«Dopo una stagione di NO vogliamo un sindaco del SI'»

Intervento dell'ingegnere del Mida Ettore Bergamaschi. «Fervore pseudo-ecologico contro il cemento della 167»

giovedì 7 ottobre 2010
Le domande al Sindaco sono giustificate e corrette ma pleonastiche. L´aver trasformato la Città in un dormitorio cooperativistico risponde ad un preciso progetto politico: il voto di scambio. Decine di orribili palazzoni sono stati eseguiti da cooperative che, negli anni, hanno affinato un sistema perverso: gabbare i poveri inquilini, quasi sempre giovani alla ricerca di un tetto "comunque", facendo pagare case dozzinali come dimore qualificate attraverso il sistema delle "varianti", con abbondanti quote "in nero": ovviamente alla greppia hanno sempre attinto i soliti professionisti e le solite imprese "di area", mentre un esercito di presidenti, segretari, faccendieri completava il poco edificante quadro, ritagliandosi il proprio spazio politico, in vista delle immancabili elezioni.

Mentre le varie "Amministrazioni popolari" pensavano esclusivamente alle assegnazioni, capovolgendo il concetto stesso di "Cooperativa" ed i politici organizzavano le cosche che dovevano gestire il lucroso affare, durato decenni, le Industrie, ma anche alcune migliaia di famiglie, emigravano altrove (per esempio a Trani ed a Molfetta). Naturalmente il piano regolatore, fermo da circa quarant´anni, non veniva minimamente sollecitato ai Professionisti incaricati (si spera che siano ancora vivi e che abbiano almeno l´idea di dove si trovi Barletta), in quanto era molto più semplice concedere permessi "in deroga".

Non vi è chi non capisca che là ove vige un´ampia discrezionalità, germogliano l´arbitrio, la corruzione, la concussione, il comparaggio: molte ricchezze "facili" hanno questa origine.
Barletta è l´unica Città affacciata sull´Adriatico dove le direttrici provenienti dall´Autostrada, dalla S.S. 16 e dalla S.S. 98 sono appannaggio di qualche insediamento abusivo, di sterpaglie e di degrado: da Ravenna a Brindisi, tutte le Città della costa hanno la loro vetrina di presentazione sulle direttici dove troviamo Centri Commerciali, Concessionarie, Edifici di Pubblica Utilità, insomma un segno di vita.
Via Andria e Via Canosa, per i nostri Amministratori, semplicemente non esistono. In Via Trani, ormai da decenni, giacciono abbandonati i terreni dell´ex cartiera, peraltro espropriati ai proprietari per creare occupazione (!), mentre la litoranea di Ponente attende da decenni una sistemazione, malgrado i faraonici progetti degli Architetti svizzeri a suo tempo incaricati, manco a dirlo, da un`Amministrazione "Popolare"; del Porto si è già detto: i lavori dovevano iniziare a Marzo (del 1984). E´ credibile che tutto ciò sia dovuto a semplice ignoranza o mancanza di senso civico? Non direi, attesa la febbrile attività che si è sempre evidenziata attorno alle cooperative edilizie, dove decine di Persone trovano, evidentemente, pane e companatico nonché voti. La Città è quindi diventata un dormitorio di casermoni che, malgrado le fantasiose colorazioni, casermoni rimangono: e questa è la classe politica che boccia progetti industriali d´avanguardia, come le centrali a biomasse, con la giustificazione di pensare alla "salute dei cittadini"?

Come mai tutto il loro fervore pseudo-ecologico si arresta di fronte alle colate di cemento delle varie "zona 167" et similia? Come mai non hanno pensato ad un solo parcheggio interrato, al superamento dei passaggi a livello, alla limitazione di un traffico semplicemente pazzesco, alla creazione di polmoni verdi, di case basse nel verde della (incolta) campagna della periferia, alla eliminazione delle linee foriere di elettrosmog, alla creazione di una zona turistico-alberghiera avendone lo spazio e la disponibilità imprenditoriale?

Unico sprazzo è stata una lottizzazione licenziata in agosto (vista la somma urgenza) per ville, immagino destinate ai cassintegrati, in quel di Montaltino, risparmiando evidentemente sulle opere di urbanizzazione effettuate da Annibale nella vicina Canne.

Come mai dicono sempre NO ad ogni iniziativa produttiva, appellandosi all´incredibile scusa del sostegno popolare come nel caso del denegato permesso all´esecuzione di due impianti industriali e financo dell´ampliamento del ciclo combustibile della Cementeria, quando è a tutti ben noto che almeno il 95% dei Barlettani non sa in che cosa consista una centrale termica a biomasse? Come, quando e dove è stato ottenuto tale strombazzato consenso popolare? Cosa ha fatto l´Amministrazione per consentire a tutti i Cittadini di esprimersi in cognizione di causa?

Abbiamo bisogno, dopo anni di oscurantismo e di Vendola-pensiero (quello che vorrebbe la Puglia dedita alla pizzica, alle tarantate ed alla produzione di mozzarelle, mentre i suoi assessori vendono appalti in cambio delle grazie di qualche attempata "escort") di un Sindaco del SI´, un Sindaco che non faccia miracoli ma che, semplicemente, permetta ai Barlettani di esprimere liberamente la loro iniziativa e la loro creatività: qualità che hanno portato Barletta ai primissimi posti nel Sud ed a livelli nazionali.

Basta con le "varianti migliorative", i pagamenti in nero, lo sfruttamento della manodopera, i clandestini trattati come bestie, i controlli inesistenti!: oppure quando queste nefandezze le permette un`Amministrazione "Popolare", ovviamente occupata nelle "graduatorie" e nei "permessi in deroga", tutto deve passare sotto silenzio?

Ettore Bergamaschi