Ettore Fieramosca e Ginevra, la notte prima della sfida

Testo teatrale di Giuseppe Lagrasta

sabato 6 settembre 2025
Lo scrittore Giuseppe Lagrasta, ha dedicato un testo teatrale a Ettore Fieramosca e a Ginevra, qui pubblichiamo la prima parte, che racconta le vicissitudini provate dal grande condottiero, la notte prima della sfida.


(Notte fonda. Nella parte illuminata del palcoscenico, Ettore e Ariel. Atmosfera con suggestioni provocate dal silenzio notturno. Sul fondale si osserva un tumulto di ombre. Gesti silenziosi, corpi in movimento, in attesa di un messaggio, di un invito che tarda ad arrivare.)

Ettore: Ariel, il tempo semina armonia, conflitti, discordie ma anche pace e affetti, utili anche per colmare i traumi dell'infanzia; difatti, appena ragazzo ero già uomo. Eppure, tra tanto fervore giovanile, mi sono impegnato ad apprendere l'arte e l'esperienza della cavalleria.

Ariel: Non è stato difficile per te apprendere l'arte del cavaliere.

Ettore: No, non mi è stato difficile. Mio padre ha avuto la sua parte in questa esperienza. Ma poi, piano piano, durante l'adolescenza, dubbi, desideri, malinconie e incertezze mi hanno occupato i pensieri. E ho maturato le mie convinzioni. Ho sentito l'autonomia.

Ariel: E' così per tutti. L'adolescenza è un'età difficile.

Ettore: Sì, perché i sentimenti e le passioni sono predominanti. E allora, si comincia con l'amore, poi con il senso di giustizia e di rispetto verso i padri, le madri, gli altri e le nostre città.

Ariel: I padri, le madri, le città, le cittadine e i cittadini, certo Ettore, certo, sappiamo dei tuoi slanci eroici e ti onoriamo per questo.

Ettore: Sono condottiero fedele a Prospero Colonna. E ho attraversato contrade, combattendo. Anche se il mio pensiero corre verso la mia donna, Ginevra.

Ariel: Il tuo cuore immenso ha bisogno di certezze ma anche di tenerezze. Capisco la pena che t'affigge. Lo so, la solitudine è un grande prezzo da pagare quando si hanno nemici da più parti.

Ettore: Conosco le trappole e le tagliole dei nemici. Ma prima ch' io possa dimenticare ho bisogno di dirti che amai il silenzio, e la poesia, e com'io scrissi di poesia. Certo, è stato mio padre a parlarmi a lungo di poesia.

Ariel: Anch'io amo la poesia, le immagini interiori, l'arte della parola che si fa musica.

Ettore: Ma spesso mi chiedo dove si nasconde la poesia. Ma sarà opportuno chiederlo a te, Ariel, caro spirito d'aria, compagna di lotta.

Ariel: Le emozioni che provoca la poesia si nascondono ovunque, anche lei è inseguita e braccata dalla falciatrice. Lei sì che sa nascondersi nel greto dei fiumi, tra le onde del mare, tra i vulcani innamorati del fuoco. Sfuggendo alla falciatrice. (S'ode una voce.) E questo canto? E' il canto della falciatrice che inebria il vento con le sue rapsodie mortali.?

Ettore: Ariel, conosco le musiche melodiose e ingannatrici della falciatrice, le ascolto in battaglia, quando il sangue inonda la terra e la terra raccoglie il dolore di tutti i cavalieri dispersi. Conobbi la falciatrice a Capua quand'ero adolescente, come in un sogno travagliato. Viveva in oscurità eterna, ed era la sorella morte, l'amica dell'inverno eterno e delle sabbie oscure, divoratrice di serpi e avvoltoi.
(Pausa.)

