«E se avessimo avuto ragione su Pasquale Cascella?»
La nota di Francesco Dicorato
venerdì 10 aprile 2015
12.28
«E se avessimo avuto ragione a scegliere Pasquale Cascella a Sindaco di Barletta per concretizzare un'altra idea di città come lo stesso dichiarava a giugno 2013? Cioè se la metodologia condivisa dalle forze politiche del centro sinistra su iniziativa del Partito Democratico e dai rappresentanti della società civile, associazioni, movimenti ecc., consistente nel candidare una persona al di sopra degli interessi personali e avulsa da logiche ingerenti, concretizzatasi quel lunedì di Pasqua 2013 attraverso la scelta a candidato Sindaco di Pasquale Cascella avesse realmente avuto i frutti sperati, cioè quel rinnovamento del modo di fare politica segnato dalla necessità del cambiamento?
Ho iniziato a cambiare il mio punto di vista nel momento in cui, partecipando ai lavori dei tavoli promossi dal segretario cittadino del Partito Democratico di Barletta Franco Ferrara e dalle considerazioni degli amici politici, primo tra tutti il consigliere Pier Paolo Grimaldi, il tarlo del dubbio, scaturito dalle loro riflessioni, mi ha fatto ragionare sulle vere reali motivazioni dell'atteggiamento e delle prese di posizione attuali del Sindaco. Perché la macchina burocratica non assolve in pieno alle sue funzioni? Mi sono chiesto, è colpa degli impiegati, o dei dirigenti esterni che vengono calati da altre realtà nelle tematiche univoche del nostro territorio? E chi indica, anzi direi impone, i loro nomi? Sono scelte del Sindaco o invece della solita logica dell'ingerenza personalistica nelle aree di potere?
Perché l'organo amministrativo decisionale del Palazzo di Città così come della Casa di Riposo o della Bar.S.A. o degli altri organi rappresentati dalla nostra Città non funzionano o funzionano male? I rappresentanti sono scelta del Sindaco o anche qui sono una conseguenza di imposizioni?
Insomma il dubbio che quel cambiamento tanto invocato verso una nuova politica, vicina ai bisogni dei cittadini e finalizzata al raggiungimento di quegli obiettivi di efficienza ed efficacia nell'azione degli organi burocratici, debba partire da noi stessi, è molto forte e questo rafforza la mia consapevolezza che la scelta di Pasquale Cascella come Sindaco della Città sia stata giusta.
Siamo noi che non ci siamo adeguati al nuovo progetto politico; non c'è stato un adattamento delle forze politiche al nuovo metodo e alle nuove concezioni incarnate e importate da Cascella nella nostra città. Cascella era la scelta giusta ma non abbiamo saputo cogliere le proposte di cambiamento che il suo modo di fare politica, esterno e del tutto nuovo alle nostre vecchie logiche, ha offerto alla compagine politica. E' opportuno, perciò, riporre fiducia nel lavoro sindacale di Pasquale Cascella aspettando, sostenendo e condividendo l'iter, per quei risultati che, sono sicuro, non potranno tardare a venire.
Termino queste mie considerazioni riportando uno stralcio, per me significativo, della relazione del Sindaco Pasquale Cascella sulle linee programmatiche di mandato amministrativo 2013-2018 approvata definitivamente dal consiglio comunale del 10 febbraio 2014: "La sfida a cui noi oggi siamo chiamati è riconciliare il sistema politico-istituzionale con la società civile. Per questo, la politica non può limitarsi a rappresentare e inseguire gli interessi che pure nel voto si esprimono nella loro particolarità: deve ispirare ogni azione a valori condivisi, in nome dei quali scegliere, sfidare anche l'impopolarità, affermare un ruolo di ricomposizione degli interessi diversi e particolari nell'interesse generale, avere il coraggio di fermare la deriva, di perseguire il cambiamento necessario e possibile e restituire alla città una immagine degna della sua storia".»
[Francesco Dicorato]
Ho iniziato a cambiare il mio punto di vista nel momento in cui, partecipando ai lavori dei tavoli promossi dal segretario cittadino del Partito Democratico di Barletta Franco Ferrara e dalle considerazioni degli amici politici, primo tra tutti il consigliere Pier Paolo Grimaldi, il tarlo del dubbio, scaturito dalle loro riflessioni, mi ha fatto ragionare sulle vere reali motivazioni dell'atteggiamento e delle prese di posizione attuali del Sindaco. Perché la macchina burocratica non assolve in pieno alle sue funzioni? Mi sono chiesto, è colpa degli impiegati, o dei dirigenti esterni che vengono calati da altre realtà nelle tematiche univoche del nostro territorio? E chi indica, anzi direi impone, i loro nomi? Sono scelte del Sindaco o invece della solita logica dell'ingerenza personalistica nelle aree di potere?
Perché l'organo amministrativo decisionale del Palazzo di Città così come della Casa di Riposo o della Bar.S.A. o degli altri organi rappresentati dalla nostra Città non funzionano o funzionano male? I rappresentanti sono scelta del Sindaco o anche qui sono una conseguenza di imposizioni?
Insomma il dubbio che quel cambiamento tanto invocato verso una nuova politica, vicina ai bisogni dei cittadini e finalizzata al raggiungimento di quegli obiettivi di efficienza ed efficacia nell'azione degli organi burocratici, debba partire da noi stessi, è molto forte e questo rafforza la mia consapevolezza che la scelta di Pasquale Cascella come Sindaco della Città sia stata giusta.
Siamo noi che non ci siamo adeguati al nuovo progetto politico; non c'è stato un adattamento delle forze politiche al nuovo metodo e alle nuove concezioni incarnate e importate da Cascella nella nostra città. Cascella era la scelta giusta ma non abbiamo saputo cogliere le proposte di cambiamento che il suo modo di fare politica, esterno e del tutto nuovo alle nostre vecchie logiche, ha offerto alla compagine politica. E' opportuno, perciò, riporre fiducia nel lavoro sindacale di Pasquale Cascella aspettando, sostenendo e condividendo l'iter, per quei risultati che, sono sicuro, non potranno tardare a venire.
Termino queste mie considerazioni riportando uno stralcio, per me significativo, della relazione del Sindaco Pasquale Cascella sulle linee programmatiche di mandato amministrativo 2013-2018 approvata definitivamente dal consiglio comunale del 10 febbraio 2014: "La sfida a cui noi oggi siamo chiamati è riconciliare il sistema politico-istituzionale con la società civile. Per questo, la politica non può limitarsi a rappresentare e inseguire gli interessi che pure nel voto si esprimono nella loro particolarità: deve ispirare ogni azione a valori condivisi, in nome dei quali scegliere, sfidare anche l'impopolarità, affermare un ruolo di ricomposizione degli interessi diversi e particolari nell'interesse generale, avere il coraggio di fermare la deriva, di perseguire il cambiamento necessario e possibile e restituire alla città una immagine degna della sua storia".»
[Francesco Dicorato]