Emergenza sbarchi a Lampedusa: Ai.Bi. di Barletta non resta a guardare

Presentato dall’associazione il progetto “Bambini in Alto Mare”

venerdì 22 novembre 2013
A cura di Viviana Damore
Le emergenze di ogni sorta, lasciano di certo un segno indelebile nei cuori di chi le vive in prima persona, raramente però riescono a bussare perlomeno, alla mente di chi ne è solo indirettamente spettatore. Ai.Bi., da sempre impegnata nel settore degli affidi e delle adozioni ha deciso ancora una volta di "Non restare a guardare", è proprio questo infatti il motto del progetto che prevede l'accoglienza dei minori o delle mamme con minori, sbarcati a Lampedusa dallo scorso 3 ottobre.
Subito dopo la tragedia, in cui persero la vita 366 persone, Amici dei Bambini ha avviato il motore della macchina solidale, attraverso cui offrire un po' di tempo, spazio e affetto a chi ne ha davvero un grande bisogno. Fino ad oggi circa 810 famiglie hanno accolto l'appello di Ai.Bi., aiutando minori stranieri, gestanti e mamme con bambini. Si è svolta stamane presso la sede dell'associazione, la conferenza di presentazione del progetto BAM(Bambini in Alto Mare),moderata da Giuseppe Dimiccoli, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, sono intervenuti Anna Rizzi Francabandiera, vicesindaco di Barletta, Floriana Canfora, responsabile di Ai.Bi. Puglia, e Antonio Gorgoglione, coordinatore del Gruppo Familiare Locale della Puglia.

Attualmente nel Centro di Primo Soccorso di Lampedusa, le condizioni in cui vivono i bambini sono di assoluto disagio e inadatte alla loro condizione di fragilità. Dal 24 ottobre l'associazione ha provveduto oltre che ad inviare un appello al Presidente della Camera, Laura Boldrini, anche ad un accordo con il comune di Lampedusa, trovando oltre 500 famiglie pronte all'accoglienza, ma per il momento l'iter burocratico e legislativo non consente l'immediato trasferimento degli stessi bambini. Il progetto BAM prevede una comunità di pronta accoglienza e un sistema di affido articolato con l'istituzione di comunità "Mamma-Bambino", centri per minori, una rete di famiglie volontarie e figure professionali preposte; il programma è consultabile sul sito www.aibi.it nella sezione Bambini in Alto Mare.

L'appello di Ai.Bi. si rivolge a chi voglia fare del bene, accogliendo un bambino in affido; a chi possa offrire temporaneamente una stanza, una casa o anche solo un letto; a chi voglia diventare volontario; a chi voglia contribuire alla diffusione capillare del progetto; a chi possa offrire il proprio contributo economico con una donazione. Come ha sostenuto il vicesindaco "L'importante è che i bambini siano sempre al centro del ragionamento di affido, in fondo hanno solo bisogno di un sorriso o di un abbraccio, perché da molto tempo hanno dimenticato cosa si provi ad essere amati".
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione
Bambini in alto mare © Enrico Gorgoglione