Ariel: Caro amico, ho fatto viaggi tra sentieri oscuri e magie tenebrose e la conobbi, tentando di dirimere tutte le controversie avute con lei. Non so se sono riuscita negli intenti. Ma tant'è, io sono qui per guidarti, aiutarti, sostenerti. Sono la luna barlettana che ti guiderà, e le parole di Ginevra ti faranno compagnia.

Ettore: Ariel, ti ascolto, e la tua voce è il filo di luce che mi esorta a non sprecare energie in inutili tormenti. Ma noi uomini siamo fatti di dubbi e inquietudini. L'amore ci appartiene e duole quando lo perdiamo. Ed è un dolore senza sosta, silente. E' inutile voler conoscere il destino leggendo i Tarocchi.
(Pausa.)
(Il tumulto d'ombre attraversa il palcoscenico. Si odono voci ironiche, bisbigli, sussurri, voci e voci. Lo sguardo di Ariel, rivolto al cielo è nella posizione di ascolto del rumore di fondo dell'Universo.)

Ariel: I Tarocchi. Sappiamo che il mondo, la natura, hanno le loro buone ragioni per spiegarci e non spiegarci le cose della vita e le storie del mondo. Ecco perché ci rivolgiamo all'interrogazione delle carte.

Ettore: Sono un condottiero che conosce i significati nascosti nelle carte dei tarocchi. E tirando a sorte dal mazzo dei Tarocchi, abbiamo sempre la speranza di scoprire l'inconoscibile segreto che genera il nostro destino.

Ariel: Ti suggerisco, in questo momento, di lasciar perdere l'interrogazione dei Tarocchi. Adesso ti aspetta lo scontro con i francesi. Il tuo destino, Ettore, è un cuore aperto alle avventure, un'avventura in luoghi sconosciuti con incredibili sorprese.

Ettore: I tarocchi mi affascinano. Sono significati che raccontano l'universo, i corpi, la mente e le coincidenze delle persone, e delle circostanze. A tratti mi fanno paura.

Ariel: Nessuna paura. E' un gioco come tanti. E poi tu, hai dalla tua parte Tiresia, l'indovino.

Ettore: Sì, spesso ci siamo incontrati. Non so, non era un sogno. Ma credo di averlo già incontrato. Le capacità che possiede nella comprensione delle cose del mondo è incredibile.

Ariel: Ma il destino corre più della nostra vita e tu Ettore, hai un cuore speciale, dedicato al popolo. E non lo abbandonerai mai, anche soffrendo e morendo.

Ettore: Ariel, è un impegno devastante, ma lo sostengo e lo sosterrò, fino alla fine delle mie forze. Ma una certa nostalgia mi percuote l'anima. Da questa volontà, traggo la forza per combattere, ma anche per controllare il senso della nostalgia che mi corre nelle vene. (Volgendo lo sguardo all'orizzonte) Ginevra, prima della battaglia penserò a te.

Ariel: Non sarà possibile abbandonare Ginevra, ora che sarà più sola, ora che tu parti per la sfida. Ma le sarò accanto per farle compagnia.

Ettore: Tu, Ginevra, il cielo e gli angeli custodi mi darete la forza.

Ariel: Ma perché sei così turbato, Ettore, sei forte, hai la luna dalla tua parte, tu che da sempre hai sfidato il destino avverso, non temere la forza delle ombre contrarie.

Ettore: Ariel, il mondo malinconico fa parte della mia luce interiore. Non potrò mai cancellarlo. E poi, non ho mai avuto paura. E neanche questa notte. Anzi, sono concentrato sul mio comando e sulle mie responsabilità. Mio padre mi ha insegnato ad essere un guerriero coraggioso. Ariel, negli ultimi tempi, ho scoperto che una forza oscura mi accompagna, forse sarà la malinconia. E solo tu puoi aiutarmi a riconoscerla.

