Integrazione come ricchezza: la situazione degli immigrati a Barletta

La comunità di immigrati in città è pari all’1,5%. Manca ancora una vera comprensione fra culture

mercoledì 16 maggio 2012 22.21
A cura di Paolo Doronzo
Nasce dall'esigenza di alcune individualità o gruppi di cittadini il rendersi costruttori di una valida forma di comunione fra culture differenti. Culture ancora troppo distanti pur essendo parte di una globalità, che, grazie anche alle tecnologie, alle possibilità di viaggiare, assunte e ostentate ormai da decenni da un'opulenza occidentale, mostra ancora quell'arcaicità culturale dettata dall'indifferenza e dalla povertà di spirito. Generando quell'indifferenza e noncuranza, per non parlare di vero e proprio razzismo, che intossicano le nostre particolarità anche locali. Esistono, fortunatamente, realtà differenti che non si sfiduciano di fronte alle difficoltà del mondo, e anzi ci regalano testimonianze ed esperienze in grado di rincuorarci. Diverse infatti sono le realtà, anche a Barletta che si muovono in tal senso, raccogliendo associazioni di volontari.

La situazione barlettana della presenza di immigrati in città, con poco più del'1,5% circa, è molto al di sotto della media nazionale (7,5%), con prevalenza di comunità maghrebine, seguite da quella albanese e neocomunitaria (come i rumeni). Tali dati sono stati forniti dalla onlus che gestisce lo sportello comunale per immigrati che ha sede in via Achille Bruni, box 13. Ne esisto diverse di queste esperienze, realizzando già nella loro composizione, formata da barlettani e cittadini di origine straniera, quella commistione fra culture e popoli che è nei principali intenti e fini di una corretta politica, con la "P" maiuscola, dell'integrazione sociale, culturale, religiosa, etnologicamente valida, superando l'erroneo concetto di divisione razziale fra gli esseri umani. Il giudizio dello sportello comunale è piuttosto positivo per quanto riguarda la situazione dell'integrazione a Barletta, ravvisando tuttavia che le condizioni degli immigrati risentono fortemente della crisi economica di questo momento storico difficile per tutti.

Bisogna sempre migliorare la condizioni dei cittadini immigrati rendendo loro possibile l'accesso ai servizi nella nostra città, al mondo del lavoro, promuovendo la conoscenza dei loro diritti, e della cultura e lingua italiana. Proprio a tale scopo vengono organizzati da diversi anni presso la scuola Manzoni, dalla associazione Home & Homme, dei corsi pomeridiani gratuiti di italiano per stranieri, in cui si respira il preziosismo di culture che si incontrano e si ha sentore della ricchezza che queste trasportano. A volte quello che si riceve è più di quello che si offre: gli insegnanti appagati dal colore della differenza, si completano delle sfumature che i corsisti hanno, provenendo da tanti paesi (Algeria, Ucraina, Albania, ecc.). Vi partecipano una quindicina di persone, stabilendo con gli insegnanti e tra di loro rapporti che vanno aldilà del corso e della durata delle lezioni. Solo la conoscenza reciproca può prevenire fenomeni di emarginazione, non sfociando in veri e propri conflitti culturali, e perciò non si ponga mai limite alla funzione dell'Istituzione pubblica, che deve rendersi sempre più attiva al fine di una più concreta integrazione culturale, agevolandola.

Sono recenti le notizie luttuose dei due immigrati trovati morti in una zona abbandonata presso via Trani. Oltre alla situazione delittuosa a cui lavorano gli inquirenti, l'accaduto ci offre materiale per riflettere sulla condizione difficile di vita di molte di queste persone, soprattutto se clandestine: nessun riparo per dormire, niente soldi, nessuna opportunità. Spesso sfruttati e umiliati si abbandonano ad abitudini sbagliate e si adattano a qualunque tipo di lavoro.

Da parte nostra l'impegno deve essere verso la costruzione di una reale integrazione e solidarietà che non deve restare solo a parole.