al 40%. Un dato che parla da solo, soprattutto al sud Italia. In attesa che le misure economiche prese dal Governo, con il decreto "Cura Italia", diventino liquidità nelle tasche dei cittadini, infatti, sono aumentati i casi di famiglie per cui il lockdown ha impedito di assicurarsi beni di sussistenza primaria.
È per questo che in alcune città sono partite gare di solidarietà, con le iniziative della spesa sospesa. Un po' come avviene con il caffè, ognuno è libero di lasciare qualche prodotto per il cittadino che verrà, ponendo un argine sociale alle difficoltà di molti. Così, anche a Barletta è arrivata la proposta da parte di un cittadino, Roberto, che rivolgendosi al sindaco Cannito ci ha scritto:
I tentavi di assalto a supermercati e farmacie e le disparate denunce, tra cui quella filmata e diffusa sul web di due cittadini baresi, sollevano un altro e preponderante tema, quello lavorativo. Se i buoni spesa e l'azione dei Comuni potranno tendere la mano ad una platea stimata di circa 11 milioni di persone, così come i tempi della burocrazia «azzerati» (ha assicurato Conte) per ottenere i bonus del Cura Italia tuteleranno molte categorie di lavoratori, altri restano ancora confinati in una zona grigia, anzi nera.
L'ultimo rapporto Istat sul lavoro sommerso in Italia registra un numero di lavoratori a tempo pieno, ma in condizione di non regolarità, pari a 3 milioni e 700 mila unità. Di questi lavoratori, ben l'80% è del sud Italia in cui il virus sta trasformando quell'economia illegale in disperazione. «Se l'alternativa non la offrono le istituzioni, la offrono gli altri, la criminalità ad esempio». Con queste parole il Ministro per il Sud e per la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, nei giorni scorsi ha acceso i riflettori su realtà sommerse che rischiano di emergere con rivolte e disordini tali da pregiudicare l'ordine pubblico.
Se le misure comunicate ieri dal Premier Conte potrebbero scongiurare i disordini e il rischio che ad approfittarsene sia la criminalità, al vaglio del tavolo governativo ci sarebbero altri provvedimenti. Tra questi, presumibilmente, la possibilità di estendere il reddito di cittadinanza ad una platea più vasta. Una proposta che al momento ha trovato il consenso dell'alleato di governo del M5S, il PD, ma non del centro destra.
Si accinge alla chiusura la terza settimana di quarantena che ha unito l'Italia nella lotta al Covid-19. Le misure restrittive vanno verso un rinvio annunciato, ma da definire, mentre il "soccorso alimentare" comunicato ieri dal Presidente del Consiglio Conte e messo in campo con l'erogazione di 4,3 miliardi di euro sul fondo di solidarietà comunale e 400 milioni per i buoni spesa, consentirà di aiutare le famiglie per le quali è diventato difficoltoso far quadrare i bilanci quotidiani.
I nuovi poveri e la solidarietà
Il Banco Alimentare, impegnato quotidianamente nell'assistenza degli indigenti, ha stimato un aumento del 20% delle richieste che in alcune zone del Paese, come in Campania, arriva a sfiorare un incremento fino al 40%. Un dato che parla da solo, soprattutto al sud Italia. In attesa che le misure economiche prese dal Governo, con il decreto "Cura Italia", diventino liquidità nelle tasche dei cittadini, infatti, sono aumentati i casi di famiglie per cui il lockdown ha impedito di assicurarsi beni di sussistenza primaria.
È per questo che in alcune città sono partite gare di solidarietà, con le iniziative della spesa sospesa. Un po' come avviene con il caffè, ognuno è libero di lasciare qualche prodotto per il cittadino che verrà, ponendo un argine sociale alle difficoltà di molti. Così, anche a Barletta è arrivata la proposta da parte di un cittadino, Roberto, che rivolgendosi al sindaco Cannito ci ha scritto:
«Le giornate difficili che stiamo vivendo vanno affrontate con spirito di comunità. E il nostro Paese lo sta dimostrando fino in fondo». È intervenuto così anche il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, che sui suoi profili social ha stigmatizzato l'importanza di un simile gesto.Prendo spunto dal concetto di caffè sospeso, già diffuso nei bar, per proporre la spesa sospesa nei supermercati. Chi vuole può lasciare una quota nel supermercato che aderisce all'iniziativa che può utilizzare per la spesa chi ne ha bisogno, in maniera del tutto libera. Viviamo tempi duri, aiutiamoci!
La zona grigia, anzi: nera
Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vuole essere una boccata d'ossigeno per molti, intendendo provare a contrastare lo shock economico e sociale del Paese e procedendo ad una preliminare ricostruzione dell'Italia, al momento senza l'ausilio dell'Europa.I tentavi di assalto a supermercati e farmacie e le disparate denunce, tra cui quella filmata e diffusa sul web di due cittadini baresi, sollevano un altro e preponderante tema, quello lavorativo. Se i buoni spesa e l'azione dei Comuni potranno tendere la mano ad una platea stimata di circa 11 milioni di persone, così come i tempi della burocrazia «azzerati» (ha assicurato Conte) per ottenere i bonus del Cura Italia tuteleranno molte categorie di lavoratori, altri restano ancora confinati in una zona grigia, anzi nera.
L'ultimo rapporto Istat sul lavoro sommerso in Italia registra un numero di lavoratori a tempo pieno, ma in condizione di non regolarità, pari a 3 milioni e 700 mila unità. Di questi lavoratori, ben l'80% è del sud Italia in cui il virus sta trasformando quell'economia illegale in disperazione. «Se l'alternativa non la offrono le istituzioni, la offrono gli altri, la criminalità ad esempio». Con queste parole il Ministro per il Sud e per la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, nei giorni scorsi ha acceso i riflettori su realtà sommerse che rischiano di emergere con rivolte e disordini tali da pregiudicare l'ordine pubblico.
Se le misure comunicate ieri dal Premier Conte potrebbero scongiurare i disordini e il rischio che ad approfittarsene sia la criminalità, al vaglio del tavolo governativo ci sarebbero altri provvedimenti. Tra questi, presumibilmente, la possibilità di estendere il reddito di cittadinanza ad una platea più vasta. Una proposta che al momento ha trovato il consenso dell'alleato di governo del M5S, il PD, ma non del centro destra.