Ariel: Nessuna forza oscura, mio caro amico, è il pensiero di perdere Ginevra che ti affligge. E la tua malinconia è la forza generatrice del tuo orgoglio e della tua attitudine alla battaglia. Noi siamo fatti della stessa sostanza dei nostri giorni e della nostra età. Ma è tempo di lotta. Soltanto la luce del sole, domani, sarà pronta ad infiammare le spade. Ettore, noi siamo fatti della stessa sostanza dei nostri sogni.
(Un guerriero attraversa il palcoscenico. Sosta, osservando attentamente Ettore e Ariel. E urla, dicendo: i sogni, i sogni, non esistono! Solo la falciatrice può e deve sognare, per sempre. E rivolgendosi a Ettore e Ariel: Voi sarete sempre ineffabili ombre dimezzate che passeggiano sul filo del rasoio della solitudine mortale.)

Ettore: Non è possibile ascoltare quello che racconta questo guerriero inviato dalla falciatrice per spaventarci. E poi, vedi quelle ombre, sono le amiche della falciatrice, streghe e demoni, infiacchiti dal nulla e dall'ozio. Sono convinto: noi siamo fatti della sostanza dei nostri giorni e dei nostri sogni, sì è vero Ariel, è vero, come al solito i tuoi suggerimenti sono sempre edificanti e mi aiutano a combattere contro il senso generato dal vuoto del tempo che passa.

Ariel: Certo, Ettore, ne sono convinta. Anch'io sono una guerriera che combatte contro i demoni del fuoco e dell'acqua, del vento e del tempo. Siamo angeli perduti nella notte dei tempi.

Ettore: Si, sì. Il coraggio, la volizione e l'azione dirompente per sfondare la muraglia avversaria. Noi che amammo gli universi ora ci ritroviamo pronti per la sfida. Pronti per la battaglia. E poi, la luna, la luna!

Ariel: Amiamo la Luna, e spesso, ci nascondiamo tra le spiagge lunari per sfuggire alle ombre che, al comando della falciatrice, ci vogliono distruggere. E sono con te perché tu mi invocasti e sono lieta di essere al tuo fianco.

Ettore: Sì, Ariel, tra poco sarà l'alba. Incontrerò i miei cavalieri per affrontare i tredici soldati francesi.

Ariel: Forza, coraggio, forza!

Ettore: Ginevra sarà la mia stella. Sento il cuore spezzato per Ginevra, ma anche per gli italiani, per il popolo di Barletta. Sento una pena nel cuore che posso alleggerire soltanto con la lotta, con la battaglia, con la sfida.

Ariel: Insistere, lottare, e pensare al futuro. Ecco le tue forze, le motivazioni, e combattere.

Ettore: Ariel, occorre stringere i denti. Ho bisogno di nuove energie. E in quest'alba di fuoco, sto ritrovando nuove forze e nuove energie interiori per andare in battaglia. Non potrò mai dimenticare i principi che animano la vita di un condottiero!

Ariel: Allora, Ettore, occorre fare molta attenzione ai francesi e al capitano Guy de La Motte. Ettore, sì è giusto lottare, ma pensa a te, a Ginevra, ai vostri sogni. Concentrati e domani in battaglia pensa a lei.

Ettore: Seguirò i tuoi consigli. Sento il cuore che pulsa e l'ansia che mi divora. Ariel, mi ascolti? Il sole di luce e la luna addormentata e l'Adriatico in tempesta e la Murgia fresca d'acqua e il mio ardore di condottiero, sì, Ariel, mi aiuteranno, né dimenticherò le mie responsabilità per vincere e per dare la pace al popolo.

Ariel: Finalmente Ettore, condottiero imperscrutabile, sento dalla tua voce, la forza e il desiderio di combattere. Non perdere di vista la tua vita, ma ricerca i mezzi e le persone che ti possano aiutare a liberare Ginevra dalle trappole già tese.
(Una calma silenziosa scende sui volti e nella mente di Ettore e Ariel. Hanno bisogno di riflettere. Di fare una sosta. Troppi pensieri s'affollano nella loro mente, in questa notte d'attesa spasmodica.)
(Sipario)
Fine prima parte.

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