Il cuore di Zù

L'artista barlettana Azzurra Caporusso si descrive e racconta

venerdì 23 aprile 2010
A cura di Tommaso Francavilla
Azzurra Caporusso ha 27 anni. L'artista barlettana ha una personalità poliedrica con interessi rivolti tutti all'arte. Diplomata presso l'Istituto Statale d'Arte di Corato come maestro orafo, consegue in seguito la Maturità Artistica. Si iscrive alla facoltà di Scienze dei Beni Culturali, e intanto consegue il diploma abilitante di restauratrice di dipinti su tela. Nel 2009 dà vita ad una performance di live painting e musica jazz con la collaborazione di un gruppo di musicisti jazz senesi presso il teatro Volturno Occupato di Roma. Partecipa a concorsi di arte contemporanea come il Celeste Prize ( 2009 ), Premio Celeste ( 2009 ), Premio Laguna ( 2009 ), Biennale giovani artisti del Mediterraneo e Bluorg ( 2010 ). Le sue prime mostre risalgono al 2003 con la mostra d'arte contemporanea personale «Zù» presso il Castello Svevo di Barletta. Nel 2005 espone in una mostra collettiva dal titolo «Mutamenti Contemporanei» presso la galleria Artissima 35 a Barletta, nel 2006 espone in una mostra collettiva dal titolo «Sembianze umane» presso la galleria Noir di Bisceglie, nel 2008 ben due mostre d'arte dal rispettivo titolo «Ogni giorno ad ogni ora» e «L'isola del tesoro», entrambe presso il centro culturale Zerouno a Barletta, nel 2009 espone presso lo Spazio Off di Trani. Attualmente vive e lavora a Bologna .

Come definiresti il tuo stile pittorico?
Il mio stile è astratto. Prendo ispirazione dall'astrattismo, una corrente artistica del '900, che ha avuto i suoi maggiori esponenti con Gropius e Mondrian, i quali si occupavano anche di design e arti applicative. Io mi ispiro alle loro geometrie, rivisitandole e interpretandole a modo mio.

Con le tue opere vuoi stupire o far riflettere?
Entrambe le cose. Mi piace quando la gente, osservando le mie opere, si interroghi per poi confondersi leggendo anche i titoli delle stesse, e spesso devo spiegare loro i motivi per cui ho scelto quei titoli, col rischio di spiazzarli ancora di più.

Il dolore genera arte?
Si , ma anche la gioia.

Cosa contengono le tue opere?
Contengono ricerca, sperimentazione, gioco. Nelle mie opere scompongo ciò che vedo.

Più importante di dipingere è?
I rapporti umani.

Barletta ha recepito il tuo talento artistico?
Barletta mi ha dato ciò che poteva. Fin quando son rimasta qui ho tentato di espormi artisticamente il più possibile tramite le realtà presenti: la Galleria Zerouno con cui ho collaborato, organizzando delle collettive, o aprendo eventi con performance live nel vernissage o nel finissage, o esponendo in una collettiva presso la galleria Artissima 35, o presso lo Spazio Off ( Trani ) . Con la mia amica pittrice Antonella Doronzo, abbiamo organizzato una mostra – evento dal titolo «Noi balliamo da sole», una mostra incentrata su una doppia personale, al cui interno esprimevamo le dinamiche della danza artistica di due artiste – ballerine. L'evento lo abbiamo organizzato e promosso con le nostre sole forze, e si è svolto durante la Notte bianca del 2006, con un buon successo di pubblico e di critica su varie riviste del settore artistico.

Ti piacerebbe tornare a Barletta per sempre?
Si, per riunirmi alla mia famiglia e all'ambiente artistico locale, che è molto attivo e prolifico.
Lavori di Zù
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