Il seminatore di cuori

Racconto di Giuseppe Lagrasta, scrittore e saggista

domenica 28 dicembre 2025 1.00
Il racconto di Giuseppe Lagrasta testimonia la vitalità e l'importanza che assume l'azione del dedicarsi agli altri, in un momento storico difficile e complesso com'è quello che stiamo vivendo. "L'azione del dedicarsi al prossimo, - sostiene il prof. Giuseppe Lagrasta - rappresenta, una modalità della comunicazione umana, della fratellanza e dello spirito della dedizione per l'inclusione, che si alimentano, intrecciandosi, nel rispetto dell'altrui visione del mondo. "Non si vede bene che col cuore: l'essenziale è invisibile agli occhi". Questa celebre frase tratta dal romanzo "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry, comunica un aspetto, tra i più fondanti della relazione educativa e della comunicazione umana. Infatti, approfondisce le parole dell'alfabeto della fratellanza, che assumono notevole importanza nella vita relazionale, sentimentale e affettiva, come: l'amore, l'amicizia, il rispetto dell'altro, la condivisione di sentimenti autentici, come pure, l'affettività, la prossimità, la gioia, e tutte queste emozioni, non possono essere vissute assumendo un comportamento superficiale, ma richiedono di essere raccolte e viste con gli occhi del cuore" – conclude lo scrittore barlettano -.

Racconto
Viveva, il seminatore di cuori, in campagna, lontano dai fuochi fatui della città e dalle false semenze che trovavano radici d'illusioni in scelte poco umane. E quando sentiva l'ora giusta per seminare, entrava nella Stanza dei cuori, riempiva la sua bisaccia e per tutta la notte, piantava; erano piccolissimi semi di cuori che in seguito, avrebbero abitato gli animi di chi viveva, indifferente, entro città caotiche e complesse. Il seminatore, si occupava in massimo grado, di coltivare cuori e poi dopo la raccolta, disseminarli nella città con l'aiuto di magici aquiloni e bambini fantastici. Con la nascita dei cuori, l'impegno più difficile riguardava la semina tra gli animi meno disponibili ad accoglierli. Però, quell'anno ci fu una bella sorpresa. Il numero degli animi pronti a raccogliere il dono, - diceva tra sé e sé il seminatore - aumentava di giorno in giorno, di ora in ora. E il seminatore era tanto felice. La sua semina, stava dando i suoi buoni frutti. Così, quando il suono del silenzio copriva la città, il seminatore, con l'aiuto di due bambini, Alice e Peter Pan, raccoglieva i cuori e riempiva le ali degli aquiloni, che in seguito, Alice e Peter Pan, avevano cura di disperdere tra le case. Nelle notti stellate i cuori raggiungevano dolcemente gli animi addormentati.

E come si accorgevano gli esseri umani dell'arrivo dei cuori nei loro animi? Sentivano un forte profumo di fiori di primavera: aprivano gli occhi e raccoglievano nello sguardo, la dolcezza di quella luce profumata e riprendevano a sognare. In attesa dell'alba. Il seminatore era contento di abitare con la luce del dono, quei cuori distratti e nonostante fosse vecchio e stanco, non smetteva di seminare sempre più cuori, coltivandoli e offrendoli. E quando il profumo dei cuori abitava l'aria, in tutto l'abitato si spargeva un senso di pace e di serenità. Erano quelli i giorni più belli per il seminatore che, in quel momento, finalmente, osservava tutta quella luce profumata inondare la città addormentata.

E in compagnia di Alice e Peter Pan, il seminatore, nel corso infinito del tempo, regalò tanta tenerezza agli esseri umani, che nel tempo infinito della pace, ritrovarono gioia e luce. E la tenerezza del dono, conquistò pian piano, altre città e altri cuori. E il seminatore ringraziando Alice e Peter Pan, si congedò. Il buono e giusto lavoro era stato fatto. Ora spettava ad altri piantatori, più giovani – così il seminatore - continuare a dissodare la terra e piantare i semi dei cuori per giungere dove non basta l'amore del cuore ma servono gli occhi del cuore per capire le fragilità umane. E Alice, rivolgendosi a Peter disse: "Nella tenerezza e bellezza degli occhi del seminatore di cuori ho colto il senso vero del donarsi, come azione piena d'amore, di fratellanza e di rispetto degli altri. - E tu cosa hai provato, Peter? – E Peter rispose: "Una grande malinconia mi ha avvolto, riportandomi in un mondo di avventure e di tenerezze, vivendo una strana felicità. Però sono stato colto da un senso di nostalgia per i miei amici, per te, e per la mia famiglia. Un sentimento che non avevo mai provato prima." "Anch'io – disse Alice – ho sentito una strana gioia di vivere e il mio cuore, se non ci fosse stato il tuo aiuto e l'aiuto del seminatore, si sarebbe ridotto in briciole." 0
Nel cuore della sera, la luna, radiosa, appariva nel cielo. Era la bussola per Peter e Alice che felici, volavano sulla città.

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