Incontro regione-comuni Bat, Dentamaro: «Continuiamo a favorire il confronto»

«Auspicabile che siano formulate proposte concrete e realizzabili». All’Upi: «Senza una proposta unitaria, la Regione non presenterà una sua ipotesi di riordino al governo»

sabato 22 settembre 2012
A cura di Edoardo Centonze
Si è svolto, ieri mattina, nell'aula del consiglio regionale della Puglia, in Via Capruzzi, a Bari, l'incontro tra l'assessora regionale agli Enti locali Marida Dentamaro e i rappresentanti (sindaci e consiglieri comunali) di tutti i 10 comuni della Bat. Sul sito istituzionale della regione, Dentamaro ha espresso le seguenti considerazioni in merito alla riunione: «Tenendo presenti le improrogabili, al momento, scadenze fissate dalla Legge, appare evidente come, se si vuole evitare la sterile applicazione di criteri e parametri determinati a livello centrale e riportare alla competenza della Regione e dei Comuni la governance locale, sia auspicabile formulare proposte concrete e realizzabili». Si legge inoltre, sempre su Press Regione, che l'assessora regionale "ha condiviso quanto rappresentato dai Sindaci che rivendicano la competenza sulle scelte e ha assicurato che la Regione, non intendendo comprimere in alcun modo il loro potere di iniziativa e di scelta continuerà a favorire il confronto, presentando al Governo le deliberazioni che i Consigli Comunali interessati vorranno assumere, in linea con i tempi e i paletti fissati dalla Legge". C'è da ricordare inoltre, come abbiamo riportato, che all'incontro in regione non è stata convocata la provincia Bat, cosa che ha suscitato le ire del presidente Francesco Ventola.

«Alla luce degli ultimi chiarimenti del Governo sul riordino delle Province - ha ripetuto l'assessora Dentamaro - la Regione ritiene importante raccogliere i suggerimenti delle comunità locali, per disegnare i nuovi assetti territoriali nella maniera più consona alle aspettative dei cittadini e più efficace per quanto attiene le funzioni che le nuove Province, ma soprattutto i Comuni veri soggetti attuatori della riforma, saranno chiamati ad esercitare - sottolineando così, qual era, per la regione, il fine di questo incontro - Questa riforma può e deve diventare occasione per dare finalmente impulso a quell'associazionismo tra Comuni che potrebbe portare tanti benefici in termini di efficienza e di qualità dei servizi, rispettando al tempo stesso le specificità dei territori e il contenimento dei costi nello spirito della "spending review"».

Certamente le posizioni della regione Puglia, rappresentate da Dentamaro, e quelle della provincia Bat, rappresentate da Ventola, continuano ad essere ancora molto distanti tra loro. Dimostrazione di ciò è l'intervista di ieri de "La Gazzetta del Mezzogiorno" all'assessora Dentamaro, da cui emerge chiara la sua posizione sul caso Bat: «Attardarsi è sterile e fuorviante. Indietro non si torna. Sento che qualcuno vorrebbe tentare nuovi accorpamenti di comuni per raggiungere un territorio di almeno 2500 chilometri quadrati, come impongono la legge e la deliberazione del Consiglio dei ministri. È assurdo. È sufficiente leggere il «manuale delle istruzioni» sul sito di palazzo Chigi per capire che così non si va da nessuna parte - si esprime lapidaria nell'intervista - I requisiti minimi, superficie e popolazione di almeno 350mila abitanti residenti, dovevano essere presenti al momento della delibera, cioè il 20 luglio scorso. La riforma c'è e va attuata, in modo ordinato e rigoroso. Il resto è perdita di tempo».

Emerge, inoltre, nelle parole che Dentamaro rivolge all'Upi Puglia, nell'intervista, la posizione che la regione terrà in questo processo di riordino delle province: «Ben venga una proposta unitaria, ma se ciò non dovesse accadere la Regione non presenterà una sua ipotesi di riordino al governo. Sarà la conferenza unificata Stato Regioni a pronunciarsi - afferma Dentamaro - La Regione è super partes, ci teniamo a favorire il dialogo tra istituzioni e soprattutto a far maturare la consapevolezza della riforma tra i cittadini, ma non a scontrarci sulle ipotesi di riordino. Nessun braccio di ferro, quindi. È scritto tutto nella legge».