Inceneritore nella Cementeria: parere negativo

Inviato alla provincia il parere di competenza. Prima di tutto, la salute pubblica

martedì 7 dicembre 2010
Relativamente alla questione del possibile incremento dei rifiuti da conferire nell'inceneritore della locale cementeria, l'Amministrazione comunale di Barletta, attraverso il Sindaco Nicola Maffei e l'Assessore alla Politiche Ambientali, Salvatore Filannino, ha espresso un parere di competenza condiviso dai segretari politici Silvestro Mezzina (Socialisti), Franco Caputo (Partito Democratico) e dallo stesso Filannino in qualità di segretario dell'Italia dei Valori.

Nel documento trasmesso alla Provincia Barletta – Andria – Trani, alla luce degli indirizzi emersi durante il dibattito avviato nei Consigli comunali dell'1 e 2 dicembre scorso, il Comune stabilisce che:

1. in via pregiudiziale si esprime parere negativo alla richiesta della ditta Buzzi Unicem di incrementare le quantità di rifiuti speciali non pericolosi da utilizzare per il ciclo produttivo del cemento;
2. relativamente al procedimento di VIA inerente la stessa questione, si invita la Provincia Barletta-Andria-Trani, titolare del procedimento, a promuovere un tavolo tecnico che coinvolga le amministrazioni, le associazioni ambientaliste del territorio e i soggetti interessati per fornire una completa informazione sul progetto e per acquisire ulteriori elementi di conoscenza e di giudizio utili alle valutazioni più opportune, in attuazione dell'art.12 della Legge Regionale 11/2001.

Deve essere, inoltre, sottolineato che a tale parere l'Amministrazione comunale giunge avendo debitamente considerato e rimarcato, la «necessità di acquisire ulteriori elementi di conoscenza sullo stato dell'ambiente locale» e, in riferimento ai rifiuti utilizzati dalla Cementeria, la legittimità di conoscerne «qualità e provenienza».

Tutto questo nell'ottica di tutela della primaria esigenza di salute pubblica e dell'ambiente, promuovendo in un'ottica di medio – lungo periodo «ogni utile iniziativa volta a pianificare la delocalizzazione degli insediamenti industriali più rilevanti», contemperandola con la «preesistenza dello stabilimento, l'evoluzione produttiva e tecnologica e le ricadute occupazionali». Infine, viene specificata l'opportunità di acquisire nuovi dati derivanti da ulteriori e più specifiche operazioni di monitoraggio della qualità dell'aria, che diventino supporto oggettivo per la fase decisionale «nell'ambito di un processo di partecipazione di tutti gli enti coinvolti e con il contributo che eventualmente perverrà dal mondo delle associazioni ambientaliste». Il tutto confidando in un «generale miglioramento degli impatti e nella totale trasparenza dei dati a carattere ambientale».