Ferì un pregiudicato a Barletta, la sentenza di appello: non fu tentato omicidio

A sparare nel suo garage fu Luigi Piccolo con l'intento di allontanare Luigi Lombardi e Luigi Marchisella, accusati di tentata estorsione

giovedì 11 giugno 2020 16.16
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Non si è trattato di tentato omicidio, ma del reato di lesioni personali. È quanto stabilito dalla Corte di appello di Bari nei confronti dell'imputato Luigi Piccolo. Nel 2018 il barlettano fu vittima di ripetuti tentativi di estorsione che culminarono, nel pomeriggio del 5 giugno dello stesso anno, in un'esplosione di arma da fuoco all'interno del garage "Tittadegna", di sua proprietà, situato in via Foggia.

A far partire il colpo fu lo stesso Piccolo, pregiudicato barlettano, con l'intento di allontanare Luigi Lombardi e Luigi Marchisella, anch'essi pregiudicati locali, che si recarono nel garage "Tittadeglia" chiedendo a Piccolo (difeso in giudizio dagli avvocati Michele Cianci e Raffaele Losappio), con minacce ed insulti, la consegna della somma di 50 mila euro.

Tentativo, questo, che unitamente alla valutazione dei precedenti tentativi di estorsione, ha integrato il reato di tentata estorsione aggravata, per il quale sia Marchisella (difeso in giudizio dall'avvocato Nicola Mastropasqua) che Lombardi (difeso in giudizio dall'avvocato Claudio Cioce) furono condannati in primo grado alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione e di 1000 euro di multa ciascuno. Una decisione, confermata nella sentenza di appello pronunciata lo scorso 9 giugno 2020.

Il proiettile, partito da una pistola con matricola abrasa detenuta illegalmente da Luigi Piccolo, colpì all'anca destra, ferendolo, Luigi Marchisella. Così, Piccolo ha dovuto rispondere del reato di tentato omicidio, venendo condannato in primo grado a sei anni di reclusione.

Il reato, derubricato in appello a lesioni personali (probabilmente per l'assenza della volontà di uccidere), ha condotto alla conseguente rideterminazione della pena per Piccolo a due anni e quattro mesi di reclusione e a 600 euro di multa, nonché alla revoca delle sanzioni accessorie, comminate in primo grado, dell'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e dell'interdizione legale per la durata della pena.