Gesù si fa cibo per sostenere il cammino della nostra vita

«Chi crede ha la vita eterna», le parole di don Vito Carpentiere

domenica 9 agosto 2015
Dal Vangelo secondo Giovanni: «In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù intraprende con le folle un discorso con l'intento di generare il dono della fede, l'unica capace di vincere la diffidenza e la mormorazione. Come già nel cammino dell'Esodo in risposta alla mormorazione del popolo d'Israele Dio aveva donato la manna, così successivamente, di fronte allo scoraggiamento di Elia che invoca la morte perché incapace di scorgere una meta, Dio manda il suo angelo che per due volte sveglia il profeta dal suo torpore per donargli il pane cotto sulla legna e per ricordargli che lungo per lui era il cammino da seguire, ma che alla fine avrebbe incontrato Dio sul monte.

Tutte le volte che si smarrisce l'orizzonte si cade nella paura e depressione. E viceversa. Come il popolo d'Israele quando perse l'orizzonte della terra promessa si chiuse in sé e mormorò, così l'uomo quando smarrisce l'orizzonte della propria vita cade preda della paura e arriva a desiderare la morte come soluzione fino a quando un angelo (letteralmente messaggero) non gli mostra qualcosa d'altro capace di motivare la ripresa per riaffrontare il cammino fino all'incontro con Dio. La mormorazione è un lamento nascosto, fatto alle spalle di qualcuno, ma teso a creare complici e a portare confusione e scompiglio: tutto questo genera diffidenza e sospetto, l'esatto contrario della fede-fiducia.

Gesù risponde alla mormorazione dei Giudei presentando-offrendo se stesso: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo". Ma come la manna data da Dio suscitò la domanda "che cos'è?", così Gesù con la sua rivelazione suscita la domanda "chi è costui?". "Io sono il pane vivo disceso dal cielo che dà la vita al mondo": discendere e dare! Due verbi che sintetizzano più che la predicazione la vita stessa di Gesù. Il suo è sempre stato un cammino di condiscendenza verso l'uomo teso a fargli comprendere che Dio dona continuamente se stesso. Che possiamo sperimentare questo nella fede!

È bello pensare a chi nel momento della nostra paura-depressione-diffidenza è stato per noi letteralmente un angelo che ci ha fatto risollevare e riprendere il cammino. Ed è bello pensare che quel l'angolo posso essere io per chi si trova a vivere senza un orizzonte a cui anelare! "Dammi, Signore, un'ala di riserva!". Buona domenica!

[don Vito]